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vaccino Ebola Sudan

Il ruolo di ReiThera nel primo vaccino sperimentale contro l’Ebola Sudan

A settembre in Uganda è scoppiata un’epidemia di Ebola Sudan, per cui nessun vaccino è ancora stato autorizzato, ma ReiThera ha collaborato con il Sabin Vaccine Institute per realizzarne uno che verrà testato nei prossimi mesi. Ecco come ha partecipato la biotech con sede a Castel Romano (ma controllata da una società svizzera)

 

In Uganda, dove a settembre è scoppiata un’epidemia di Ebola Sudan, giovedì scorso sono arrivate le prime dosi di uno dei tre vaccini sperimentali selezionati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Si tratta di quello prodotto dal Sabin Vaccine Institute, il cui partner di produzione è ReiThera, la biotech con sede a Castel Romano del vaccino anti Covid made in Italy mai decollato.

COSA STA SUCCEDENDO IN UGANDA

Il 20 settembre scorso il ministero della Salute ugandese ha dichiarato che nel Paese era in corso un’epidemia di Ebola Sudan.

Da quel momento al 5 dicembre 2022, secondo i dati dello stesso ministero riportati dall’Oms, i casi totali confermati erano 142, con 55 decessi e un tasso di letalità del 39%. Sono stati aggiunti poi altri 22 casi probabili, tutti deceduti. I ricoveri sono stati 87 e i casi tra gli operatori sanitari 19, di cui 7 sono deceduti.

Tabella via Oms

Dopo l’ultimo caso confermato il 27 novembre di un bambino nato morto alla 28esima settimana di gestazione a causa della malattia, il 2 dicembre le autorità sanitarie ugandesi hanno annunciato che tutti i pazienti erano stati dimessi dalle unità di trattamento dell’Ebola e che non c’era nessun altro ricoverato. Al 5 dicembre, afferma l’Oms, non c’erano casi attivi.

IL VIRUS

L’Ebola Sudan è la malattia di Ebola causata dal virus Sudan, diverso dall’ebolavirus dello Zaire. Il virus del Sudan è stato segnalato per la prima volta nel sud dell’omonimo Paese nel giugno 1976, da allora è emerso periodicamente e finora sono stati segnalati 7 focolai (4 in Uganda e 3 in Sudan).

Carta via Oms

Il virus, spiega l’Oms, viene introdotto nella popolazione umana attraverso lo stretto contatto con il sangue, le secrezioni, gli organi o altri fluidi corporei di animali infetti come pipistrelli della frutta, scimpanzé, gorilla, scimmie, antilopi della foresta o istrici trovati malati o morti o nella foresta pluviale. Si diffonde poi attraverso la trasmissione da uomo a uomo per contatto diretto (attraverso la pelle o le mucose rotte) con il sangue o i fluidi corporei di una persona malata o deceduta a causa del virus.

LA MALATTIA

La malattia provocata da questo virus è grave e spesso fatale: i tassi di letalità delle scorse epidemie variavano dal 41% al 100%. I sintomi possono essere improvvisi e comprendono febbre, affaticamento, dolori muscolari, mal di testa e mal di gola, seguiti da vomito, diarrea, eruzioni cutanee, sintomi di compromissione della funzionalità renale ed epatica. In alcuni casi, il paziente può anche presentare emorragie sia interne che esterne.

La diagnosi può essere difficile perché le prime manifestazioni possono essere collegate ad altre malattie infettive come la malaria, la febbre tifoide e la meningite.

Attualmente non esistono vaccini o terapie autorizzate per la prevenzione e il trattamento della malattia da ebolavirus Sudan.

I CANDIDATI VACCINI

Tuttavia, nei mesi scorsi l’Oms ha selezionato tre vaccini per la sperimentazione: ChAd3-SUDV del Sabin Vaccine Institute, VSV-SUDV di Merck/IAVI e biEBOV dell’Oxford University/Jenner Institute.

L’8 dicembre, 1.100 dosi del candidato del Sabin Vaccine Institute sono arrivate in Uganda, dove saranno valutate in uno studio clinico. Il vaccino ChAd3, dichiara l’istituto, è monodose ed è risultato sicuro e in grado di suscitare un’immunità rapida, robusta e duratura, in base ai dati degli studi clinici di Fase 1 e degli studi su primati non umani.

Altre 8.500 dosi saranno messe a disposizione dell’Oms a rotazione per tutto gennaio, ma il Sabin Vaccine Institute prevede di fornirne anche altre 25.000 all’inizio del prossimo anno.

CHI È E COSA FA IL SABIN VACCINE INSTITUTE

Il Sabin Vaccine Institute, con sede a Washington, è un’organizzazione senza scopo di lucro che promuove lo sviluppo, la disponibilità e l’uso globali di vaccini. È stata la prima a fornire all’Oms il suo vaccino per contrastare l’epidemia di Ebola Sudan in Uganda.

CHI HA FINANZIATO IL VACCINO

Come dichiarato dal Sabine Vaccine Institute, il programma del suo vaccino, comprese le dosi fornite all’Oms, è finanziato dalla Biomedical Advanced Research and Development Authority (BARDA), la quale le ha accordato un contratto pluriennale per continuare lo sviluppo dei vaccini.

CHI HA COLLABORATO AL VACCINO

Dall’inizio dell’epidemia, l’istituto ha lavorato con il BARDA, il Centro di Ricerca sui Vaccini del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, la Coalition for Epidemic Preparedness Innovations e l’Oms.

L’italiana ReiThera – così definita dal Sabine Vaccine Institute – anche se, come ha già scritto in passato Start, è controllata dalla società svizzera Keires (nata dalla biotech Okairos, che aveva scoperto il vaccino contro l’Ebola ed era stata ceduta a Gsk con tutti i brevetti per 250 milioni di euro), i cui soci (Maurizio Cortese e Stefano Colloca, insieme a Jamila Louahed e Emmanuel Hanon, vicepresidenti della Gsk vaccines) controllano al 100% ReiThera – è il partner di produzione del Sabine Vaccine Institute per il vaccino contro l’Ebola Sudan.

COSA FA REITHERA PER SABIN

ReiThera, oltre ad aver messo a punto il processo di produzione e generato la sostanza attiva, ha prodotto e sta per rilasciare i flaconi che contengono le prime 9.600 dosi.

Il 26 ottobre, il  New York Times scriveva che “Sabin ha anche abbastanza materiale sfuso per produrre 40.000 dosi del suo vaccino, conservato presso un’azienda biotecnologica chiamata ReiThera, in Italia”.

“Le nostre capacità, la velocità e l’esperienza nella produzione di dosi di vaccino sfuso di alta qualità esprimono l’impegno di ReiThera a sostenere la Sabin e la comunità sanitaria globale nel rispondere all’epidemia di Ebola in corso”, ha detto Colloca, Chief Technology Officer e co-fondatore di ReiThera.

POSSIBILI OSTACOLI

Nonostante l’epidemia sia in una fase calante e dal 5 dicembre non siano più stati registrati nuovi casi, alla cerimonia di arrivo dei vaccini il ministro della Salute ugandese, Jane Ruth Aceng, ha detto che la sperimentazione del vaccino andrà avanti per poter essere pronti nell’eventualità che ricapiti in futuro.

Tuttavia, Politico sostiene che l’assenza di casi rappresenti una possibile criticità per i ricercatori che dovranno verificare se il vaccino è efficace nel prevenire la malattia.

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