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Oms Vaiolo Scimmie

Cosa fanno e dicono Oms e Stati Uniti sul vaiolo delle scimmie (monkeypox)

Gli ultimi aggiornamenti su trasmissione, vaccini, contagi e misure restrittive secondo Oms e Stati Uniti sul vaiolo delle scimmie (monkeypox). Tutti i dettagli

 

Il vaiolo delle scimmie o monkeypox ha raggiunto quasi 20 Paesi in cui la malattia non è endemica, tuttavia l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato che l’epidemia è “contenibile”.

Inoltre, gli Stati Uniti hanno detto che stanno cercando di rilasciare al più presto il loro vaccino per i soggetti ad alto rischio.

Ecco il punto della situazione.

COSA HANNO DETTO OMS E CDC SU TRASMISSIONE E VACCINI

L’Oms ha dichiarato che al momento non è chiaro se l’aumento di casi sia la “punta dell’iceberg” o se sia già stato raggiunto un picco di trasmissione, ma comunque, per i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), il monkeypox non è come il Covid, ovvero, “la diffusione respiratoria non è la preoccupazione principale” perché “si tratta di contatti e contatti intimi nell’attuale contesto e popolazione del focolaio”.

Secondo Sylvie Briand, direttore del Dipartimento di malattie pandemiche ed epidemiche presso l’Oms, “è improbabile” che il virus sia mutato. La sua trasmissione, invece, potrebbe essere stata guidata da un cambiamento nel comportamento umano, in particolare come risultato dell’allentamento delle restrizioni anti Covid.

Rosamund Lewis, responsabile del team anti vaiolo che fa parte del Programma di Emergenza dell’Oms, ha inoltre ricordato che, essendo passati 40 anni, le scorte di vaccini disponibili “potrebbero aver bisogno di essere rinfrescate – certamente hanno bisogno di essere rivisitate – e l’Oms ha lavorato su questo aspetto e lo sta esaminando anche ora”.

IL RILASCIO DI VACCINI DALLO STRATEGIC NATIONAL STOCKPILE (USA)

Sebbene non esista un vaccino specifico per il monkeypox, i Paesi stanno pensando di usare quelli disponibili per il vaiolo tradizione che, nonostante sia stato dichiarato eradicato dall’Oms nel 1980, continuano a essere prodotti, specialmente negli Stati Uniti dove il timore del bioterrorismo ha portato allo stoccaggio di milioni di dosi nello Strategic National Stockpile.

Ora Jennifer McQuiston, vicedirettore della divisone sugli agenti patogeni gravi dei Cdc, ha detto alla Cnn che “è stata presentata una richiesta di rilascio del vaccino Jynneos dalla scorta nazionale per alcuni dei contatti ad alto rischio di alcuni dei primi pazienti”.

“In questo momento abbiamo a disposizione oltre 1.000 dosi di questo vaccino e ci aspettiamo che il livello aumenti molto rapidamente nelle prossime settimane, man mano che l’azienda ci fornirà altre dosi”, ha aggiunto McQuiston.

Come scriveva Start, infatti, l’azienda produttrice ha chiuso un accordo da 119 milioni di dollari con l’Autorità per la ricerca e lo sviluppo biomedico degli Stati Uniti (BARDA) per la fornitura di dosi liofilizzate di Jynneos.

IL VACCINO DI BAVARIAN NORDIC

Jynneos, nome commerciale negli Stati Uniti per Imvanex in Europa, viene prodotto dalla casa farmaceutica danese Bavarian Nordic.

Si tratta di un vaccino a due dosi approvato dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema) nel 2013 per il vaiolo, ma è stato poi dotato di un uso off-label per i casi di monkeypox.

In Canada e negli Stati Uniti, invece, è già autorizzato sia contro il vaiolo tradizionale che contro quello delle scimmie.

I DUBBI SULL’ALTRO VACCINO: ACAM2000

Gli Stati Uniti hanno anche un altro vaccino antivaioloso, l’Acam2000, prima prodotto da Sanofi e ora da Emergent Biosolutions. Tuttavia, come ha spiegato McQuiston, “è un vaccino di vecchia generazione che presenta alcuni potenziali effetti collaterali significativi, quindi la decisione di utilizzarlo su larga scala dovrebbe essere oggetto di una seria discussione”.

Tra i rischi segnalati ci sono, infatti, l’infiammazione dei tessuti cardiaci e non è raccomandato per le persone con un sistema immunitario indebolito.

I DATI SUI CONTAGI

Fino a ieri, secondo i dati riportati da Sky News, si contavano 131 casi confermati e 106 casi sospetti di vaiolo delle scimmie. Sul sito dell’Oms, invece, l’aggiornamento è fermo al 21 maggio quando ne venivano segnalati 92 accertati e 28 sospetti:

Fonte: Organizzazione mondiale della sanità

Secondo quanto riferito da Reuters che ha mappato i casi, il vaiolo delle scimmie è arrivato nell’area Asia-Pacifico (in Australia), in Europa (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito), Medio Oriente (Israele) e America (Stati Uniti, Canada e per ora in Sudamerica si segnala solo un caso sospetto in Argentina).

Fonte: Organizzazione mondiale della sanità

MISURE RESTRITTIVE

Il Belgio, dove attualmente si contano 4 casi, è il primo Paese a introdurre la quarantena obbligatoria di 21 giorni per i pazienti affetti da vaiolo delle scimmie.

Nel Regno Unito, invece, dove ogni giorno vengono rilevate nuove infezioni, l’Agenzia per la Sicurezza Sanitaria (Ukhsa) raccomanda a chi ha avuto contatti ad alto rischio di autoisolarsi per 21 giorni, compresi familiari e operatori sanitari.

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