Per supplire alla carenza di medici e infermieri nelle strutture sanitarie pubbliche, qualche anno fa era iniziato il ricorso agli infermieri a gettone. Con la pandemia il fenomeno dei gettonisti si era poi allargato anche ai medici, i quali – a fronte di importanti guadagni – arrivavano a lavorare anche per 24 o più ore di seguito senza osservare le ore di riposo.
Totalmente senza controllo e forniti da cooperative, ora dovranno rispettare le linee guida pubblicate in Gazzetta Ufficiale, in cui vengono stabilite regole e costi su questa pratica, che ha assunto “connotazione tutt’affatto eccezionale e residuale”.
QUANDO CHIAMARE MEDICI E INFERMIERI A GETTONE
Secondo quanto scritto nelle linee guida, previste con un decreto del ministro della Salute, Orazio Schillaci, medici e infermieri gettonisti potranno essere utilizzati “nei soli casi di necessità e urgenza”, laddove non sia possibile ovviare altrimenti alle carenze del personale sanitario; “in una ‘unica occasione’ e senza possibilità di proroga” e “per un periodo non superiore a dodici mesi”.
TETTO ORE E COSTI
In Gazzetta Ufficiale viene stabilito anche un tetto massimo di 48 ore settimanali di lavoro e deve essere assicurato un riposo di 11 ore tra un turno e l’altro. Fissati anche i limiti economici orari: 85 euro per pronto soccorso/anestesia e rianimazione e 75 euro per altri servizi medici. Per gli infermieri, invece, la tariffa massima può raggiungere i 28 euro per il pronto soccorso e i 25 euro per altri servizi.
PERSONALE STRANIERO E POLIZZA ASSICURATIVA
A medici e infermieri stranieri è richiesta la conoscenza della lingua italiana e il personale impiegato deve provvedere alla stipula, con oneri a proprio carico, di un’adeguata polizza di assicurazione per colpa grave, che sollevi l’amministrazione dagli eventuali danni causati a terzi.
PESSIMISMO DA SIMEU…
“La norma che doveva arginare i gettonisti è stata approvata oltre un anno fa e finora non ha prodotto grandi effetti. I contratti già stipulati vanno avanti, vediamo per il futuro che impatto avranno le linee guida. L’importante è che tutti le seguano, anche per quanto riguarda i compensi. Se qualche ospedale non le rispetterà, riprenderà la competizione al rialzo”. A dirlo è Fabio De Iaco, presidente della Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu) e primario al Maria Vittoria di Torino.
“Finché non vengono date alternative sugli organici – conclude -, sarà impossibile rinunciare alle cooperative. Anch’io ne utilizzo una che mi copre una quindicina di notti al mese. I soldi che ricevono i colleghi? È una questione tra loro e l’ospedale. È giusto cercare di dare una regolamentazione, ma le alternative vanno cercate all’interno del sistema sanitario nazionale”.
…E ANCHE DA NURSING UP
Anche il sindacato degli infermieri Nursing Up non è affatto ottimista sulle linee guida, che definisce “l’ennesimo accorgimento pro tempore, che non risolverà i reali deficit che ci affliggono!”. Secondo l’associazione infatti è necessario intervenire con urgenza con “un piano strutturale di assunzioni e una reale valorizzazione del personale dipendente” altrimenti “le fughe dal servizio pubblico non si fermeranno e l’Italia si troverà costretta a spendere sempre di più per soluzioni emergenziali”.
Inoltre, Antonio De Palma, presidente dell’organizzazione, denuncia “ancora una volta, la disparità di trattamento tra medici e infermieri”, la cui media annuale di dimissioni volontarie dal servizio pubblico sarebbe pari a 8.000.
IL RAPPORTO ANAC
Il fenomeno dei gettonisti non è circoscritto solo a qualche regione. Stando infatti all’ultimo rapporto dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), nel periodo 2019-2023, tutte le regioni sono state coinvolte anche se con grandi differenze tra loro. Lombardia, Abruzzo e Piemonte risultano quelle che vi hanno fatto maggiormente ricorso, con valori nettamente superiori a quelli registrati dalle altre regioni.
A livello di costi, la spesa per il servizio di fornitura di personale medico e infermieristico, nel periodo 2019-2023, è stata di 55.593.492 milioni di euro in Lombardia, 51.070.742 milioni di euro in Abruzzo e 34.064.971 milioni di euro in Liguria.
A CACCIA DI MEDICI PER NATALE
Intanto, però, il sistema dell’arruolamento dei gettonisti va avanti. Anche in questi giorni, racconta a Repubblica un medico romano, arrivano proposte per coprire i turni in alcuni ospedali in difficoltà. “Tra gli specialisti più cercati – scrive il quotidiano romano -, a parte i medici del pronto soccorso, ci sono i rianimatori ma anche i pediatri. Per i turni di 12 ore, ad esempio agli anestesisti, vengono offerti da 1.100 a 1.500 euro. Tra gli ospedali interessati ci sono Rho, Sesto San Giovanni, Busto Arsizio, Cinisello Balsamo, il Galeazzi di Milano, in Lombardia. Ma si cercano medici anche in Veneto, in Emilia-Romagna, in Liguria e in Abruzzo”.