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Zte Huawei

Usa pronti a sovvenzionare service provider per azzoppare Huawei e Zte. L’articolo di Rapetto

Tutte le ultime novità della guerra degli Stati Uniti contro i colossi cinesi Huawei e Zte

 

Nella guerra commerciale con la Cina la prossima mossa americana potrebbe costare un miliardo di dollari, ma potrebbe avere un impatto ben più rilevante della cifra messa a bilancio.

Una commissione parlamentare degli Stati Uniti ha presentato in questi giorni un provvedimento legislativo bipartisan che autorizzerebbe un massiccio stanziamento a favore dei service provider di più piccole dimensioni per consentire loro di sostituire le apparecchiature di rete rimuovendo quelle acquistate da Huawei e Zte.

La tecnologia delle due grandi aziende cinesi – secondo i legislatori Usa – costituisce un serio pericolo per la sicurezza nazionale, ma non è questa la prima iniziativa volta a smantellare l’architettura telematica realizzata con dotazioni su cui incombe il sospetto costituiscano il sistema nervoso del più moderno spionaggio. A luglio scorso un’altra stoccata era stata mandata a segno dal Commissione Commercio del Senato statunitense che aveva previsto sovvenzioni per complessivi 700 milioni di dollari per l’eliminazione dei sofisticati dispositivi di rete targati Huawei.

Democratici e repubblicani – uniti come non mai – hanno rilasciato una dichiarazione congiunta sottolineando l’importanza del disegno di legge e ribadendo l’irremovibile intenzione di proteggere le reti nazionali di comunicazione dagli avversari stranieri. Il contributo ai fornitori di connettività – più piccoli per dimensione o capaci di dare copertura alle svantaggiate aree rurali – vuole essere il segnale inequivoco di voler sradicare le apparecchiature potenzialmente a rischio e di procedere all’installazione di “macchine” più sicure nell’interesse di tutti.

Oggi il provvedimento sarà oggetto di discussione e ci si aspetta di vedere le contromosse di Huawei che al momento non ha manifestato reazioni in proposito.

I provider interessati da quello che molti considerano un uragano legislativo, nel frattempo, hanno avviato una ricognizione delle possibili soluzioni alternative. Già dallo scorso giugno i fornitori di servizi telematici hanno cominciato ad interloquire con i rivali dei colossi cinesi e a domandare a Ericsson e a Nokia soluzioni per dar luogo al piano di sostituzione del parco tecnologico attualmente in uso.

Ci si aspetta ora di vedere il ruolo operativo della Federal Communications Commission (FCC) cui è stato affidato il compito di aiutare i piccoli fornitori di comunicazioni a sostenere i costi di rimozione di apparecchiature o servizi messi al bando e di guidare la complessa fase della loro sostituzione.

Il duello hi-tech tra Washington e Pechino sta davvero entrando nel vivo.

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