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Che cosa hanno detto Draghi, Speranza e Cartabia su giustizia, Green pass e vaccini

La trascrizione della conferenza stampa tenuta da Draghi, Speranza e Cartabia

Trascrizione della conferenza stampa tenuta da Draghi, Speranza e Cartabia giovedì 22 luglio 2021. (fonte: Palazzo Chigi)

INTRODUZIONE

Presidente Draghi: Questa conferenza stampa è stata organizzata per informarvi delle questioni discusse nel Consiglio dei Ministri di oggi: una riguarda i provvedimenti presi dal Consiglio dei Ministri in tema di emergenza Covid-19 e la seconda è per informarvi di un passaggio abbastanza rapido in Consiglio dei Ministri per ciò che riguarda la giustizia – e questo spiega la presenza della Ministra Cartabia a questa conferenza stampa.

I dettagli e le esposizioni delle varie cose saranno fatti rispettivamente dai due Ministri ma ritengo del Ministro Speranza abbia più da dire su quello che è stato discusso che non la Ministra Cartabia, perché effettivamente il passaggio è stato rapido. In un certo senso la sua presenza qui è un impegno a tenervi informati sempre in tema di cambiamenti di giustizia man mano che questi potranno avere luogo.

Iniziamo con una constatazione: l’economia italiana va bene, si sta riprendendo, e l’Italia cresce ad un ritmo anche superiore a quello di altri Paesi europei. La variante Delta del virus è minacciosa perché si espande molto più rapidamente di altre varianti. Altri Paesi europei sono più avanti di noi nei contagi ma abbiamo imparato che, senza reagire subito, la realtà che a noi pare distante di altri Paesi, si presenta da noi con un intervallo relativamente ravvicinato. Quindi quello che vediamo succedere in Francia, Inghilterra e Spagna noi dobbiamo immaginare, assumere, che potrà ripetersi in Italia in assenza di provvedimenti.

Quindi, dicevo, l’economia italiana va bene. Ho detto tante volte – o varie volte – che per l’Italia questo è momento favorevole, continua ad esserlo ma, perché continui ad esserlo, occorre agire sul fronte del Covid-19.

I provvedimenti che abbiamo preso noi oggi – e che poi il Ministro Speranza vi illustrerà – sono importanti perché introducono l’utilizzo della “certificazione verde” su base piuttosto estensiva.

Ma dobbiamo ricordarci che il merito di questo miglioramento, finora essenzialmente è stato della campagna vaccinale. Vorrei dire due parole sulla campagna vaccinale perché, prendere coscienza dei miglioramenti che ha avuto e della velocità a cui sta andando, serve anche a rassicurare, a tranquillizzare.
Circa due terzi degli italiani con più di 12 anni ha ricevuto almeno una dose di vaccino; oltre la metà degli italiani ha completato il ciclo vaccinale. L’obiettivo che il generale Figliuolo si diede di somministrare almeno 60 milioni di dosi di vaccino entro il 20 luglio è stato superato; ad oggi abbiamo inoculato circa 105 dosi ogni 100 abitanti come la Germania, più di Francia e Stati Uniti. Il 90% dei nostri ultraottantenni, l’80% circa dei nostri settantenni – sono i gruppi più esposti ai rischi del Covid-19 – sono completamente vaccinati. La pressione sugli ospedali è fortemente diminuita: oggi abbiamo circa 1300 persone ricoverate contro le oltre 30.000 di 4 mesi fa, e circa 160 persone in terapia intensiva a fronte di 3.500 soltanto a fine marzo. I decessi sono diminuiti: ieri si sono registrati, purtroppo, 21 decessi contro quasi 400 di 4 mesi fa.

Sostanzialmente quindi la situazione è in forte miglioramento, ma c’è lo sviluppo di questa campagna. Tenete presente che alcune proiezioni, fatte qualche mese fa, prevedevano che per la metà di luglio ci sarebbero stati 1.324 decessi. Ce ne sono stati da 7 a 20 (il numero specifico non lo ricordo). Per cui quelle proiezioni si facevano sulla base di una realtà molto peggiore di quella che stiamo vivendo noi oggi.

