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Prescrizione Antivirali

Covid, che cosa cambierà per gli antivirali

Ecco il piano dell’Aifa per semplificare la prescrizione degli antivirali, ancora troppo inutilizzati. Fatti, previsioni e numeri sulle pillole anti Covid

 

È attesa per oggi la decisione della Commissione tecnico scientifica (Cts) dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) riguardo alla prescrizione degli antivirali contro il Covid, come le pillole Molnupiravir di Merck e Paxlovid di Pfizer, da parte dei medici di famiglia.

Secondo quanto appreso da Adnkronos, è molto probabilmente che la Cts approvi il piano terapeutico almeno per Paxlovid.

COSA HA DETTO MAGRINI

Il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini, durante la conferenza stampa che si è tenuta oggi pomeriggio al ministero della Salute ha dichiarato che la Cts era ancora in corso ma “c’è un chiaro orientamento a favore per aggiungere i medici di famiglia ai prescrittori degli antivirali”, i quali saranno adeguatamente formati.

Tuttavia, ha aggiunto che “la decisione verrà sviluppata nei prossimi giorni”.

LE ANTICIPAZIONI DI SPERANZA E LOCATELLI

Già la scorsa settimana, il ministro della Salute Roberto Speranza aveva anticipato in Parlamento che l’Aifa aveva cominciato “a lavorare nella direzione di consentire attraverso i medici di medicina generale un accesso più diretto agli antivirali”.

Anche il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, aveva fatto capire che qualcosa si stava muovendo per rendere più semplice la prescrizione di questi farmaci: “È il meccanismo di prescrizione che deve essere reso più agile, e Aifa sta sviluppando una strategia per renderli prescrivibili anche dai medici di medicina generale, semmai attivando dei controlli sull’appropriatezza a posteriori”.

MANUALE D’USO PER I MEDICI DI BASE

Come riferito da Adnkronos, oggi la Cts “molto probabilmente approverà il piano terapeutico dell’antivirale Paxlovid: una sorta di ‘manuale d’uso’ per il medico di famiglia”.

A questo proposito, Guido Rasi, ex Dg di Ema e consulente del commissario all’emergenza Francesco Figliuolo, aveva detto che “formare i medici di famiglia, indicare loro in maniera precisa qual è la tipologia di pazienti a cui prescriverlo, quali le modalità d’uso e le controindicazioni” è fondamentale per un buon utilizzo di tali farmaci che possono salvare vite e alleggerire gli ospedali.

COSA NE PENSANO I MEDICI DI BASE

Si tratta di “una decisione di grandissimo rilievo in questa fase della pandemia”, ha affermato il presidente della Società italiana di medicina generale, Claudio Cricelli. “Il ruolo dei Medici di famiglia – ha aggiunto – si può rivelare determinante: i pazienti vulnerabili, fragili, anziani e i soggetti a rischio sono ben noti ai loro medici di medicina generale e grazie al loro intervento saranno trattati immediatamente a casa senza alcuna trafila burocratica ed inutili dannose attese”.

“Nel giro di poche ore – ha concluso – provvederemo a distribuire un’informazione approfondita e capillare a tutti i medici di medicina generale italiani attraverso strumenti di informazione e formazione. Abbiamo l’obiettivo di abbattere ricoveri, le terapie intensive e i decessi grazie all’impiego immediato di farmaci come gli antivirali, di cui il nostro Paese si è tempestivamente dotato”.

IDENTIKIT DEL PAZIENTE

Le pillole anti Covid sono indicate per quei pazienti che una volta risultati positivi al virus sono a rischio di evoluzione grave della malattia. Tra loro, l’Aifa comprende le persone affette da tumore ‘in fase attiva’, insufficienza renale cronica, broncopneumopatia severa, immunodeficienza primaria o acquisita, obesità, scompenso cardiaco, malattia coronarica, cardiomiopatia e diabete mellito non compensato.

Bisogna, inoltre, avere almeno 18 anni, non essere positivi all’Hiv e non essere affetti da compromissione renale ed epatica severa.

È poi fondamentale prescrivere la terapia entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi affinché sia efficace ed è proprio per questo che l’Aifa interverrà.

L’ATTUALE TRAFILA PER OTTENERE GLI ANTIVIRALI

Come denunciato a La Stampa dal virologo Francesco Broccolo dell’Università di Milano, oggi “ci vogliono circa due giorni prima che il paziente abbia la risposta dal tampone molecolare, dopodiché deve rivolgersi al medico di base e questi a sua volta deve mettersi in contatto con il reparto di malattie infettive dell’ospedale, dove il farmaco può essere prescritto e somministrato”.

Il rischio, fa notare il professore, è “perdere tempo e non riuscire a somministrare la terapia. Ed è anche un sistema discriminatorio, se pensiamo alle periferie e a tutti i centri delocalizzati che non possono accedere in tempi rapidi a un reparto ospedaliero di malattie infettive”.

COSA POTREBBE CAMBIARE

Secondo quanto riportato da Repubblica, oggi la Cts dovrebbe fornire alcune indicazioni organizzative, per esempio, facendo “in modo che i medici di famiglia possano rivolgersi a uno specialista ospedaliero per avere suggerimenti sull’uso di farmaci che vanno maneggiati con cura, sia per gli effetti collaterali che per le interazioni con altre molecole”.

Come ha spiegato Magrini ringraziando Federfarma, “questi farmaci saranno quindi in distribuzione per conto terzi in tutte le regioni”. Secondo tale meccanismo, le pillole verranno acquistate dalle Asl che le renderanno poi disponibili nelle farmacie e il paziente potrà ritirare l’antivirale direttamente in farmacia su prescrizione del medico di base.

QUANTI ANTIVIRALI SONO STATI COMPRATI E USATI FINORA

“Che i farmaci antivirali siano sottoutilizzati è indubitabile”, ha detto recentemente Locatelli che imputava la responsabilità proprio al meccanismo di prescrizione.

Secondo l’ultimo monitoraggio degli antivirali per il Covid elaborato dall’Aifa, dal 4 gennaio al 5 aprile l’Italia ha usato 16.732 delle 50 mila dosi di Molnupiravir acquistate e dal 4 febbraio al 5 aprile 6.822 dosi di Paxlovid contro le 600 mila acquistate, ovvero solo l’1,14% delle confezioni a disposizione.

Fonte: Aifa

Va ricordato anche, però, che mentre Paxlovid ha mostrato un’efficacia dell’88% anche contro Omicron, Molnupiravir si ferma invece al 30%, motivo per cui probabilmente l’Aifa presenterà un piano terapeutico solo per la pillola di Pfizer.

Non a caso Magrini ha fatto sapere che “Paxlovid sarà disponibile in 50 mila dosi al mese a partire fra un paio di mesi”, mentre su “Molnupiravir ci sarà un minore investimento”.

COSTO PILLOLE VS COSTO RICOVERI

Se i costi dei trattamenti antivirali non sono irrisori è anche vero che quelli per un ricovero in ospedale non sono certo da meno, anzi, come si legge su La Stampa, un giorno di ricovero in reparto costa 1.000 euro e in terapia intensiva 3.000 – e di media si parla di una settimana di ricovero.

Le terapie con gli antivirali, invece, si aggirano intorno ai 610 euro nel caso di Molnupiravir e 650 con Paxlovid.

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