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Siringhe Luer Lock

Cosa non potrà fare la Corte dei Conti sulle siringhe deluxe comprate da Arcuri per i vaccini

Tutte le ultime novità sul caso delle siringhe acquistate dalla struttura commissariale retta da Arcuri per i vaccini anti Covid

La strada del Commissario all’Emergenza Covid Domenico Arcuri di colpo s’è fatta difficile, lastricata com’è di siringhe Luer lock. Sono la variante deluxe di quelle tradizionali, che il numero 1 di Invitalia ha comprato pagandole a caro prezzo. Anche sei volte tanto rispetto alle controparti normali, secondo quanto scrive oggi Repubblica. Sulla vicenda, sollevata nei giorni scorsi in particolare dal quotidiano La Verità e dalla trasmissione Tagadà (La7), vogliono ora vederci chiaro anche i magistrati contabili, per capire se ci siano stati sperperi di risorse pubbliche. Tuttavia, le indagini della Corte dei Conti rischiano di infrangersi contro lo scudo del decreto Cura Italia che tutela – secondo le unanimi interpretazioni dei giuristi – il commissario dalle rogne della giustizia, ponendolo, unicum in Italia, al di sopra della legge. Ma andiamo con ordine.

LA DIFESA DI ARCURI

Arcuri da parte sua dice e ripete da tempo che le siringhe Luer lock sono state acquistate con lungimiranza: permetterebbero infatti di “mungere” fino all’impossibile ogni fialetta di vaccino, così da permettere di ricavare le famose sei dosi anziché le cinque ufficiali. In realtà, come ha scritto Luciano Capone sul Foglio e come scritto anche Start, non pare che le cose stiano proprio così. Anzi, a detta di molti medici non sarebbero nemmeno utilizzabili per vaccinare la gente.

COSA HA ACQUISTATO ARCURI

Ed arriviamo al punto. Cosa ha acquistato la struttura commissariale retta da Arcuri? Start aveva già rimarcato alcuni aspetti qualche settimana fa. Per Il Tempo le super-siringhe “sono state comprate ad Hong Kong pagando il quadruplo del costo di tutte le altre. Ognuna con sette aghi diversi”.

L’azienda che si è aggiudicata il bando sulle siringhe è la Red Lotus Ltd che, secondo quanto scritto da La Verità, consegnerà 60 milioni di siringhe in otto tranche per 0,44 euro.  Un costo di decisamente superiore rispetto al prezzo delle siringhe luer lock che fornirà l’Italiana Dealfa srl, che si è aggiudicata 53 milioni di pezzi: i primi tre milioni verranno venduti a 0,128 euro. Il costo scenderà poi a 0,069 nelle forniture fino al 28 febbraio e a 0,06 per quelle successive.

In alcuni ospedali di Roma le siringhe luer lock inviate da Domenico Arcuri sono della Becton Dickinson,  o semplicemente BD,  multinazionale americana di tecnologia medica che produce e vende dispositivi medici, sistemi di strumenti e reagenti.

SIRINGHE LUER LOCK FANTASMA

C’è poi la questione, laterale, ma non meno importante, del mancato recapito delle siringhe stesse negli ospedali. Secondo alcuni il caos mediatico sui ritardi dei vaccini sarebbe stato persino sollevato ad arte per nascondere il problema vero delle siringhe che, Luer lock o normali, latiterebbero. Per i centri vaccinali di diverse Regioni (tra cui Lombardia, Sicilia, Emilia Romagna) “non mancano dosi di vaccino Pfizer, ma le siringhe di precisione che permettono di estrarne la quantità giusta non sono proporzionate alle fiale: se avessimo quelle potremmo sempre avere sei dosi per fiala e non 5, così come ha suggerito l’Aifa, e tentare di colmare il gap”. L’ultima segnalazione il 23 gennaio scorso.

LA REPLICA DI ARCURI

“Pur comprendendo che possa esistere la volontà di distogliere l’attenzione dei cittadini dalla vera notizia che in questi giorni attenta al corretto proseguimento della campagna di vaccinazione in Italia, ovvero la mancata fornitura da parte di Pfizer delle fiale di vaccino destinate al nostro Paese – ha replicato sferzante Arcuri – dopo aver letto dotte disquisizioni sul numero di dosi per fiala (6 anziché 5) ora apprendiamo che il problema sarebbe tornato ad essere la mancanza di siringhe di precisione”. Problema che, prosegue il Commissario, “ovviamente è falso”. E questo perché, appunto, si è deciso di distribuire un numero inferiore di siringhe perché la Pfizer ha inviato un numero inferiore di fiale del vaccino. “Volevamo infine rassicurare che, quando riprenderà la regolare distribuzione di vaccini -conclude Arcuri – non saranno certo le siringhe a mancare”.

LE INDAGINI DELLA CORTE DEI CONTI

Ma torniamo alla vicenda principale: da un lato i giornali parlano di un aggravio di spesa di circa 1,7 milioni, dall’altro, fosse vera la tesi di Arcuri, ci sarebbe un risparmio di sessanta milioni sui vaccini. Nel mezzo ora si insinua la Procura contabile del Lazio che ha aperto un fascicolo per verificare se ci siano stati sperperi. “E non si tratta dell’unica ipotesi di danno erariale su cui si intende procedere – rivela oggi Repubblica. Altri fascicoli aperti, sempre dai magistrati contabili di Roma, riguarderebbero le forniture di mascherine, e l’appalto dei banchi scolastici con le rotelle”.

UN SUPER SCUDO PER IL SUPER COMMISSARIO?

Tuttavia, bisognerà capire anzitutto se la magistratura contabile ha reale possibilità di indagine, perché il Decreto-Legge 17 marzo 2020, n. 18, ovvero il Cura Italia, ha previsto, nella consapevolezza che il super commissario, dovendo effettuare milioni di acquisti in gran fretta (non dimentichiamo che a marzo mancava tutto: mascherine, respiratori, guanti, camici…), non avrebbe potuto andare troppo per il sottile, controllando con la normale diligenza i contratti sottoscritti e la qualità del materiale acquistato, un super scudo. All’articolo 122 comma 8 leggiamo: “In relazione ai contratti relativi all’acquisto dei beni di cui al comma 1, nonché per ogni altro atto negoziale conseguente alla urgente necessita’ di far fronte all’emergenza di cui al comma 1, posto in essere dal Commissario e dai soggetti attuatori, non si applica l’articolo 29 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 novembre 2010, recante “Disciplina dell’autonomia finanziaria e contabile della Presidenza del Consiglio” e tutti tali atti sono altresi’ sottratti al controllo della Corte dei Conti, fatti salvi gli obblighi di rendicontazione”.

 

Uno scudo vero e proprio, che conferisce ad Arcuri la possibilità di spendere senza limiti e senza giustificarsi con nessuno, nemmeno coi magistrati contabili che pure come mestiere fanno proprio quello: accertarsi che tra i funzionari della Pubblica amministrazione non si annidino sperperi. A una veloce letta dell’articolo, parrebbe esserci una sola strada, molto stretta, per la Procura: “Per gli stessi atti la responsabilità contabile e amministrativa e’ comunque limitata ai soli casi in cui sia stato accertato il dolo del funzionario o dell’agente che li ha posti in essere o che vi ha dato esecuzione”. Insomma, per procedere bisognerebbe dimostrare il dolo di Arcuri (per esempio che era in combutta con chi produce le siringhe, o che era consapevole di porre in essere uno sperpero).

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