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Chiron

Chiron, la sottovariante che sfugge agli anticorpi

Chiron, la figlia di Centaurus, discende a sua volta da Omicron 2 ma presenta ancora più mutazioni. Quanto è diffusa questa sottovariante e quanto è in grado di eludere gli anticorpi?

 

Chiron, come il capo dei centauri a guardia dei violenti nell’Inferno di Dante, è il particolare nome attribuito alla sottovariante BA.2.75.2.

È considerata anche la figlia di Centaurus (BA.2.75), sottovariante di Omicron, perché proprio come questa presenta diverse mutazioni rispetto a Omicron 2, che non solo la rendono un mix ma fanno sì che attiri l’attenzione dato che, secondo una ricerca pubblicata su The Lancet Infectious Diseases, ha “un’ampia capacità di fuga dagli anticorpi neutralizzanti”.

LO STUDIO

Gli autori della ricerca, del Karolinska Institutet, Politecnico federale Eth di Zurigo e Imperial College di Londra, hanno cercato di capire se il virus, nella sua forma evoluta, fosse in grado di sfuggire agli anticorpi che abbiamo a disposizione, nel sangue o rispetto ad alcuni anticorpi monoclonali.

L’ANALISI DEL SANGUE

Per conoscere meglio Chiron, i ricercatori hanno analizzato il siero di alcuni donatori di sangue a Stoccolma prendendo in considerazione tre archi temporali.

I campioni del primo gruppo risalivano a novembre 2021, cioè prima dell’emergere della variante Omicron. Quelli del secondo erano di aprile 2022, a seguito di un’ondata di infezioni Covid (causata prima da Omicron 1 e poi da Omicron 2) e dopo l’introduzione delle terze dosi di vaccino. E, infine, l’ultimo gruppo era di settembre 2022, dopo la diffusione di Omicron 5.

I RISULTATI

Dalle analisi è emerso che, in tutti e tre gli archi temporali, gli anticorpi sierici avevano una capacità di neutralizzazione di BA.2.75.2 “significativamente inferiore” rispetto a tutte le altre varianti testate. Questo significa che Chiron sembra essere in grado di sfuggire meglio all’immunità.

Per quanto riguarda, invece, gli anticorpi monoclonali, la sottovariante sfugge del tutto al Cilgavimab e alla combinazione tra Cilgavimab e Tixagevimab (nota come Evusheld di AstraZeneca), mentre il Sotrovimab presenta una capacità neutralizzante bassa.

BEBTELOVIMAB, L’UNICO MONOCLONALE EFFICACE

L’unico anticorpo monoclonale che ha veramente dato risultati positivi è stato Bebtelovimab di Eli Lilly, che ha neutralizzato tutte le varianti testate “in modo potente”. Già ad agosto, Eric Topol, scienziato americano direttore dello Scripps Research Translational Institute di La Jolla in California, segnalava che era il solo monoclonale disponibile a essere efficace contro Omicron 5.

Tuttavia, la Food and Drug Admistration (Fda) lo ha approvato a febbraio per l’uso di emergenza ma ha specificato che “non si tratta della terapia d’elezione, e anzi andrebbe usato solo nel caso in cui gli altri trattamenti non siano accessibili o clinicamente appropriati”. In Italia, non è stato approvato.

IN COSA È DIVERSA DA CENTAURUS

Centaurus ha 9 nuove mutazioni sulla proteina spike e 5 al di fuori di essa, la mutazione più preoccupante è la G446S.

Chiron, rispetto alla ‘madre’, ha 3 ulteriori mutazioni sulla proteina spike – R346T, F486S e D1199N – che la rendono ancora più resistente di Centaurus.

QUANTO È DIFFUSA

Omicron non è ancora stata scalzata da nessun’altra variante perché le sue sottovarianti sono diventate predominanti, soprattutto Omicron 5.

Tuttavia, anche Omicron 2 (da cui discendono Centaurus e Chiron) continua a essere monitorata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) perché, come ricorda l’ultima flash survey dell’Istituto superiore di sanità (Iss) aggiornata al 4 ottobre, è in leggero aumento proprio a causa di queste due sottovarianti.

DOVE È DIFFUSA

A fine settembre, affermava il Time, il ceppo è stato segnalato in 47 Paesi e in 39 Stati americani, dove rappresenta ancora meno dell’1% dei casi.

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