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Quarta Dose Italia Francia Germania

Cosa faranno Italia, Francia e Germania sulla quarta dose?

Sulla quarta dose l’Italia chiede una strategia comune a livello europeo, ma i pareri (e gli interessi) di Francia e Germania non sembrano coincidere. Come ne uscirà l’Ema?

 

Inizia, o in alcuni Paesi è già iniziato, un allentamento delle misure restrittive anti Covid ma i ministri della Salute europei e non solo si trovano già di fronte a un nuovo interrogativo: cosa fare della quarta dose?

Gli Stati Uniti martedì scorso hanno ha dato il via libera al secondo booster per tutti gli over 50 sulla scia di Israele, ma l’Europa è divisa sul da farsi e c’è chi – come i ministri della Salute italiano, Roberto Speranza, e quello tedesco, Karl Lauterbach – per non incorrere in scelte impopolari invoca una decisione unitaria presa dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema).

Cosa faranno dunque Italia, Francia e Germania sulla quarta dose?

L’ALLENTAMENTO DELLE MISURE IN ITALIA

L’Italia si appresta da domani ad allentare le misure restrittive anti Covid: finisce lo stato di emergenza e con esso il sistema dei colori per le regioni; tutti – compresi gli over 50 – potranno accedere ai luoghi di lavoro con il Green pass base (che dal 1° maggio scomparirà del tutto).

Sempre dal 1° aprile, la certificazione verde non sarà più necessaria né sui trasporti locali o regionali né per i servizi di ristorazione all’aperto; cambiano le regole nelle scuole e in caso di contatto con un positivo; decade il limite alle capienze nelle strutture.

Restano, invece, in piedi l’obbligo di mascherina Ffp2 su tutti mezzi di trasporti pubblici e per gli spettacoli al chiuso (cinema, teatri, eventi) fino al 30 aprile; e l’obbligo vaccinale per il personale sanitario e delle Rsa fino al 31 dicembre 2022.

LA POSIZIONE DELL’AIFA SULLA QUARTA DOSE IN ITALIA

L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) si è pronunciata giovedì scorso sulla quarta dose e ha ritenuto che, prima di estendere la nuova campagna vaccinale che attualmente coinvolge solo le persone immunocompromesse, siano necessari “ulteriori approfondimenti, integrando le evidenze scientifiche internazionali con i dati di studi in corso in Italia”.

COSA HA DETTO SPERANZA

Speranza vorrebbe passare la patata bollente all’Ema perché, secondo lui, “scelte non omogenee nei diversi Paesi Ue finiscono solo per disorientare e non aiutano le campagne vaccinali”. Uniformità a livello europeo dunque, che però alcuni rimproverano non esserci stata per le nuove misure restrittive.

UNIFORMITÀ SULLA QUARTA DOSE MA NON NECESSARIAMENTE SULLE RESTRIZIONI

Il giornalista Leonardo Panetta, a tal proposito, ha chiesto al ministro “perché, nel rimuovere le restrizioni, l’Italia fa come vuole ed è rimasta la più rigida in Europa”.

“Abbiamo scelto sin dall’inizio una linea di gradualità e di prudenza, è una linea che ci ha portato a risultati positivi e continueremo su questa strada leggendo i dati passo dopo passo – ha risposto Speranza -. Anche noi abbiamo costruito un percorso di gradualità determinato insieme alla nostra comunità scientifica che ci ha sempre guidato in questo percorso”.

“Ciò non toglie – ha spiegato il Ministro – che ci possono essere differenze tra i Paesi sul piano del quadro epidemiologico. Se un Paese ha una maggiore difficoltà può avvenire e può usare misure diverse, ma sull’utilizzo dei vaccini, sulle fasce generazionali, sui tempi della quarta dose io penso che sia molto corretto avere un unico impianto perché sarebbe non comprensibile per l’opinione pubblica una divaricazione sull’utilizzo dello stesso farmaco. È questo il principio che io oggi ho voluto porre con grande forza e sono soddisfatto perché ho trovato una risposta positiva a questo impianto”.

IL PARERE UE

Concorda, infatti, con Speranza la commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides che ha sottolineato l’importanza di “dare un messaggio chiaro ai nostri cittadini” perché “è cruciale avere una strategia comune soprattutto in vista dell’inverno”.

I PARERI (E GLI INTERESSI) DISCORDANTI DI GERMANIA E FRANCIA

Intanto, però, a livello nazionale persistono diversi pareri sulla quarta dose. La Francia sta pensando di somministrarla dagli 80 anni in su, la Gran Bretagna dai 75 e la Germania dai 70.

Secondo Repubblica, il Vecchio continente faticherà a trovare una posizione comune per due ragioni, una delle quali si lega in particolare proprio a Germania e Francia. Infatti, non solo i dati attualmente disponibili sulla quarta dose, come ha detto l’Ema, sono “insufficienti” e una somministrazione ora che sta per arrivare la bella stagione sarebbe forse poco comprensibile, ma a questo si aggiunge la disputa sui vaccini e qui entrano in gioco proprio Berlino e Parigi.

“Da un lato – ha scritto il quotidiano del gruppo Gedi – c’è la Germania, che con la sua BioNTech ha messo a punto insieme a Pfizer il prodotto più usato in occidente, ma ha un tasso di vaccinazione non stellare: 76% con due dosi e 59% con tre, e punta sulla quarta dose per far calare i contagi. Dall’altro la Francia, il cui vaccino di Sanofi è in grande ritardo: solo ieri l’Agenzia europea per i medicinali, l’Ema, ha avviato la valutazione. Non a caso, Parigi è scettica sul richiamo di primavera che vada al di là degli immunodepressi”.

L’Ema, tuttavia, non sembra avere fretta e resta in attesa di valutare anche i risultati dei test di Pfizer e Moderna su un nuovo vaccino aggiornato per la variante Omicron che dovrebbero arrivare nei prossimi mesi.

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