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Ci pentiremo di non aver contenuto i casi di vaiolo delle scimmie?

Tutte le ultime novità sul vaiolo delle scimmie. Fatti, numeri e commenti

 

L’Oms ha innalzato il livello di allarme sul vaiolo delle scimmie a emergenza sanitaria globale. Il virus ha colpito quasi 17 mila persone in 74 Paesi, secondo gli ultimi aggiornamenti. Il ministero della Salute ridimensiona l’allerta: in Italia finora si sono registrati 407 casi, con tendenza alla stabilizzazione. E lo stesso dicastero nel frattempo ha autorizzato l’immissione in commercio temporanea del vaccino Jynneos prodotto dalla danese Bavarian Nordic.

L’APPROVAZIONE DELL’EMA

Jynneos, come Start aveva già scritto, è stato approvato dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema) nel 2013 per il vaiolo, ma è stato poi dotato di un uso off-label per i casi di monkeypox.

Negli Stati Uniti, invece, la Food and Drug Administration (Fda) lo ha già autorizzato sia contro il vaiolo tradizionale che contro quello delle scimmie.

IL DECRETO

Il decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, che autorizza la temporanea commercializzazione del vaccino Jynneos prodotto dalla danese Bavarian Nordic avrà validità fino al 31 dicembre 2022.

Della distribuzione si occuperà il ministero della Salute che, attraverso una circolare, definirà le altre indicazioni.

IL PARERE DELL’AIFA

Nel decreto si segnala l’assenso della Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che “valutata la documentazione disponibile ed esaminato quanto trasmesso dal ministero della Salute in relazione al vaccino Jynneos (virus vaccinico vivo Ankara modificato non replicante), ritiene che quest’ultimo, già autorizzato da Fda per la prevenzione del vaiolo della scimmia nei soggetti adulti ad alto rischio di infezione, sia idoneo al riconoscimento dell’autorizzazione temporanea e straordinaria prevista dall’art. 5, comma 2, del decreto legislativo n. 219/2006, in attesa che si renda disponibile un vaccino con la medesima indicazione approvato da Ema”.

LA PRECISAZIONE DEL CONSIGLIO SUPERIORE DI SANITÀ

Il provvedimento incassa l’ok anche del Consiglio superiore di sanità, un organo di consulenza tecnica e scientifica del ministero della Salute, che ha espresso “parere favorevole in merito all’utilizzo emergenziale del vaccino contro il Monkeypox «Jynneos», fermo restando che la strategia vaccinale, anche in relazione alle dosi fornite da HERA, andrà prioritariamente orientata verso i soggetti a rischio per esposizione professionale e/o stili di vita”.

CHI POTRÀ VACCINARSI

Come previsto da una precedente circolare del ministero, la vaccinazione post-esposizione (idealmente entro quattro giorni dall’esposizione) “può essere presa in considerazione per contatti a rischio più elevato come gli operatori sanitari, compreso il personale di laboratorio, previa attenta valutazione dei rischi e dei benefici”.

Dunque, nell’attuale contesto epidemiologico, ribadisce l’Istituto superiore di sanità (Iss), “non è raccomandata la vaccinazione per la popolazione generale”.

I DATI SUI CONTAGI

Secondo i dati provenienti da 36 Paesi raccolti dall’Ufficio regionale dell’Oms per l’Europa e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), i casi di vaiolo delle scimmie identificati in Europa al 19 luglio alle ore 14 sono in totale 10.604.

La data più precoce di insorgenza dei sintomi è stata riportata al 3 aprile 2022.

La maggior parte dei casi, riferiscono le due istituzioni, ha tra i 31 e i 40 anni (42%) ed è di sesso maschile (99,5%). Tra i casi con stato HIV noto, il 38% era sieropositivo.

La maggior parte dei casi ha presentato un’eruzione cutanea (94,5%) e sintomi sistemici come febbre, affaticamento, dolori muscolari, vomito, diarrea, brividi, mal di gola o mal di testa (65%).

Dei 9.281 casi (aggiornamento del 19 luglio alle ore 10), 256 casi hanno richiesto il ricovero in ospedale (8,1%), di cui 114 hanno avuto bisogno di assistenza clinica. Un paziente è stato ricoverato in terapia intensiva, ma non è stato segnalato nessun decesso.

Infine, 31 casi hanno riguardato operatori sanitari ma, secondo le segnalazioni, non per esposizione professionale.

COME STANNO I DIVERSI PAESI

Confrontando gli ultimi dati con quelli della settimana precedente si osserva che la Spagna si conferma il Paese europeo con il maggior numero di casi (2.835 vs 2.034), seguita da Regno Unito (2.115 vs 1.735) e Germania (2.033 vs 1636).

L’Italia è al settimo posto con 374 casi rispetto ai 292 della scorsa settimana.

L’ALLARME LANCIATO SU SCIENCE

Nonostante l’Oms abbia dichiarato che “è improbabile” che il vaiolo delle scimmie diventi una pandemia, martedì scorso Science ha pubblicato un articolo a doppia firma in cui si sostiene che “a meno che il mondo non sviluppi ed esegua un piano internazionale per contenere l’attuale epidemia, sarà un’altra malattia infettiva emergente che rimpiangeremo di non aver contenuto”.

A scriverlo sono Michael T. Osterholm, direttore del Centro per Malattie Infettive dell’Università del Minnesota, e Bruce Gellin, capo del Centro di strategie di salute pubblica presso la Rockefeller Foundation.

I due autori affermano che, sebbene l’Oms non abbia definito l’attuale epidemia di vaiolo delle scimmie “un’emergenza sanitaria pubblica di preoccupazione internazionale”, in quanto epidemia mondiale “è chiaramente una pandemia emergente”.

Secondo loro per limitarne la diffusione “occorrerà una strategia di vaccinazione internazionale completa e forniture adeguate”, dato che le persone di età pari o inferiore a 40 anni – ora più a rischio – non sono state coinvolte dalla campagna di immunizzazione del vaiolo che è durata 12 anni e ha coinvolto 73 Paesi, segnando nel 1980 l’eradicazione della malattia.

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