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Macron Sottomarini

Tutti i problemi del Green pass in Francia

Che cosa sta succedendo davvero in Francia sul Green pass. L'articolo di Enrico Martial

 

In Francia, dal 21 luglio i luoghi che ospitano più di 50 persone hanno l’obbligo di permetterne l’accesso soltanto con il Green pass o con un test più recente di 72 ore. Entrambi possono essere presentati in cartaceo oppure attraverso l’app “TousAntiCovid”, ma il punto è che tocca ai gestori effettuare il controllo.

Nel primo giorno di esercizio, sembrava che fosse anche necessario verificare il documento di identità, ma il primo ministro Jean Castex ha escluso quest’onere in una intervista televisiva alle 13 su TF1. Le Monde ha fatto una ricognizione in diversi luoghi aperti al pubblico, dal Théâtre des Halles di Parigi dove su 200 entranti sono state escluse solo tre persone prive di pass, o al New Morning dove pare che l’onere dei controlli sia accettato faticosamente, come male minore rispetto alle chiusure, al Couvent Levat di Marsiglia dove ci si chiede se spetta a loro svolgere un ruolo che ritengono andrebbe affidato alla polizia. Al parco tematico Asterix, nella regione parigina (Oise), i pass non hanno posto particolari problemi. La SNCF, sui cui treni a lunga percorrenza si accederà con il pass a partire dall’inizio di agosto, ancora si chiede come si faranno i controlli.

Le Figaro ha dato notizia dell’attitudine più conciliante del Presidente Macron sulle misure, per esempio con la riduzione delle multe per i gestori inizialmente previste a 45mila e poi scese a 1000 euro, e 9000 euro in caso di tripla violazione delle disposizioni. L’uso del green pass, per almeno una settimana, avviene con flessibilità, per facilitarne l’apprendimento.

I circa 115mila manifestanti no-vax e contrari al Green pass del fine settimana hanno un po’ rivitalizzato i gilet gialli, si sono visti atti vandalici in centri periferici per le vaccinazioni, nel dipartimento dell’Isère (nel Vercors, in zona rurale) e nei Paesi baschi francesi, a Urrugne, a 7 km dalla frontiera spagnola.

Di maggiore preoccupazione restano gli oneri per le categorie interessate. In parte, questa eco è risuonata nell’aula dell’Assemblea nazionale, che il 22 luglio ha visto la presentazione di 200 emendamenti al progetto di legge che articola le ulteriori a partire dal mese di agosto. Erano 600, ma sono stati sfoltiti in commissione legislativa, che ha lavorato il giorno precedente dalle 15 alle 4 del mattino. Sono volate parole grosse, anche guardando alle elezioni presidenziali del prossimo anno: con critiche sulla mancanza di chiarezza delle disposizioni a cui la maggioranza ha risposto con accuse di disinformazione persino in aula parlamentare. Il difensore civico nazionale (Défenseure des droits), Claire Hédon, si è lamentata del procedimento legislativo accelerato, su un tema così delicato per le libertà individuali.

L’obiettivo del governo Castex e del Presidente Macron è di giungere a 43 milioni di vaccinati al rientro di settembre. Lo scopo del Green pass, secondo il portavoce del governo, Gabriel Attal, sempre su TF1, il 22 luglio, è di frenare l’epidemia senza nuovi lockdown.

In Francia, più di cinque milioni di persone con comorbidità non sono stati vaccinate, i casi sono 21mila, le persone in ospedale circa 7000, di cui 900 in rianimazione. Una serie di misure sono allo studio in caso di crescita ulteriore dei casi: ritorno dell’obbligo di mascherina all’interno o negli spazi esterni, come attualmente all’Ile de Ré o in 45 comuni turistici della costa atlantica, e coprifuoco per bar e ristoranti alle 23, come nel dipartimento dei Pirenei orientali, che lo applica dal 13 luglio, e che è arrivato a un’incidenza di 345 casi su 100mila abitanti. La media nazionale è di 86 per 100mila abitanti, ma le fiammate sono locali: con tassi di crescita di sette volte in Corsica, oppure del 170% nella Regione di Marsiglia.

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