La campagna vaccinale ha permesso all’economia di riprendersi: la produzione industriale è cresciuta del 1,2% rispetto ai tre mesi precedenti; l’occupazione è in aumento; la quota di lavoratori inattivi è in calo e con la stagione estiva ci aspettiamo un’ulteriore ripresa delle attività nel settore dei servizi.

Quindi invito tutti gli italiani a vaccinarsi e a farlo subito. Devono proteggere sé stessi, le proprie famiglie.

Una breve considerazione sulla “certificazione verde”.

Primo. Che sia chiaro: il Green Pass non è un arbitrio, è una condizione per tenere aperte le attività economiche. Anche nella definizione dei parametri che c’è stata, la scelta lì era tra procedere normalmente e quindi molte Regioni sarebbero andate in giallo perché i parametri precedenti sarebbero stati superati, oppure introdurre il Green Pass, cambiare i parametri in maniera tale da tenere le Regioni in zona Bianca ma con il Green Pass.

Questo è quello che volevo dire come introduzione. Per quanto riguarda poi la parte della Giustizia, c’è stato un breve passaggio in cui ho chiesto al Consiglio dei Ministri l’autorizzazione a porre la fiducia in Parlamento quando si fosse arrivati alla discussione in aula e alla votazione.

Siccome c’è stato un testo approvato all’unanimità dal penultimo Consiglio dei Ministri, questo è il punto di partenza su cui appunto è stata richiesta la fiducia, dicendo nello stesso momento che siamo aperti a miglioramenti di carattere tecnico, come d’altronde dissi all’epoca della discussione su quel testo del Consiglio dei Ministri.

Quindi oggi ho chiesto la fiducia su questo. Qualora vi fossero dei miglioramenti tecnici importanti noi siamo molto disponibili a questo – la Ministra Cartabia è molto disponibile a questo – e, qualora vi fossero questi miglioramenti, si tratterà di ritornare a fare un passaggio in Consiglio dei Ministri per l’autorizzazione a richiedere la fiducia in Parlamento anche sui nuovi testi.

Ora mi fermo e dò la parola al Ministro Speranza.

Ministro Speranza: Grazie Presidente. Molto brevemente, il contenuto del decreto che abbiamo appena approvato si può racchiudere attorno a tre questioni fondamentali.

La prima è una proroga dello stato di emergenza al 31 dicembre di quest’anno.

La seconda è un cambio dei parametri che consentono il cambio di colore alle Regioni. Come sapete a questi colori sono poi connesse misure di contenimento che noi abbiamo disposto nel corso dei mesi. Fino a pochi mesi fa, il parametro prevalente era l’RT, ultimamente il parametro decisivo è stato riconosciuto nell’incidenza, quindi sostanzialmente nel numero dei casi (il numero che noi abbiamo utilizzato è quello del numero dei casi ogni 100.000 abitanti alla settimana). La modifica sostanziale che facciamo, in accordo con le Regioni con cui ci siamo confrontati, è quella di considerare come parametro prevalente per il cambio di zona il tasso di ospedalizzazione. In particolare, una Regione che oggi è in zona bianca – in questo momento tutte le Regioni italiane sono in zona bianca – passerà in zona gialla soltanto quando il tasso delle terapie intensive supererà il 10% e contemporaneamente il tasso di occupazione dell’area medica supererà il 15%. Le stesse Regioni potranno passare invece in arancione quando il tasso delle terapie intensive supererà il 20% e contemporaneamente quello dell’area medica supererà il 30%. Si andrà invece in area rossa quando il tasso di occupazione delle terapie intensive supererà il 30% e quello dell’area medica il 40%.

La ragione di questo cambio è dovuta esattamente alle motivazioni che prima venivano indicate dal Presidente Draghi. Oggi il nostro Paese, a differenza di pochi mesi fa, ha somministrato oltre 63 milioni di dosi. L’aspettativa quindi è che ci possa essere anche una maggiore circolazione virale senza una ricaduta sulle ospedalizzazioni forte come c’è stato nella fase precedente. Quindi è giusto che in questa fase il driver fondamentale per il cambio di zona sia esattamente costituito dalle ospedalizzazioni.
Il terzo ambito su cui noi interveniamo è l’estensione del Green Pass. Il Green Pass è uno strumento con cui gli italiani hanno a che fare da diverse settimane. In poche settimane sono stati oltre 40 milioni il numero di “certificazioni verdi” scaricate dagli italiani. Questo è il dato di questa mattina alle sette: 40.067.000. È un numero altamente significativo, importante. Permettetemi di ringraziare anche il Ministro Colao e il Ministro Franco che hanno lavorato nella gestione di questa operazione tutt’altro che semplice.

