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Convivere Con Virus

Come convivere con il virus. Report Gimbe

La morsa delle restrizioni si allenta e la bella stagione si avvicina, tuttavia resta necessario non abbassare la guardia e mantenere alcune precauzioni per imparare a convivere con il virus

 

Si stabilizza la curva dei nuovi contagi e ci si prepara a convivere con il virus, ma aumentano i casi sia nei reparti ordinari che in terapia intensiva. Ecco quindi i dati della Fondazione Gimbe e alcune raccomandazioni per questa nuova fase.

L’ANDAMENTO EPIDEMIOLOGICO

Il monitoraggio indipendente di Gimbe rileva nella settimana 23-29 marzo 2022, rispetto alla precedente, una sostanziale stabilità dei nuovi casi (504.487 vs 502.773) (figura 1) e dei decessi (953 vs 924) (figura 2).

Figura 1
Figura 2

Sono, invece, in aumento i casi attualmente positivi (1.266.878 vs 1.200.607), le persone in isolamento domiciliare (1.256.651 vs 1.191.183), i ricoveri con sintomi (9.740 vs 8.969) e le terapie intensive (487 vs 455).

STABILI I NUOVI CASI

“Dopo due settimane di netto incremento – ha dichiarato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – i nuovi casi settimanali sembrano essersi stabilizzati intorno a quota 500 mila, con un incremento dello 0,3% e una media mobile a 7 giorni che rimane ferma intorno ai 72 mila casi. Tuttavia in questo momento è difficile fare previsioni, sia per l’eterogenea situazione a livello regionale, sia perché nelle grandi Regioni del Nord, dove risiede oltre un terzo della popolazione italiana, non si vedono al momento segnali di consistente circolazione virale”.

Infatti, riferisce il report, nella settimana 23-29 marzo si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi in 10 Regioni e un decremento in 11: dal +17,8% della Provincia Autonoma di Trento al -16% dell’Umbria.

OSPEDALIZZAZIONI E DECESSI

“Sul fronte degli ospedali – fa sapere Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – si rileva un’inversione di tendenza nei posti letto occupati da pazienti Covid in terapia intensiva (+7%) e prosegue l’incremento dei ricoveri in area medica (+8,6%)”.

In particolare, si legge nel report, in area critica dal minimo di 447 il 24 marzo i posti letto occupati sono risaliti a 487 il 29 marzo; in area medica, invece, dopo aver toccato il minimo di 8.234 il 12 marzo, sono risaliti a quota 9.740 il 29 marzo.

Al 29 marzo il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 15% in area medica e del 5% in area critica, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente.

13 Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con la Regione Calabria che arriva a toccare quota 34,1%; Calabria e Sardegna superano la soglia del 10% in terapia intensiva.

Dopo sei settimane consecutive si arresta il numero dei decessi: 953 negli ultimi 7 giorni (di cui 64 riferiti a periodi precedenti), con una media di 136 al giorno rispetto ai 132 della settimana precedente.

LA CAMPAGNA VACCINALE È AL PALO

I dati incoraggianti e il mitigarsi delle temperature fanno guardare con ottimismo ai mesi a venire, tuttavia, il virus non è scomparso e la campagna vaccinale, per usare le parole di Cartabellotta “è ormai al palo” nonostante ci siano ancora oltre 4,4 milioni di persone vaccinabili con prima dose e 2,8 milioni con dose booster.

“I tassi di copertura vaccinale – sottolinea il presidente Gimbe – nell’ultimo mese hanno registrato incrementi davvero esigui”. Le coperture con almeno una dose segnano un misero +0,2 passando da 85,4% a 85,6%; quelle con ciclo completo sono cresciute di soli 0,6 punti percentuali passando da 83,3% a 83,9%.

Anche le coperture delle terze e quarte dosi procedono a rilento con, rispettivamente, incrementi pari a 2,8 e 7,3 punti percentuali (rispettivamente 80,4% vs 83,2% e 0,1% vs 7,4%) nonostante l’inizio più tardivo e l’estesa platea vaccinabile.

PERCHÉ NON SOTTOVALUTARE I RISCHI

“Ormai da tempo – ha aggiunto Cartabellotta – le narrative della politica e le percezioni della popolazione tendono a identificare la scadenza dello stato di emergenza con la fine della pandemia, che ovviamente non può coincidere con una scadenza burocratica. Infatti, complice l’incauto calo di attenzione che ha portato allo stallo della campagna vaccinale e all’allentamento delle precauzioni individuali, al 30 marzo si registrano più di 500 mila nuovi casi in 7 giorni con oltre 1,26 milioni di casi positivi in due settimane che hanno determinato un aumento di oltre 1.500 posti in area medica e invertito il trend delle terapie intensive. Con quasi mille decessi a settimana”.

“Ecco perché, – prosegue il presidente Gimbe – bisogna guardare al prossimo futuro con ottimismo e fiducia, ma anche con prudenza e responsabilità, viste le incertezze su possibili nuove varianti e durata della copertura vaccinale. Dal canto suo, la Fondazione Gimbe – che continuerà a pubblicare il monitoraggio settimanale anche dopo il 31 marzo – formula alcune raccomandazioni per la convivenza con il SARS-CoV-2, al fine di garantire un’estate più tranquilla possibile, e soprattutto di arrivare preparati alla prossima stagione autunno-inverno”.

