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Terza Dose

Vaccini anti Covid: fatti, numeri, ritardi e polemiche

Fatti, numeri, ritardi e polemiche su come procede la vaccinazione anti Covid in Italia

I DATI SUI VACCINATI

Secondo i dati aggiornati alla sera del 2 gennaio 2020, le persone che vaccinate con l’antiCovid in Italia hanno raggiunto quota 52.037. Con grosse differenze: se la provincia di Trento sta al 34,8% di somministrazioni sulle dosi consegnate (seguita da Lazio, 25,3% , e Umbria, 19,8%), il Molise è all’1,7%, la Sardegna all’1,9%, la Calabria al 2,2% e la Lombardia al 3%.

I NUMERI

Calcolando che le somministrazioni sono iniziate il 31 dicembre, siamo poco sopra l’11% delle 469.950 dosi consegnate dal 30 dicembre al 1° gennaio, sottolinea il Sole 24 Ore.

LE PREVISIONI

Secondo delle stime dell’Università Tor Vergata di Roma, servirebbero nella prima fase 51mila somministrazioni al giorno per rispettare l’obiettivo di vaccinare il 90% della popolazione entro fine 2021.

LE IRE DI ARCURI

«Alcune regioni ci hanno sorpreso partendo bene, come il Lazio – ha detto il commissario Domenico Arcuri – altre sono disorganizzate», e tre lo hanno fatto infuriare: Lombardia, Molise e Calabria hanno risposto che i loro piani vaccinali semplicemente «non sono iniziati», secondo la ricostruzione del quotidiano la Repubblica.

CHE COSA SCRIVE L’ANSA

Diverse fonti regionali segnalavano ieri all’Ansa carenze di personale sanitario e di siringhe, a cui si cerca di sopperire anche con medici in pensione o volontari e le scorte degli ospedali. In alcune regioni come la Calabria, i medici sono costretti a somministrare le dosi anche fuori dall’orario di lavoro.

IL CASO LOMBARDIA E NON SOLO

In alcune strutture di Lombardia e Marche, non sarebbero invece ancora arrivate le siringhe di precisione: si è ricorso in alcuni casi alle scorte degli stessi ospedali.

LE CAUSE DEI RITARDI

Ma qual è la causa di questa partenza a rilento? A spiegarlo è la Regione stessa che individua due motivi: il piano ferie del personale sanitario e il cambio di programma nelle consegne delle dosi, sottolinea il quotidiano la Repubblica.

CHE COSA DICE LA REGIONE LOMBARDIA

«Nei giorni delle feste parte del personale ha goduto di un sacrosanto riposo — dice l’assessore Giulio Gallera — visto che dal mese di febbraio, come in nessun altra regione italiana, sono sotto pressione per la violenza con cui il virus ha colpito il nostro territorio». Pesa però anche la programmazione. Il sistema di prenotazioni e vaccinazioni pensato dai vertici della sanità regionale — la prima fase prevede la somministrazione a 343.224 tra medici, personale sanitario e residenti nelle Rsa — era stato infatti pensato per partire domani, giorno in cui era previsto l’arrivo dei primi vassoi. In realtà le 80 mila dosi sono arrivate in largo anticipo, il 30 dicembre, quando però il piano era già stato definito e i turni stabiliti.

COSA RISPONDE ARCURI

L’elenco completo dei centri vaccinali designati per la somministrazione del vaccino contro il coronavirus è «ancora in divenire, ragion per cui non si dispone ancora di un’elencazione dei centri vaccinali come da lei richiesta». È questo il messaggio del Commissario Domenico Arcuri a ZetaLuiss in risposta all’istanza di accesso civico generalizzato (Foia) inoltrata al Ministero della Salute e agli uffici per l’Emergenza Covid per richiedere l’elenco completo dei centri dove il vaccino contro il Sars-cov-2 verrà distribuito.

Parte delle siringhe comprate da Arcuri per i vaccini non sono utilizzabili. Parola di medico

I TWEET DI CARTABELLOTTA (GIMBE)

Da rimarcare il tweet di Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe specializzata nell’analisi e delle informazioni sui dati sanitari:

La verità è che non tutto è pronto, come rimarca Cartabellotta di Gimbe:

https://twitter.com/Cartabellotta/status/1345431705700757506

 

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