Noi già oggi, prima dell’approvazione di questo decreto, abbiamo utilizzato questo strumento per alcune fattispecie particolari: per partecipare per esempio a un matrimonio si utilizzava già il Green pass; per entrare in una RSA e visitare un proprio caro si utilizzava il Green pass.

Con questo decreto estendiamo in maniera piuttosto significativa l’utilizzo di questo strumento ad altre attività e ad altri servizi. Tra questi: i servizi di ristorazione svolti da qualsiasi esercizio per il consumo al tavolo al chiuso; gli spettacoli aperti al pubblico, gli eventi e le competizioni sportive; i musei e gli altri istituti e luoghi della cultura; le piscine, le palestre e i centri benessere; le fiere e le sagre, i convegni, i congressi; i centri termali, i parchi tematici e di divertimento; i centri culturali, i centri sociali e ricreativi; le attività di sale gioco, sale scommesse, sale bingo, casinò; e, ancora, le procedure concorsuali.

Il messaggio che vogliamo dare è un messaggio positivo. Noi vogliamo evitare che una crescita del contagio porti a nuove chiusure generalizzate e lo strumento fondamentale che abbiamo in questa stagione è proprio quello della vaccinazione.

Quindi il messaggio di fondo che credo come Governo vogliamo dare, nel modo più fermo e più convinto, è vaccinarsi, vaccinarsi, vaccinarsi. Perché questa è la strada principale se vogliamo provare a metterci alle spalle la stagione così difficile che abbiamo vissuto.

DOMANDE

Alfredo Cardone (TG2): Buonasera Presidente, dalle sue parole cogliamo anche un certo ottimismo. Dunque da un lato bisognerà continuare a convivere, certamente in sicurezza, con il virus, dall’altro c’è il tentativo del Governo di scongiurare l’incubo di nuove chiusure. In questa prospettiva allora le chiedo che estate è lecito attendersi? Sarà un’estate più serena per gli italiani?

Presidente Draghi: L’estate è già serena e vogliamo che rimanga tale. Il Green pass è una misura con cui gli italiani possono continuare a esercitare le proprie attività, a divertirsi, ad andare al ristorante, a partecipare a spettacoli all’aperto, al chiuso, con la garanzia però di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose. In questo senso è una misura che, nonostante abbia chiaramente delle difficoltà di applicazione, dà serenità, non che toglie serenità.  Grazie

Stefano Ferrante (TG La7): Buonasera, la mia domanda è sulla giustizia. Il Consiglio dei Ministri ha autorizzato la fiducia però avete detto di essere molto disponibili ad accogliere miglioramenti e modifiche di carattere tecnico. È lo spazio per quelle modifiche che hanno richiesto i 5 Stelle, con forza il leader in pectore Giuseppe Conte nei giorni scorsi; uno spazio da contrattare evidentemente con tutta la maggioranza se poi si arriverà a un maxi emendamento che modificherà ulteriormente questa riforma. A che punto è questa mediazione, questa elaborazione di modifiche, con i contatti con Conte, con i 5 stelle, su cosa può arrivare questa mediazione, e se temete eventualmente un insuccesso di questa mediazione e conseguenze per la maggioranza.

Presidente Draghi: La richiesta di autorizzazione a chiedere la fiducia è dovuta al fatto di dover porre un punto fermo: c’è un testo che è stato approvato ripeto all’unanimità dal Consiglio dei Ministri e da lì si parte. Secondo, c’è tutta la buona volontà ad accogliere cambiamenti, emendamenti a questo testo che, primo, siano di carattere tecnico e non stravolgono l’impianto della riforma e, secondo, siano condivisi. Quindi non mi riferirei soltanto agli emendamenti presentati da una parte perché anche le altre parti hanno presentato emendamenti e anche l’interlocuzione con la magistratura e con altre parti ha arricchito la discussione e quindi da parte del Governo c’è la massima buona volontà a sentir tutti. Prego.

