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Decreto

Fisco, ecco proroghe, versamenti e bluff del decreto

Che cosa prevede sul fisco il decreto pubblicato il 9 aprile in Gazzetta Ufficiale con l'analisi del commercialista Giuliano Mandolesi pubblicata su Italia Oggi

Lo stop al versamento di contributi previdenziali e assistenziali, nonché dei premi assicurativi, per i lavoratori, disposto dal decreto Imprese, vale oltre 6,5 miliardi. Lo quantifica la Relazione tecnica al decreto, elaborata dalla Ragioneria generale dello Stato. Si tratta, nello specifico, di 1,5 miliardi per aprile, relativi a dipendenti e collaboratori, e 5 miliardi per maggio, di cui 1,8 per dipendenti e collaboratori e 2,7 miliardi per gli autonomi, più 550 milioni di mancata contribuzione Inail.

IL TESTO INTEGRALE DEL DL CREDITO PUBBLICATO IN GAZZETTA UFFICIALE

Queste cifre si sommano a 4,34 miliardi di ritenute tributarie sospese per i due mesi e 5,5 miliardi di Iva, più 930 milioni di ritenute sugli autonomi. In totale, sono 10,8 miliardi di tributi e 6,5 miliardi di contributi sospesi, quindi un valore di 17,3 miliardi, che pero’ non iscrive oneri a carico del bilancio pubblico, atteso che la ripresa dei versamenti avvenga entro il 2020.

Ma dietro lo stop si cela uno tsunami fiscali che si concentrerà a giugno. Ecco un estratto dell’articolo del commercialista Giuliano Mandolesi pubblicato oggi sul quotidiano economico e fiscale Italia Oggi:

La potenza di fuoco del decreto liquidità rischia di essere completamente annichilita dall’ingorgo fiscale di pagamenti concentrato a giugno, mensilità che rischia di rivelarsi fatale per le imprese dal punto di vista degli esborsi. Nel mese del tax day e del versamento dell’Imu infatti, imprese e professionisti saranno chiamati anche a saldare sia le imposte attualmente sospese con il dl 9/2020 e il dl 18/2020 (il cura Italia), sia quelle in scadenza nei mesi di aprile e maggio bloccate invece dal «decreto liquidità».

Tra quelle congelate dai decreti cura Italia e dal covid-bis, vi sono i pagamenti di ritenute, iva e contributi del mese di marzo ed aprile per pmi e filiere, i pagamenti degli atti impositivi (cartelle e accertamenti) e le rate scadute il 28/2 ed il 31/3 di rottamazione ter e saldo e stralcio. Le sospensioni previste nel decreto liquidità, riguarderanno invece i pagamenti di imposte e contributi e Iva scandenti nelle mensilità di aprile e maggio e saranno concessi solo ai contribuenti con una contrazione dei ricavi e compensi.

IL TESTO INTEGRALE DEL DL CREDITO PUBBLICATO IN GAZZETTA UFFICIALE

Si partirà dal 1 giugno con il rientro delle rate posticipate e scadute di rottamazione ter e saldo e stralcio e la restituzione al fisco di tutti i versamenti sospesi in forza dell’emergenza sanitaria relativi ai mesi di marzo ed aprile riguardanti pmi, residenti in zone rosse e filiere (se non rientrati nei parametri della sospensione decreto liquidità). Sempre il 1 giugno inoltre, vi è in scadenza un’altra rata del piano di dilazione della rottamazione ter che va a sovrapporsi a quella posticipata.

Si passa poi al 16 giugno, data in cui le imprese oltre a dover pagare Iva, contributi e ritenute di competenza del mese di maggio, saranno chiamare alla cassa anche per il versamento dell’acconto Imu, la patrimoniale sul mattone. Il 30 giugno invece, il giorno del tax day, oltre al versamento delle imposte autoliquidate ovvero irpef, ires e Irap dell’anno 2019, i contribuenti dovranno rifondere al fisco tutti i versamenti sospesi con il dl liquidità relativi ai mesi di aprile e maggio.

Come se non bastasse, sempre entro il 30 giugno, i contribuenti dovranno regolarizzare anche i pagamenti sospesi nel periodo tra l’8 marzo e il 31 maggio di cartelle AdER, avvisi di accertamento dell’Agenzia delle entrate, avvisi di addebito degli enti previdenziali.

IL TESTO INTEGRALE DEL DL CREDITO PUBBLICATO IN GAZZETTA UFFICIALE

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