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Vigile Attesa

Che cosa cambia dopo il decreto del Consiglio di Stato sulla vigile attesa

Il Tar del Lazio pochi giorni fa aveva annullato la vigile attesa prevista dalla circolare del ministero della Salute per la gestione domiciliare dei pazienti Covid, ma ora il Consiglio di Stato ha sospeso la sentenza. Fatti e commenti

 

Il neopresidente del Consiglio di Stato Franco Frattini con un decreto monocratico ha sospeso la sentenza del Tar del Lazio che annullava parte della circolare del ministero della Salute sulla gestione domiciliare dei pazienti con infezione da Covid.

Ora, la sentenza del Tar verrà discussa a Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato, il prossimo 3 febbraio.

COSA DICEVA IL TAR DEL LAZIO

Per il Tar, la parte della circolare del ministero della Salute sulla gestione domiciliare dei pazienti in cui si sostiene il principio della “vigile attesa” e la somministrazione di farmaci Fans e Paracetamolo, era stata ritenuta “in contrasto con l’attività professionale così come demandata al medico, nei termini indicati dalla scienza e dalla deontologia professionale” poiché impedisce ai medici “l’utilizzo di terapie da questi ultimi eventualmente ritenute idonee ed efficaci al contrasto con la malattia”.

Per i giudici “è onere imprescindibile di ogni sanitario di agire secondo scienza e coscienza, assumendosi la responsabilità circa l’esito della terapia prescritta”.

La bocciatura da parte del Tar era arrivata a seguito di un ricorso del Comitato Cura Domiciliare.

COSA DICE IL DECRETO MONOCRATICO FIRMATO DA FRATTINI

Tuttavia, il decreto monocratico, emesso il presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini (eletto il 14 gennaio all’unanimità), chiarisce che quanto scritto nella circolare ministeriale è un insieme di consigli rivolti al personale sanitario, senza obblighi.

Nel decreto si legge che il testo della circolare “contiene, spesso con testuali affermazioni, ‘raccomandazioni’ e non ‘prescrizioni’, cioè indica comportamenti che secondo la vasta letteratura scientifica sembrano rappresentare le migliori pratiche, pur con l’ammissione della continua evoluzione in atto”.

Dunque, “non emerge alcun vincolo circa l’esercizio del diritto-dovere del medico di scegliere in scienza e coscienza la terapia migliore, laddove i dati contenuti nella circolare sono semmai parametri di riferimento circa le esperienze in atto nei metodi terapeutici a livello anche internazionale”.

COSA NE PENSA LA FEDERAZIONE DEGLI ORDINI DEI MEDICI

Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), in seguito alla sentenza del Tar aveva già detto che “nella sostanza non cambia nulla” perché proprio come sostiene ora il decreto monocratico “quelle del ministero erano solo indicazioni […] i medici erano liberi di prescrivere i farmaci a seconda dei sintomi. Il medico decide sempre sulla base del singolo paziente”.

La circolare nasceva “in un momento ben preciso, – ha chiarito Anelli – quando non avevamo cure. Oggi abbiamo gli anticorpi monoclonali e il nuovo antivirale da usarsi nelle fasi precoci della malattia. Allora si poteva solo agire sulle complicanze”.

COSA SUCCEDE ORA

Il dibattito sulla “vigile attesa” e i farmaci da somministrare o meno rimane quindi aperto fino al prossimo 3 febbraio, data in cui è stata fissata una camera di consiglio per la discussione collegiale della questione.

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