Ministro Cartabia: Si solo due parole. Intanto grazie dell’occasione di raccontare brevemente almeno un punto metodologico, che questo punto di mediazione che lei solleva non è una novità di oggi, non inizia dopo il Consiglio dei Ministri di oggi. È stato il tratto con cui abbiamo affrontato un tema che sapevamo dall’inizio essere difficile per trovare una composizione di punti di vista molto diversi. Tanto difficile quanto ineludibile però, perché il problema della durata dei processi è un problema grave in Italia e non solo perché nelle condizioni del PNRR c’è stato richiesto di ridurre del 25% i processi penali, ma per ragioni legate innanzitutto a esigenze dei cittadini. La ragionevole durata del processo evita la prescrizione, la ragionevole durata del processo è una garanzia dei diritti voluta dalla Costituzione. Su questo terreno, su questi binari abbiamo aperto una discussione che iniziata oserei dire il giorno dopo l’insediamento di questo Governo. Non è stato un percorso semplice, tutti hanno punti sensibili, tutti hanno dato apporti, tutti hanno richiesto di eliminare elementi che trovavano particolarmente difficili.
Il Consiglio dei Ministri precedente ha trovato un punto di condivisione nel dibattito che ne è seguito, si è aperta qualche preoccupazione espressa da più voci su un punto specifico che mi pare che vada preso in considerazione seriamente, cioè: data la criticità di alcune Corti di Appello, perché il problema riguarda alcune zone d’Italia, evitare che l’impatto di una novità come quella che è stata introdotta – soprattutto la improcedibilità dopo un certo periodo di tempo, che è variabile a seconda della gravità delle situazioni – non provocasse una interruzione di procedimenti importanti. Questa è una preoccupazione molto seria che anche il Governo ha avuto sin dall’inizio ed è il terreno sul quale si stanno valutando proprio questi accorgimenti tecnici.

Giuseppe Alberto Falci (Corriere della Sera): Presidente buonasera, buonasera Ministra Cartabia, buonasera Ministro Speranza. Il dato politico di oggi – resto in tema di giustizia – è la fiducia che avete autorizzato sulla riforma del processo penale. Conte ha dichiarato nei giorni scorsi più volte che monitorerà, sarà vigile per evitare ovviamente sacche, come dice lui, di impunità. Ritenete che sia una provocazione che possa portare una mediazione, o sia un’opposizione molto dura sugli emendamenti da voi proposti? Un’ultima cosa, è rischioso a suo avviso porre la fiducia per un Governo come il suo su una riforma come quella della Giustizia? Grazie.

Presidente Draghi: Rispondo prima di tutto su una cosa, poi di nuovo dò la parola alla Ministra Cartabia. Nessuno vuole sacche di impunità, intendiamoci, nessuno vuole stabilire soglie di impunità, va bene? Quindi processo rapido e tutti i colpevoli puniti. Nessuno è a favore dell’uso della dilazione dei tempi, di quelle prescrizioni che c’erano anni fa. No, non è questo l’intento di questo Governo. Giusto per mettere in chiaro da quale parte stiamo, ecco. Oggi è stata una normale richiesta di autorizzazione, quello è il punto fermo. Quel testo lì è stato approvato dal Consiglio dei Ministri all’unanimità, dopodiché c’è l’autorizzazione a chiedere la fiducia. Ovviamente per una riforma così importante mi auguro e faremo sicuramente di tutto perché il testo finale sia un testo condiviso. Questo è molto importante, sono d’accordo con lei. Prego Ministro.

