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Banca D'Italia

Chi sarà il direttore generale della Banca d’Italia dopo Daniele Franco? Fatti e rumors

Chi sarà il direttore generale della Banca d'Italia dopo la nomina di Daniele Franco a ministro dell'Economia? Gli auspici del governatore Visco verso Cipollone (già con Conte a Palazzo Chigi) e l'ipotesi Signorini, molto gradita (pare) a Draghi. Fatti, nomi e rumors

 

Chi prenderà il posto di Daniele Franco alla direzione generale della Banca d’Italia?

E’ la domanda che si pongono non solo a Palazzo Koch dopo la nomina di Franco a ministro dell’Economia nel governo Draghi.

La nomina del nuovo direttore generale di Banca d’Italia potrebbe avvenire già nella riunione del consiglio superiore dell’Istituto centrale in programma giovedì 25 febbraio.

Per la successione a direttore generale di Bankitalia e presidente dell’Ivass (l’autorità di vigilanza sulle assicurazioni) sono candidati naturali gli attuali tre vicedirettori generali della Banca d’Italia, ossia Alessandra Perrazzelli, Piero Cipollone e Luigi Federico Signorini.

Ma sono due i nomi in prima fila per la successione a Franco: Cipollone e Signorini.

Per Il Messaggero, il favorito è Cipollone: “Una risorsa cresciuta all’interno di Palazzo Koch dove è entrato nel 1993 dopo la laurea in Economia alla Sapienza oltre ad alcuni master”, scrive oggi Rosario Dimito del quotidiano di Caltagirone interpretando le mosse – o meglio gli auspici – del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco.

Cipollone è stato “uno dei consiglieri più fidati e decisivi del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte”, ha ricordato di recente il quotidiano Il Tempo.

Sarà anche per questo che l’attuale presidente del Consiglio, Mario Draghi, gradirebbe Signorini?

Si vedrà.

Signorini è in Banca d’Italia dal 1982 (all’inizio si occupava del centro studi) e può vantare una vasta conoscenza di Bankitalia e della finanza pubblica. È membro del direttorio e vicedirettore generale dal 2013, ed è stato confermato nel 2019.

A inizio 2019 Signorini e con lui tutta Banca d’Italia subirono un duro attacco da parte del primo governo Conte. A spingere per un cambiamento nella governance di Via Nazionale erano soprattutto i due vicepremier del primo governo Conte, ossia Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ha ricordato l’agenzia MF-Dow Jones.

La conferma di Signorini, il cui mandato scadeva a fine febbraio di quell’anno, fu tenuta a bagnomaria dall’esecutivo giallo-verde perché alcuni settori della maggioranza M5s-Lega non spingeva, anzi, per un reincarico a Signorini.

La querelle si sciolse con la decisione di Salvatore Rossi, allora direttore generale di Palazzo Koch e oggi presidente di Tim, di lasciare la Banca d’Italia dal 9 maggio 2019.

A Rossi subentrò Fabio Panetta, chiamato dopo pochi mesi a far parte del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea (Bce).

Al posto di Panetta fu indicato come direttore generale Daniele Franco, rientrato nel maggio 2019 in Bankitalia dal ministero dell’Economia, dove ricopriva l’incarico di Ragioniere Generale dello Stato quando fu oggetto di strali da parte di ampi settori del Movimento 5 Stelle.

Con Franco al Tesoro e Signorini alla direzione della Banca d’Italia l’attapiramento del Movimento 5 Stelle sarebbe completo.

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