skip to Main Content

Vi spiego la vera novità del vertice Trump-Putin

L’analisi dell’editorialista Guido Salerno Aletta sul vertice di ieri a Helsinki fra Trump e Putin A Helsinki ieri è terminata l’era dell’unilateralismo americano. L’incontro tra i presidenti di Stati Uniti e Russia, Donald Trump e Vladimir Putin, segna uno spartiacque storico. LA CONFERENZA STAMPA DI TRUMP E PUTIN La conferenza stampa è iniziata con la…

A Helsinki ieri è terminata l’era dell’unilateralismo americano. L’incontro tra i presidenti di Stati Uniti e Russia, Donald Trump e Vladimir Putin, segna uno spartiacque storico.

LA CONFERENZA STAMPA DI TRUMP E PUTIN

La conferenza stampa è iniziata con la lettura di due interventi già scritti: nessuna improvvisazione, nessuna battuta di spirito. Sono stati toccati tutti i problemi internazionali più scottanti, dalla stabilizzazione della Siria alla lotta al terrorismo, dalla proliferazione nucleare alle relazioni con l’Iran.

IL CASO DELLE PRESUNTE INTERFERENZE RUSSE

Sulle presunte interferenze russe negli affari interni americani e nelle elezioni presidenziali, Putin è stato netto a negarle; Trump è stato a sua volta altrettanto chiaro. Il presidente americano, cauto come non mai, sapeva di avere di fronte a sé non solo l’intera platea mondiale, ma soprattutto l’opposizione interna e il Deep State: le accuse mosse solo in questi giorni nei confronti di una serie di agenti segreti russi che avrebbero hackerato i computer che custodivano i dati della campagna elettorale dei democratici sono sembrate davvero strumentali.

I TEMI CLOU PER USA E RUSSIA

Per Usa e Russia, i temi da affrontare sul piano internazionale sono tanti, complessi, e occorre il confronto continuo. Si pone fine al duplice eccezionalismo americano, che nacque con la dissoluzione dell’Urss, fino ad allora l’altra superpotenza.

I CARDINI DELL’UNILATERALISMO AMERICANO

L’unilateralismo americano è stato basato sul potere militare, che i presidenti Bush, padre e figlio, implementarono con le due guerre del Golfo e con l’intervento in Afghanistan per combattere il terrorismo jihadista, e sulle relazioni economiche internazionali, sempre più esclusive verso il Pacifico e l’Atlantico, con cui Barack Obama avrebbe voluto isolare la Russia da una parte e la Cina dall’altra, con due Trattati speculari di liberalizzazione del commercio, il Tpp ed il Ttip.

GLI ERRORI DEMOCRATICI DI CLINTON E OBAMA

La destabilizzazione del nord Africa e del vicino Oriente per un verso, e dell’Ucraina dall’altro, voluta dal Segretario di Stato, Hillary Clinton, per ridurre le aree in cui l’Unione europea avrebbe potuto estendere la sua area di influenza dopo la crisi americana del 2008, sono state un banco di prova insuperabile per gli Usa. Sono stati squassati equilibri storici: mettendo in discussione la presenza russa in Crimea, irrinunciabile; accerchiando l’unica sua residua presenza nel Mediterraneo militare rappresentata dalla base a Tartous in Siria; fomentando l’estremismo sciita come clava per abbattere i regimi arabi filoccidentali.

LE MOSSE DI RUSSIA E STATI UNITI

Gli Usa, secondo la Clinton, non potevano tollerare un’Europa pacificata che si estendeva addirittura a Sud con l’Unione Euro-mediterranea e ancora a Est senza scontrarsi con la Russia. La strategia dei democratici americani puntava a isolare militarmente la Russia ed economicamente la Cina: ma non è riuscita né ad evitare che la prima mantenesse in piedi il governo di Bashar el-Assad in Siria e ad annettersi la Crimea, né che la seconda formulasse con la nuova Via della Seta la più grande strategia di penetrazione geopolitica mai concepita dai tempi del Piano Marshall. Saldatura tra Russia e Cina, che sarebbero dovute rimanere ostili fra di loro e comunque isolate rispetto al resto del mondo mentre avevano reagito con la creazione del gruppo dei Brics; accidia europea rispetto alle richieste di riequilibrare la bilancia commerciale con gli Usa, che si faceva negli anni addirittura irridente; annessione della Crimea e intervento in Siria della Russia; nuova Via della Seta: sono state queste, le quattro risposte all’unilateralismo americano. Anche l’estensione dell’Unione Europea a 28 Paesi era stato un frutto dello stesso disegno: agglomerare a ogni costo le aree eterodirette dagli Usa, attraverso la Nato, per cingere d’assedio la Russia.

IL RUOLO DELL’EURO

L’euro nasceva ostaggio di una triplice frustrazione: quella comune, nei confronti dello strapotere del dollaro; quella della Francia, che ambiva a sottrarre finalmente alla Germania il dominio della politica economica europea; quella della Germania, che si era trovata costretta negli anni a dover procedere continuamente alla rivalutazione del marco per bilanciare gli squilibri ricorrenti americani nella bilancia commerciale.

IL RIEQUILIBRIO INIZIATO

L’unilateralismo di questi ultimi vent’anni non è riuscito a eliminarli, anzi li ha accresciuti per via di un impegno militare eccezionalmente gravoso. Il riequilibrio economico e geopolitico è iniziato, ma la strada sarà ancora molto lunga.

(articolo pubblicato su Mf/Milano Finanza)

Back To Top