Ministro Cartabia: Alla domanda ha già risposto il Presidente del Consiglio. No, non mi pare che siano provocazioni, mi sembra che siano preoccupazioni da analizzare e prendere in considerazione seriamente, sulle quali si può lavorare. Io richiamo semplicemente che questa riforma non è la riforma della prescrizione, forse questo è un dato che è bene recuperare, è una riforma complessiva del sistema giustizia che ha uno scopo, quello di abbreviare i processi anche per evitare le zone di impunità perché i processi lunghi, già oggi con percentuali molto alte, portano alla prescrizione di processi anche nelle fasi iniziali. Questo noi vogliamo evitare e per questo il governo ha messo in campo risorse umane con il grande reclutamento previsto al PNRR, digitalizzazione, riforma organizzativa e riforma processuale che prende tutto il processo dall’inizio delle indagini preliminari fino alla fine.  Allora non si può guardare soltanto il possibile effetto che può avere quel termine, messo che è un termine assolutamente ragionevole perché è raggiungibile dalla stragrande maggioranza delle Corti d’Appello italiane. Dove c’è una difficoltà – e sono sette le Corti d’Appello, le stiamo visitando una ad una – interveniamo con strumenti ad hoc, con strumenti per fare in modo che nessuno possa essere in condizione di dire non ce la faccio a chiudere un processo in due anni o in tre anni a seconda della gravità del fatto.
Tommaso Ciriaco (la Repubblica): Buonasera Presidente, torniamo al Green Pass che credo sia anche un incentivo a vaccinarsi e anche per i giovani italiani. Le leggo soltanto due righe: “vacciniamo e mettiamo in sicurezza chi ha dai 60 anni in su, dai 40 ai 59 scelgano, per i giovani non serve”. Come saprà sono parole di Matteo Salvini e le chiedo Presidente se le sembra che questo sia un modo anche per ostacolare la sua campagna vaccinale, soprattutto se vuole commentarli, visto che arrivano non da un privato cittadino con tentazione no vax ma da uno dei leader che sostiene la sua maggioranza. Grazie

Presidente Draghi: Due cose. L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire sostanzialmente – non ti vaccini, ti ammali, muori – oppure fai morire – non ti vaccini, ti ammali, contagi lui lei muore -, questo è.  Secondo. Senza vaccinazione si deve chiudere tutto, di nuovo. Noi sappiamo ora che il vaccino si sta diffondendo. Sappiamo anche che grazie alla vaccinazione le conseguenze sui ricoverati in terapia intensiva e sui morti sono molto, molto meno serie di quelle che abbiamo visto, fino a 4 mesi fa. Mi fermo qua.

Carmelo Caruso (Il Foglio): Presidente Buonasera, buonasera Ministri. Io le voglio fare una domanda su qualcosa che in questo decreto mi sembra che non ci sia, riguarda l’obbligo di vaccinazione per gli insegnanti, una proposta di cui tanto si discute, una categoria importante – abbiamo combattuto tanto per far tornare i ragazzi a scuola – e anche una categoria maltrattata, sottopagata. La mia domanda è: forse l’obbligo è qualcosa di pesante? Oggi diceva sul nostro giornale uno scrittore, non è forse il miglior modo per convincere i professori, non lo so. Le volevo chiedere, se lei dovesse spiegare a un professore perché deve vaccinarsi che libro gli consiglierebbe di leggere?

Presidente Draghi: Rispondo poi dò la parola al Ministro Speranza. Rispondo dicendo che a noi è parso che il decreto di oggi fosse già molto complicato per abbracciare tutti i problemi che ci sono relativi al Covid-19 in questo momento. In altre parole sono rimaste fuori dal decreto di oggi tre aree: la prima è la scuola, il secondo i trasporti, e il terzo il lavoro. Quindi questi verranno affrontati molto rapidamente – probabilmente la settimana prossima, forse l’altra – ma chiaramente richiedono altre misure, provvedimenti specifici particolarmente complessi. Dò la parola al Ministro Speranza ora.

Ministro Speranza: Io aggiungerei soltanto che per tutto il Governo la scuola è una priorità assoluta e faremo ogni sforzo per consentire una riapertura in piena sicurezza e in presenza. Questo è l’obiettivo del Governo e tutte le azioni che metteremo in campo nelle prossime giornate andranno in questa direzione. È chiaro che l’obiettivo del Governo è arrivare alla più alta percentuale possibile di vaccinati in ambito scolastico, oggi però dobbiamo riconoscere una verità: si può ancora crescere ma è anche vero che siamo all’85%, che è un dato significativo. Non vorrei che passi un messaggio che tra gli insegnanti c’è sfiducia perché la risposta è stata utile. C’è un 15% da recuperare, io credo che dobbiamo valutare tutti gli strumenti potenziali per recuperare questo 15%

Serenella Mattera (Ansa): Buonasera, ha appena detto, Presidente, che il tema del lavoro insieme a trasporti e scuola sarà affrontato in un secondo momento però il dibattito è stato aperto da una proposta di Confindustria sul vaccino per l’accesso di luoghi di lavoro. Le volevo chiedere se personalmente ritiene che sia un’ipotesi valutabile oppure ritiene che sarebbe una misura eccessiva e che può impattare anche sul diritto al lavoro. Grazie.

