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Vaiolo Scimmie Oms

Cosa dice l’Oms del vaiolo delle scimmie e della strategia vaccinale

Da epidemia “contenibile” a “emergenza sanitaria globale”, i numeri e le raccomandazioni dell’Oms sul vaiolo delle scimmie, oltre alle strategie vaccinali adottate da Stati Uniti e Unione europea

 

Il 23 luglio l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato il vaiolo delle scimmie o monkeypox “emergenza sanitaria globale”, il livello più alto di allerta.

Questa classificazione indica che l’Oms considera l’epidemia come una minaccia abbastanza significativa per la salute globale da rendere necessaria una risposta internazionale coordinata per evitare che il virus si diffonda ulteriormente e che potenzialmente si trasformi in una pandemia.

COSA IMPLICA LA DECISIONE DELL’OMS

La decisione dell’Oms non impone misure agli Stati membri, ai quali fornisce indicazioni e raccomandazioni, invitandoli all’azione.

“Abbiamo un’epidemia che si è diffusa rapidamente in tutto il mondo, attraverso nuove modalità di trasmissione, di cui sappiamo troppo poco – ha dichiarato il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus -. Per tutte queste ragioni, ho deciso che l’epidemia globale di vaiolo delle scimmie rappresenta un’emergenza di salute pubblica di rilevanza internazionale”.

I CASI NEL MONDO

Con 22.485 casi nel mondo, di cui 22.141 in Paesi che storicamente non avevano mai segnalato prima il vaiolo delle scimmie, il virus ha raggiunto 79 Stati, 72 dei quali per la prima volta.

Fonte: CDC

L’ALLARME DEGLI STATI UNITI

Negli Stati Uniti, lo Stato di New York, la città di New York e San Francisco – le due metropoli in cui si concentra la metà dei quasi 5 mila casi americani – hanno dichiarato il monkeypox emergenza di salute pubblica e hanno dato avvio alla campagna vaccinale.

RISCHIO STIGMA

Fin dai primi casi identificati, ovvero agli inizi di maggio, si è notato che i più colpiti erano uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini: il 95% secondo l’Oms a cui si aggiunge un altro 4% sempre di maschi.

Tuttavia, come ha ricordato la dottoressa Rosamund Lewis, responsabile tecnico dell’Oms per il vaiolo delle scimmie, è necessario evitare lo stigma e la discriminazione, in quanto ciò danneggerebbe la risposta alla malattia.

“Al momento l’epidemia è ancora concentrata in gruppi di uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini in alcuni Paesi, ma non è così ovunque – ha spiegato Lewis -. È davvero importante rendersi conto che lo stigma e la discriminazione possono essere molto dannosi e pericolosi quanto il virus stesso”.

Ciononostante, l’Oms ha chiesto agli uomini gay e bisessuali di ridurre il numero di partner sessuali, di riconsiderare i rapporti sessuali con nuovi partner e di scambiarsi le informazioni di contatto per consentire il follow-up.

PERCHÉ IL MONKEYPOX NON È UNA MALATTIA SESSUALMENTE TRASMISSIBILE

Il virus, scriveva Start a maggio riportando le parole della Federazione degli ordini dei medici, si trasmette attraverso contatti stretti, ma non solo attraverso rapporti sessuali. L’infezione, infatti, “può derivare da uno stretto contatto con secrezioni respiratorie, lesioni cutanee di una persona infetta od oggetti recentemente contaminati [es. abiti, asciugamani, lenzuola, ndr] e la trasmissione attraverso le particelle respiratorie delle goccioline [droplet, ndr] di solito richiede un contatto faccia a faccia prolungato”.

NODO VACCINI

I numeri dei contagi impongono dunque di ricominciare a parlare di vaccini. Non ne esiste uno specifico per il monkeypox ma quello contro il vaiolo tradizionale, Jynneos di Bavarian Nordic, si è dimostrato efficace all’85%.

La dottoressa Lewis ha riferito che i vaccini attualmente disponibili, ma in via di completamento, sono circa 16,4 milioni e i Paesi che attualmente li producono sono Danimarca, Giappone e Stati Uniti.

COSA DICE L’OMS SULLA STRATEGIA VACCINALE

Lewis ha dichiarato che l’Oms sta lavorando con gli Stati membri e l’Unione europea per la distribuzione dei vaccini e con i partner per determinare un meccanismo di coordinamento globale. Ha sottolineato inoltre che non è necessaria una vaccinazione di massa, ma che l’OMS raccomanda la vaccinazione post-esposizione, efficace fino a quattro giorni dopo il contatto.

La condivisione dei vaccini, afferma l’esperta, dovrebbe avvenire in base alle esigenze di salute pubblica, Paese per Paese e località per località poiché non tutte le regioni hanno la stessa epidemiologia.

Lewis ha infine invitato i Paesi con capacità di produzione di vaccini o terapie contro il vaiolo e il monkeypox ad aumentare la produzione.

LE PREVISIONI DI BAVARIAN NORDIC

Il laboratorio danese Bavarian Nordic, in cui tutti ripongono le speranze, ha dichiarato alla Cnbc di avere a disposizione “fino a 5 milioni di dosi per il resto del mondo, esclusi gli Stati Uniti” e ha aggiunto che l’azienda “ha la capacità di riempire 40 milioni di dosi congelate liquide e 8 milioni di dosi liofilizzate all’anno”.

LA STRATEGIA USA

Da maggio gli Stati Uniti hanno già distribuito più di 300.000 dosi di Jynneos a Stati e città e altre 786.000 dosi sono in fase di consegna in tutto il Paese, dove i vaccini sono riservati alle persone con esposizione al vaiolo delle scimmie confermata o presunta.

Il dipartimento Health and Human Services, inoltre, ha ordinato altri 5 milioni di dosi fino al 2023.

LA STRATEGIA UE E DELL’ITALIA

Il 28 giugno, con l’arrivo in Spagna di 5.300 dosi su un totale di 109.090 acquistate, è iniziata la consegna dei vaccini acquistati dall’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (Hera) della Commissione europea.

Imvanex, nome commerciale per Jynneos al di fuori degli Stati Uniti, era già stato approvato dall’Ue nel 2013 per la prevenzione del vaiolo, ma il 22 luglio, l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato di estendere l’indicazione anche al vaiolo delle scimmie.

La Commissione Ue ha fatto sapere che alla prima consegna ne seguiranno regolarmente altre nelle settimane e nei mesi a venire, dando priorità agli Stati membri più colpiti, come avvenuto con il Covid-19.

In Italia, Arcigay ha sollecitato il ministero della Salute a procedere a una strategia vaccinale.

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