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Bce

Vi spiego come la Corte tedesca castra la Bce (non solo sul Qe)

Tutte le conseguenze istituzionali e finanziarie della decisione della Corte costituzionale tedesca su Bundesbank e Bce. L'analisi dell'economista Domenico Lombardi, già in Banca d'Italia e al Fondo monetario internazionale

La Corte Costituzionale tedesca ha affermato che la Bundesbank non potrà partecipare più al programma di acquisto dei titoli di Stato se non vi sarà un chiarimento della Bce entro tre mesi.

Alla Bundesbank è “proibito, dopo un termine di un periodo transitorio di massimo tre mesi (necessario per il coordinamento dell’eurosistema), partecipare a decisioni anticostituzionali”, si legge nella nota, “se il consiglio della Bce con una nuova decisione non chiarirà” che con il PSPP “non proceda a obiettivi di politica monetaria sproporzionati e che abbiano effetti di politica fiscale e di bilancio”.

Ecco gli effetti istituzionali e finanziari della decisione secondo l’economista Domenico Lombardi.

Lombardi, qual è la sua prima valutazione?

E’ una decisione cha lascia sgomenti su molteplici piani perché, da un lato, non definisce incostituzionale l’adozione del Qe da parte della Bce ma, dall’altra, lancia critiche pesantissime nei confronti di vari soggetti istituzionali europei e persino tedeschi. Soprattutto, delinea un perimetro di azione molto preciso per il governo tedesco e le sue agenzie, inclusa la Bundesbank, cui dovranno attenersi in futuro.

Che cosa cambia per la Bundesbank?

Sinora la Bundesbank pur dissentendo da molte decisioni importanti prese dalle Bce sulle misure non convenzionali le ‘subiva’ rimanendo compostamente nei ranghi. D’ora in poi, la Corte tedesca impone alla Bundesbank di verificare che qualsiasi decisione della Bce sia presa bilanciando in modo esplicito i costi e benefici, così come definiti, tuttavia, dalla stessa Corte. Per esempio, tassi di interesse bassi o negativi per un periodo protratto sono da intendersi come ‘costo’ con cui soppesare eventuali benefici. Molti economisti non concorderebbero con questo “nuovo approccio metodologico”.

E se i chiarimenti della Bce non convincessero la Corte tedesca, che cosa succederebbe?

La Corte richiede alla Bce di riadottare il QE, in particolare il suo programma principale noto come PSPP, con una nuova decisione che espliciti una chiara e formale analisi dei costi e dei benefici. In caso contrario, istruisce la Bundesbank di non aderire e addirittura di smantellare gli effetti di analoghe decisioni prese in passato.

Quindi?

In pratica, la Bundesbank potrebbe non approvare più le misure non convenzionali e persino vendere i titoli di Stato (per lo più tedeschi) in portafoglio. Tecnicamente, il QE potrebbe sempre andare avanti, ma senza il sostegno dell’azionista di riferimento diventerebbe politicamente insostenibile.

Stando alla Corte i programmi di acquisti di bond contrastano con le competenze della stessa Bce. Per la prima volta nella storia della repubblica tedesca, l’organo principale della giustizia del paese afferma che le misure prese da un organo europeo “non sono coperte dalle competenze europee” e per questo “non potrebbero avere validità in Germania”. E’ esatto?

La Corte, pur riconoscendo che non sia possibile dichiarare illegittimo il QE, aggiunge che la Bce ha ecceduto nel suo mandato e critica la Corte europea addebitandole di non sorvegliare giuridicamente in modo adeguato le decisioni della stessa Bce. L’Eurozona è già frammentata su molteplici livelli ma con questa decisione si aggiunge un’ulteriore dimensione di frammentazione che è quella legale.

Sono prove tecniche della Germania per sfilarsi dall’Unione monetaria? Altro che Italexit…

Credo l’intento sia di limitare in modo cogente il perimetro di discrezionalità delle agenzie europee e, con esse, l’intensità del processo di integrazione inevitabilmente legata alla loro efficacia. In tal modo, si evitano in radice le premesse per un’evoluzione dell’Unione in senso federalista. Fermo restando che ciascuno può avere le sue opinioni, lascia sgomenti che sia una Corte costituzionale ad imporlo.

La sentenza non si applica dunque al Pepp, il programma pandemico di acquisto da 750 miliardi di euro che la Bce ha lanciato il 18 di marzo per fornire un sostegno all’economia e attenuare le tensioni sui mercati?

Tecnicamente è corretto ma la portata politica della decisione si estende, implicitamente, a tutti gli ambiti della politica monetaria non convenzionale, smorzandone la spinta.

Come sarà accolta la sentenza dalla Bce?

Stanno già emergendo dei conflitti di competenza. Al di là degli aspetti giuridici, che vanno valutati dai giuristi, il ‘chilling effect’ di questa decisione è senza precedenti, a meno che il governo tedesco non ci metta una pezza. Vedremo.

@domeniclombardi

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