Presidente Draghi: Guardi, sicuramente suonerà come una non risposta: ci stiamo pensando, è una questione complessa ed è comunque una questione da discutere anche con i sindacati.

Claudia Fusani (Riformista, Tiscali News): Presidente, avete messo la fiducia oggi, è una fiducia, è un paletto, è un metodo. Lei pensa che nei prossimi sei mesi, il famoso semestre bianco, sarete in qualche modo costretti a usare spesso questo strumento? Ministra Cartabia, il 65%, se non sbaglio, dei vari reati si prescrive prima della sentenza di primo grado. La sua riforma, la sua mediazione cosa fa per evitare questa massa di impunità, che non è quella dopo ma il 65 per cento è parecchio. Grazie.

Presidente Draghi: Il fatto di chiedere la fiducia può avere delle conseguenze diverse prima del semestre bianco e dopo il semestre bianco o durante il semestre bianco, ma la diversità è molto sopravvalutata secondo me. Nel senso che, a parte il fatto che chiedere la fiducia tre giorni prima, cinque, sei giorni prima dell’inizio del semestre bianco è praticamente come chiederla durante il semestre bianco perché i tempi per organizzare una consultazione elettorale non ci sono comunque, primo; secondo, non è con una minaccia di questo tipo che si fa una riforma così complessa. Una riforma così deve essere condivisa, secondo me non è nemmeno giusto minacciare un evento, cioè la consultazione elettorale, se non approvi una misura così importante, così profonda, così complessa. La fiducia è un modo per misurare il grado di consenso che una riforma ha, quando si ha la certezza che certe differenze sono incolmabili. Ma più che pensare alla minaccia, che è quello che normalmente si fa – metto la fiducia perché altrimenti cade il Governo e si va a elezioni. No, non è questo il punto e comunque non lo sarebbe stato in ogni caso in questo periodo. Questo può valere, secondo me, su provvedimenti relativamente meno importanti, anche perché se questi provvedimenti così importanti passano con la fiducia dopo un cambiamento di Governo, di coalizione, di scenario politico porta al cambiamento della misura presa con tanta sofferenza, con tanta difficoltà. Quindi per garantire un periodo minimo di permanenza delle riforme che noi facciamo, bisogna che siano condivise. Grazie.

Ministra Cartabia: La ringrazio di questa domanda perché in effetti è rimasto un po’ in ombra questo problema. C’è una percentuale importante – a mia conoscenza il 37% – delle prescrizioni che sono in fase di indagini preliminari e altrettante prima della fine del primo grado, quindi è un problema da aggredire complessivamente. In parte la risposta è già stata data prima. Qui siamo di fronte a un intervento in materia di giustizia che è veramente un investimento grosso da parte dello Stato, forse dopo tanti anni in cui questo non accadeva. Lo Stato sta investendo proprio per evitare che le lungaggini producano anche queste prescrizioni. Poco tempo fa, a marzo, siamo stati condannati dalla Corte europea perché un processo si era prescritto addirittura nelle fasi delle indagini preliminari. Quindi la risposta è: innanzitutto investimenti in organizzazione, risorse, digitalizzazione; secondo, la riforma prende per mano ogni singolo segmento del processo. Le faccio un esempio perché non penso di dover fare qui una lezione di procedura penale. Sulla fase delle indagini preliminari, ad esempio, si sono rivisti i termini della durata massima delle indagini preliminari; si è dato un potere al Giudice delle indagini preliminari di sollecitare il Pubblico Ministero se non ha finito (scaduto il termine si devi decidere: o archivi o rinvii a giudizio); si è dato un potere anche alle parti, all’indagato ma anche alle vittime, di chiedere la cosiddetta “discovery” proprio per incentivare una conclusione di questa fase che in molti casi dura troppo a lungo e tiene, tra l’altro, gli imputati in uno stato di grande incertezza. Potremmo continuare su quello che è previsto nel primo grado (i riti abbreviati, la lieve tenuità del fatto, le pene e le sanzioni sostitutive) ma questo non credo di doverlo illustrare qui, è la complessità degli interventi che dovrebbe incidere anche su queste parti che sono rimaste in ombra.

