Il dado è tratto. Luigi Di Maio lascia il Movimento 5 stelle per i dissidi sulla politica estera con i vertici dei grillini, ossia sia il presidente Giuseppe Conte.
Mentre fonti interne al Movimento spifferano di un forte attrito fra Conte e Grillo.
Sarà davvero così? Si vedrà.
Molti, comunque, avevano interpretato il post di oggi sul blog di Beppe Grillo come una critica indiretta al ministro degli Esteri per i rapporti con il Movimento.
Comunque la storia di Luigi Di Maio nel Movimento 5 Stelle è giunta ai titoli di coda.
La scissione si è consumata dopo giorni di tensioni tra Di Maio e il capo politico del M5s, Giuseppe Conte. “Quella di oggi è una scelta sofferta che mai avrei immaginato di dover fare. Dovevamo scegliere da che parte stare della storia – ha detto il ministro in conferenza stampa – È da irresponsabili picconare il governo”. Di Maio ha difeso l’operato del premier Mario Draghi e criticato gli errori del M5s sulla politica estera ma anche su alcuni eccessi del passato. Prima di incontrare i giornalisti Di Maio è salito al Quirinale per un colloquio con il presidente Sergio Mattarella.
A seguire il titolare della Farnesina ci sono anche pezzi importanti del governo, come la viceministra Laura Castelli (Economia). Poi i sottosegretari: Manlio Di Stefano (Esteri), Dalila Nesci (Sud), Anna Macina (Giustizia) e Pierpaolo Sileri (Salute). Qualcuno, come l’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede, non se l’è sentita e ha preferito restare tra gli stellati, ma la campagna acquisti è tutt’altro che chiusa. Lo scouting non è finito. Ci sono ex ministri che potrebbero presto riunirsi con i dimaiani. Anche perché sulla truppa M5S c’è sempre lo spettro della tagliola dei due mandati. Non a caso, tra i grillini che hanno seguito l’ex leader ci sono diversi volti storici: da Carla Ruocco (ex esponente del direttorio) all’ex tesoriere Sergio Battelli, dall’ex capogruppo alla Camera Francesco D’Uva, compresi Mattia Fantinati e Gianluca Vacca.
(articolo aggiornato alle ore 22)