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Angela Merkel

Vi racconto i piani della Germania sulla riapertura

Come si discute e come si decide in Germania sulla fase 2 con le riaperture progressive di attività economiche e scuole. L'approfondimento di Pierluigi Mennitti da Berlino

Questa mattina l’Austria ha rimesso in moto i suoi motori. Gradualmente, con prudenza, ma la vita riprende, a cominciare dalle città. Riaperti i piccoli negozi, i grandi magazzini del bricolage e fai da te, i vivai e i mercati di fiori e piante. I clienti sono però obbligati a indossare le mascherine e a rispettare contingentamenti e distanze di sicurezza. Mascherine obbligatorie anche sui mezzi pubblici. Se la curva delle infezioni non tornerà a salire senza controllo, da maggio la riapertura si estenderà ad altri esercizi commerciali. La scelta austriaca, annunciata la scorsa settimana, ha fatto da apripista anche per altri paesi Ue. La Repubblica Ceca ha riaperto oggi i confini per i lavoratori pendolari e alcuni negozi, in Danimarca, da domani, ripartono scuole e asili, in Spagna già ieri si sono rimesse in moto alcune fabbriche e cantieri edili, anche in Italia c’è qualche timido accenno di ripresa con librerie e negozi per bambini.

ESPERTI: RIPARTIRE AL PIÙ PRESTO DALLE SCUOLE ELEMENTARI

Anche la Germania è alle prese con il suo piano di riaperture dopo il lockdown morbido delle ultime settimane, che ha permesso alla curva dei contagi di abbandonare la sua crescita esponenziale e mantenersi sotto il limite di sicurezza del suo generoso sistema ospedaliero (letti di terapia intensiva portati a 40 mila e nuovi posti ancora in costruzione). Qualche giorno fa Angela Merkel aveva detto che i politici avrebbero scelto le modalità della ripresa confortati da studi di esperti e aveva fatto cenno al lavoro degli esperti della Leopoldina, l’accademia nazionale istituita nel 1652 che ha annoverato fra i suoi membri scienziati come Marie Curie, Max Planck e Albert Einstein. I loro successori (un gruppo di lavoro composto da 26 esperti) hanno sfornato proprio ieri il loro ventaglio di “consigli concreti” volti a bilanciare le esigenze sociali ed economiche di un ritorno alla vita normale con quelle sanitarie di contagi gestibili dagli ospedali. La differenza più grande rispetto alle misure decise in Italia riguarda la scuola. Il piano prevede “non appena possibile” una graduale riapertura delle scuole, a partire dalle classi elementari dove gli scolari sono più legati al rapporto diretto con insegnanti ed educatori, mentre ai livelli superiori possono avere efficacia le lezioni online e a distanza. I corsi dovranno concentrarsi soprattutto sulle materie di tedesco e matematica. L’anno scolastico non verrà così sospeso, anche se questa ripresa comporterà obblighi organizzativi che l’associazione delle scuole sta iniziando a studiare: classi ridotte, turnazione, fornitura di disinfettanti, adozione di misure di distanza, tuttavia non facili da trasmettere ai bambini delle classi più piccole. Per questo i saggi non consigliano la riapertura degli asili, se non per l’assistenza straordinaria per le famiglie che non possono tenere i bambini in casa.

NESSUN ISOLAMENTO PER GLI ANZIANI, SÌ AL TRACCIAMENTO VOLONTARIO

La gradualità è il mantra anche per la ripresa delle altre attività, dai negozi agli alberghi fino agli uffici pubblici, a condizione che vengano rispettate le già note misure igieniche. In un secondo tempo, un po’ alla volta, sarà il turno degli eventi, mentre per il ritorno degli spettatori negli stadi di calcio gli esperti della leopoldina sono stati categorici: sarebbe opportuno non riaprire prima del vaccino che metterà fine alla pandemia. La Bundesliga rischia così un anno e più di partite a porte chiuse. Venerdì prossimo la lega calcio tedesca deciderà se e come riprendere il campionato interrotto.
Mascherine obbligatorie sui mezzi pubblici ma nessun isolamento coatto per anziani o specifici gruppi a rischio. Si tratterebbe di una tutela paternalistica, sostengono gli esperti, molto attenti alla natura giuridica delle misure restrittive in vigore: tali misure devono essere verificate continuamente per valutare se non sia preferibile adottare altri provvedimenti, come l’utilizzo volontario di app per il tracciamento dei movimenti.

CONTENERE IL NUOVO INDEBITAMENTO

Gli esperti della Leopolina, tra cui figurano anche economisti come Lars Feld, capo del gruppo dei saggi che consigliano governo e parlamento, non hanno lesinato consigli anche sul piano economico, interessanti per capire quali orientamenti generali prenderà l’esecutivo. Prudenza nell’intervento dello Stato nel capitale delle aziende private, consigliato solo per stabilizzare la situazione finanziaria delle imprese e adozione di misure pubbliche specifiche per contenere la crisi: alleggerimenti fiscali, anticipo dell’abolizione della tassa di solidarietà (quella originariamente pensata per finanziare l’economia dei Länder orientali), investimenti pubblici in sanità, infrastrutture digitali e tutela del clima. Ma soprattutto, occhio al tetto dei debiti: la crisi pandemica permette un maggiore indebitamento, ma il ritorno alla normalità deve prevedere una riduzione dei nuovi debiti.

DOMANI LA DECISIONE NELL’INCONTRO CON I PRESIDENTI REGIONALI

Angela Merkel aveva anticipato che il canovaccio della Leopoldina sarà alla base delle decisioni che verranno prese in settimana. Domani è prevista la riunione online con i presidenti dei Länder per definire il percorso della ripresa e sarà importante capire i margini di compromesso fra le posizioni più aperte del presidente del Nordreno-Vestfalia Armin Laschet e quelle più prudenti del leader bavarese Markus Söder. I due hanno polarizzato le posizioni nei confronti regionali, alcuni commentatori politici descrivono anche uno scontro sotterraneo in vista di future candidature alla cancelleria. Finora però la cancelliera ha avuto successo nel contenerle in una linea comune che, guardando la curva dei contagi, ha prodotto buoni risultati.

SCONTRO SPD-CDU SU OBBLIGAZIONI EUROPEE PER IL FONDO DI RICOSTRUZIONE

Sempre sul piano economico, l’ultima segnalazione arriva dal fronte di ipotetiche obbligazioni europee. Nel dibattito sul fondo da 1.500 miliardi allo studio della Commissione europea per la ricostruzione dell’economia dopo la crisi pandemica si delineano due posizioni differenti all’interno del governo tedesco sul suo finanziamento. L’Handelsblatt, citando fonti diplomatiche europee, scrive che il ministro delle Finanze socialdemocratico Olaf Scholz non escluderebbe l’ipotesi che il programma di ricostruzione venga finanziato anche attraverso obbligazioni europee. Ma gli Stati dovrebbero garantire solo in parte, a secondo della propria quota nell’economia europea. Una proposta che si scontra con lo scetticismo del partner di governo conservatore (Cdu-Csu): l’esperto di bilancio della Cdu Eckhardt Rehberg ammonisce “a non avallare la costruzione di nuove strutture nell’Ue”, conclude l’Handelsblatt, e nel partito cresce il sospetto che l’Ue voglia assicurarsi dietro le quinte nuove competenze.

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