Livio Cipriano (Nova): Buonasera Presidente, buonasera Ministri. Con il procedere della campagna vaccinale la curva dell’epidemia dovrebbe scendere ulteriormente, se ciò dovesse accadere non sarebbe il caso di far rientrare al lavoro in presenza i lavoratori della Pubblica amministrazione? I dirigenti hanno la facoltà di farli tornare ma di fatto questo non sta succedendo. Un loro rientro potrebbe aiutare tante imprese – penso nei centri delle città a ristoranti, bar, negozi – nella ripresa economica. Volevo sapere una sua opinione in merito. Grazie.

Presidente Draghi: Questa è una questione che sta affrontando il Ministro Brunetta ma farà parte, se possibile, dell’area del lavoro che noi non abbiamo ancora toccato.

Andrea Bonini (Sky): Buonasera, siamo a meno di due mesi dell’apertura della scuola, uno dei grandi problemi è sempre stato quello del trasporto pubblico. È rimandata la decisione se regolarlo con il Green Pass ma volevo capire a che punto siamo con il rafforzamento: se ne parla ormai da inizio pandemia, da un anno e mezzo, ma resta un tasto critico, un nodo dolente. Grazie.

Presidente Draghi: L’obiettivo è quello che annunciava prima anche il Ministro Speranza, tutti in presenza all’inizio della scuola. Quindi tutto quello che è necessario fare per assicurare questo obiettivo verrà fatto ed è fatto, in parte fatto, in parte si farà ma sarà fatto per quell’epoca. Per il resto, per una risposta più compiuta, aspettiamo di discutere, di approvare una serie di norme sulla scuola e sui trasporti pubblici e ci rivediamo con il Ministro Bianchi e con il Ministro Giovannini. Grazie.

Vera Shcherbakova (Tass): Buonasera Presidente, Ministri. Presidente, lei all’inizio dell’estate invitava tutti i turisti a prenotare in Italia, infatti Roma si è riempita ora. Quando possono prenotarsi i russi – questa è una domanda anche al Ministro Speranza – e se l’Italia ha intenzione, e se ha intenzione quando, di riconoscere i vaccinati con Sputnik, visto che non sono solo i russi ma anche ungheresi, di San Marino e di altri diversi Paesi del mondo? Lei una volta ha ipotizzato che l’Ema probabilmente non lo approverà mai.

Presidente Draghi: Finora l’Ema non l’ha approvato. Prego, Ministro Speranza.

Ministro Speranza: Com’è noto l’iniziativa del Green Pass è un’iniziativa di tipo europeo e il vincolo che abbiamo è di riconoscere i vaccini che sono stati approvati da Ema. Quindi in questo momento non siamo ancora nelle condizioni di poter utilizzare il Green Pass per il vaccino russo, proprio perché non è stato ancora approvato da Ema. Dalla Russia si può già arrivare facendo la quarantena, si può entrare per motivi di lavoro e per tutta una serie di motivazioni già disciplinate; sarà chiaramente molto più facile favorire questo ingresso in maniera larga nel momento in cui è Ema avrà approvato il vaccino che oggi è usato dalla stragrande maggioranza dei vaccinati russi.

Gabriele Martelloni (RaiNews): Buonasera Presidente, Buonasera Ministri, una domanda per il premier Draghi. Sui prossimi interventi sono previsti anche ristori per le attività che saranno più penalizzate? Penso alle discoteche. E se conferma che la settimana prossima ci sarà un Consiglio ministri sulla riforma del fisco. Grazie.

Presidente Draghi: Sulla prima domanda la risposta è sì, ne abbiamo discusso in Consiglio dei Ministri e c’è accordo pieno a risarcire le discoteche e quegli altri esercizi che dovessero rimanere chiusi, se ricordo bene solo le discoteche a questo punto. La settimana prossima la discussione sulla delega del fisco non sono sicuro, anzi, lo escluderei. Grazie.

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