CONSIGLI PER CONVIVERE CON IL VIRUS ED EVITARE UNA NUOVA ONDATA

Per convivere con il virus dopo il 31 marzo, Gimbe suggerisce di:

  • completare il ciclo vaccinale con tre dosi (quattro per le persone immunocompromesse);
  • continuare a indossare la mascherina nei luoghi pubblici al chiuso, all’esterno in condizioni di assembramento e quando si è a contatto con persone fragili;
  • eseguire il tampone in caso di sintomatologia compatibile con il Covid-19;
  • rispettare l’isolamento in caso di positività o in presenza di sintomatologia compatibile con il Covid-19 nell’attesa di eseguire il tampone.

Ai suggerimenti individuali si aggiungono quelli di sistema, come:

  • continuare a fare campagna vaccinale per tutti i soggetti idonei alla vaccinazione;
  • mantenere l’obbligo di mascherine al chiuso e nei luoghi affollati sino a quando la circolazione del virus non si sarà sensibilmente ridotta;
  • implementare interventi di formazione per i medici di medicina generale affinché prescrivano tempestivamente i farmaci antivirali disponibili ai soggetti a maggior rischio di malattia severa;
  • implementare interventi strutturali per migliorare l’aerazione di spazi chiusi come uffici pubblici o aule scolastiche, per le quali si attendono ancora le linee guida nazionali;
  • potenziare il sistema di sequenziamento delle varianti virali;
  • pianificare la campagna vaccinale autunnale, monitorando l’efficacia vaccinale sulla malattia severa ai fini di un’eventuale somministrazione del secondo booster (quarta dose) per i soggetti a maggiore rischio.

QUANTE PERSONE POTREBBERO ANCORA VACCINARSI

Continuare con le vaccinazioni rimane la soluzione più efficace per non incorrere in una nuova ondata soprattutto una volta passata l’estate. Tuttavia, a oggi, come ricordava anche Cartabellotta, sono ancora 6,94 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2,51 milioni protette solo temporaneamente in quanto guarite dal Covid-19 da meno di 180 giorni. Di conseguenza, le persone attualmente vaccinabili sono circa 4,43 milioni, un dato che continua a non tener conto delle esenzioni di cui non si conosce il numero esatto.

FOCUS TERZA DOSE

Al 30 marzo, si legge nel report, sono state somministrate 38.778.598 terze dosi, con una media mobile a 7 giorni di 33.389 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 46.621.748), aggiornata al 29 marzo, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’83,2% con nette differenze regionali: dal 77,8% della Sicilia all’86,8% della Valle D’Aosta.

Delle 7.843.150 persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster, 2,86 milioni potrebbero riceverla subito, mentre 4,98 milioni di guariti da meno di 120 giorni non sono candidati a riceverla nell’immediato.

NODO QUARTA DOSE

Al 30 marzo, secondo i dati Gimbe, sono state somministrate 58.545 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 9 marzo, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 7,4% con nette differenze regionali: dallo 0,7% del Molise al 34,5% del Piemonte.

“Ad un mese dal via libera per le persone immunodepresse che necessitano di una quarta dose per completare il loro ciclo vaccinale – ha detto Cartabellotta – l’esigua copertura raggiunta e le differenze regionali sono del tutto ingiustificabili, tenendo conto che si tratta di una platea ben definita, composta di persone note alle ASL di appartenenza e raggiungibili tramite chiamata attiva”.

Su se e come procedere con la quarta dose Cartabellotta ha dichiarato che “allo stato attuale le evidenze scientifiche sull’efficacia della quarta dose di vaccino sono frammentate e limitate, ma sembrano mostrare un effetto protettivo nei confronti della malattia grave nelle persone più anziane”.

“Ecco perché, – conclude il presidente Gimbe – indipendentemente dalla necessità condivisa dai ministri europei per la salute di pervenire ad una proposta univoca per tutti i Paesi, visto l’elevato numero di decessi tra gli over 80 vaccinati con booster è ragionevole dare in Italia il via libera alla somministrazione della quarta dose negli ultraottantenni, in una fase dove coincidono elevata circolazione virale e calo delle coperture vaccinali nei confronti della malattia grave”.

EFFICACIA E COPERTURA VACCINALE

Dalla Fondazione, infatti, ribadiscono che complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 41,4-69,1%), ma soprattutto di malattia grave (del 59,1-87,5% per ricoveri ordinari; del 73,8-90,4% per le terapie intensive) e decesso (del 67-91,2%).

Anche i dati dell’Istituto superiore di sanità (Iss) dimostrano che l’efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 50,4% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 47,5% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 70% dopo il richiamo; e l’efficacia sulla malattia severa, aumenta dal 73,2% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 75,6% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire ancora al 91,3% dopo il richiamo.

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