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Liraglutide

Chi sta comprando il vaccino contro il vaiolo?

Un misterioso acquirente ha firmato un contratto di fornitura con Bavarian Nordic, l’azienda danese che produce il vaccino contro il vaiolo. L’Iss, intanto, riferisce delle riserve in Italia e ricorda quando (non troppo tempo fa) negli Stati Uniti si temeva un’epidemia di vaiolo generata da un deliberato rilascio di virus nell’ambiente

 

Sono circa una ventina i casi di vaiolo delle scimmie, noto anche come monkeypox, confermati tra Europa e America ma alcuni Paesi già si interrogano su uso e acquisto del vaccino per il vaiolo tradizionale al fine di evitare un aumento dei casi.

Non esistendo, infatti, un vaccino specifico per il vaiolo delle scimmie, anche il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha suggerito ai Paesi che hanno vaccini contro il vaiolo tradizionale di “prendere in considerazione la vaccinazione dei contatti ad alto rischio”.

IL VAIOLO E MONKEYPOX

L’ultimo caso conosciuto di vaiolo nel mondo è stato diagnosticato nel 1977 in Somalia e l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato ufficialmente eradicata questa malattia nel 1980.

Il monkeypox, invece, che causa una malattia con sintomi simili ma meno gravi rispetto al vaiolo, ha continuato a manifestarsi principalmente nei Paesi dell’Africa centrale e occidentale. Tuttavia, si ritiene che la trasmissione da uomo a uomo è limitata.

Nel 2020, secondo l’Oms, sono stati segnalati casi in 15 Paesi del mondo.

IL VACCINO TRADIZIONALE

Dato che il vaiolo è causato da un virus, il trattamento con antibiotici non è efficace, spiega l’Istituto superiore di sanità (Iss). Non esiste un trattamento specifico e l’unico modo di prevenirlo è la vaccinazione.

Ma con l’eradicazione della malattia, la vaccinazione è stata sospesa a partire dagli anni ‘70 e ‘80 in tutti i Paesi.

Anche in Italia, dopo la sospensione nel 1977 è stata poi definitivamente abrogata nel 1981. Motivo per cui il direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, ha detto che “chi è vaccinato per il vaiolo dovrebbe essere coperto”.

COSA DICE L’ISS DEL VACCINO

Sul sito dell’Iss, però, si legge che “la vaccinazione antivaiolosa garantisce una elevata immunità contro il vaiolo per 3-5 anni, dopodiché il livello di protezione decresce. Se una persona è nuovamente vaccinata, l’immunità dura più a lungo”.

L’Istituto afferma, inoltre, che “il vaccino antivaioloso è tuttora composto da un virus simile a quello del vaiolo, il virus Vaccinia di origine bovina. Il vaccino contiene il virus vivo e per questo la vaccinazione dev’essere effettuata con molta cautela per evitare una diffusione del virus a zone del corpo lontane dal punto di inoculo. Inoltre, il vaccino ha molti effetti collaterali”.

EFFICACIA

“Storicamente, – prosegue l’Iss – il vaccino si è provato efficace nel prevenire l’infezione da vaiolo nel 95% delle persone vaccinate. Si è dimostrato efficiente anche a contatto già avvenuto, purché somministrato entro pochi giorni dall’esposizione al virus”.

CHI PRODUCE IL VACCINO

Il vaccino antivaioloso Imvanex, autorizzato dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema) nel 2013, viene prodotto dal laboratorio danese Bavarian Nordic e secondo El Paìs, la Spagna, che attualmente ha confermato 7 casi, ha già deciso di acquistare migliaia di dosi.

Proprio giovedì, si legge su Radiocor, un Paese europeo, il cui nome non è stato divulgato, ha siglato un contratto di fornitura con la società, che ne ha subito beneficiato alla Borsa di Copenaghen. “Il titolo dell’azienda attorno alle 12 mette a segno un progresso del 17,4% a 214,65 corone danesi”, riferisce l’articolo.

“Restano da chiarire le circostanze degli attuali casi di monkeypox in Europa, ma la velocità con cui si sono sviluppati, unita alla possibilità che i contagi oltre i casi iniziali non vengano rilevati, richiede un approccio rapido e coordinato da parte delle autorità sanitarie”, ha dichiarato il presidente e Ceo di Bavarian Nordic, Paul Chaplin.

L’azienda danese ha inoltre riferito che negli Stati Uniti il vaccino, commercializzato con il marchio Jynneos, è già autorizzato sia contro il vaiolo tradizionale che contro quello delle scimmie, mentre in Europa, sebbene sia stato approvato solo per il vaiolo, è stato in precedenza dotato di un uso off-label per i casi di vaiolo delle scimmie.

LE RISERVE DI VACCINO IN ITALIA

L’Iss nella sua pagina in aggiornamento fa inoltre sapere che “allo stato attuale, non c’è nessun motivo perché la vaccinazione antivaiolosa venga reintrodotta”.

“In ogni caso, – prosegue l’Iss – le riserve di vaccino antivaioloso sono disponibili tramite l’Organizzazione mondiale della sanità per l’uso immediato, sotto la direzione delle autorità sanitarie nazionali e internazionali”.

L’Italia, stando a quanto dichiarato dall’Istituto, possiede oggi 5 milioni di dosi di vaccino antivaioloso che attraverso le diluizioni possono arrivare a 25 milioni di dosi. Tuttavia, date le complicanze possibili, il ministero della Salute sconsiglia una vaccinazione estesa alla popolazione in assenza di pericolo imminente.

LE RISERVE DI VIRUS E I TIMORI BIOTERRORISTICI

Oltre alle riserve di vaccini, si legge sul sito dell’Iss, sono presenti, per motivi di studio, anche riserve del virus “mantenute ufficialmente solo in due laboratori in condizioni di stretta sicurezza: uno negli Stati Uniti e uno in Russia”.

L’Istituto aggiunge che “non si può però escludere che esistano altri depositi di virus, in violazione a quanto prescritto dall’Organizzazione mondiale della sanità” ed evidenzia che “soprattutto dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001, negli Stati Uniti e in altri Paesi del mondo è tornata la paura di una possibile epidemia di vaiolo generata da un deliberato rilascio di virus nell’ambiente”.

Motivo che portò l’allora presidente Usa, George W. Bush, sia a far produrre nuove dosi di vaccino per essere in grado di immunizzare la popolazione americana in caso di epidemia che a offrire la possibilità di vaccinarsi a chiunque volesse farlo.

A fine marzo 2003 erano stati vaccinati oltre 350 mila americani ma, in seguito ad alcuni casi di reazione alla vaccinazione, le istituzioni sanitarie americane hanno suggerito di sospendere la vaccinazione in persone con problemi cardiaci finché gli effetti collaterali della vaccinazione non saranno esplorati più a fondo.

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