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Munizioni Ucraina Ue

Perché gli Stati dell’Ue hanno un grosso problema di munizioni

L'Ue ha approvato due proposte da 1 miliardo di euro per accelerare le spedizioni immediate in Ucraina e incentivare i paesi a stipulare contratti congiunti per l'acquisto di artiglieria. Ma i problemi di produzione tra cui la carenza di materie rischia di vanificare l'intento europeo. Fatti, numeri, indiscrezioni e approfondimenti

Sul piano dell’Ue per fornire 2 miliardi di euro di munizioni all’Ucraina potrebbe non essere semplice passare dalle parole ai fatti.

Lunedì diciotto paesi membri dell’Ue hanno siglato l’accordo di progetto dell’Agenzia europea per la difesa (Eda) per l’approvvigionamento di munizioni da inviare all’Ucraina e ricostituire le scorte nazionali degli Stati membri.

Tra i paesi firmati non figura al momento l’Italia. Il nostro paese lo farà con firma disgiunta perché il ministro della Difesa, Guido Crosetto, non ha potuto prendere parte al Consiglio.

Secondo le indiscrezioni raccolte da Start Magazine in ambienti qualificati che seguono il dossier, l’Italia firmerà ma invierà le munizioni di cui già possiede. Infatti, il nostro Paese, al pari di altri, ha risorse convenzionali al lumicino. Anzi, altri Paesi hanno un deficit ancora maggiore nel poter mettere a disposizione dell’Ue munizioni (anche se non se parla e non se ne scrive). E non solo munizioni. A parole sono tutti bravi ma l’operatività – ad esempio dei carri armati – è ben inferiore alla capacità.

Inoltre, le scarse forniture di polvere da sparo e tritolo ritarderanno il passaggio alla “produzione bellica su larga scala”, secondo i rappresentanti dell’industria della difesa ripresi dal Financial Times.

Tutti i dettagli.

IL PIANO UE PER LA FORNITURA CONGIUNTA DI MUNIZIONI ALL’UCRAINA

Il piano prevede l’utilizzo di 2 miliardi di euro da un fondo congiunto, l’European Peace Facility (EPF), e arriva in risposta alle richieste di Kiev per proiettili da 155 mm e altre forniture di artiglieria richiesti dall’Ucraina per difendersi dall’offensiva russa.

Dunque, secondo il piano concordato a Bruxelles, 1 miliardo di euro sarà utilizzato per la consegna immediata di munizioni provenienti da scorte esistenti o ordini già approvati. Un altro miliardo di euro sarà utilizzato per sottoscrivere acquisti congiunti di nuove munizioni per l’Ucraina fino alla fine di settembre.

IN ATTESA DELLA FIRMA DI CROSETTO

“L’Italia non compare per ora tra i firmatari semplicemente perché al Consiglio non era presente il ministro Crosetto, che sottoscriverà il progetto con firma disgiunta” hanno scritto lunedì le agenzie.

Secondo le indiscrezioni raccolte da Start Magazine in ambienti qualificati che seguono il dossier, l’Italia firmerà ma invierà le munizioni di cui già possiede. Infatti, il nostro Paese, al pari di altri, ha risorse convenzionali al lumicino.

A Startmag un analista del settore commenta: “Partendo dal presupposto che a munizioni da 155 siamo messi male e siamo d’accordo, perché non dovremmo aderire ad acquisti collettivi che consentirebbero di risparmiare a fronte di un singolo appalto? Tra l’altro questo programma da un lato serve a velocizzare le procedure di acquisto di munizioni da 155 per l’Ucraina ma dall’altro serve a rimpinguare le scorte fortemente intaccate dei Paesi Ue oltre a gettare le basi per acquisti di munizioni di altro tipo, sulla falsariga di quanto già avviene a livello Nato (NASPA)”.

Inoltre, prosegue l’analista che chiede l’anonimato, “dato che da tempo non produciamo più quel munizionamento o se lo facciamo è quello a guida di precisione che non rientra in questo accordo, non riesco a vedere motivi che rallentino la nostra partecipazione: mancanza di soldi? Ribadisco la spesa va suddivisa in 19 Paesi per cui l’esborso non sarebbe drammatico; mancata partecipazione industriale? Ci può stare ma sarebbe compensata da acquisti collettivi di altro munizionamento da noi prodotto; motivi politici? Ci può stare ma mi pare che il Governo sia riuscito a portare sulle sue posizioni la Commissione, su tema immigrazione, Mes e soprattutto i Fondi per le opere strategiche”.

“PIANO NON REALISTICO” QUELLO UE PER LE MUNIZIONI ALL’UCRAINA?

Dunque l’Italia si unirà presto formalmente ai 18 paesi che hanno aderito al piano dell’Eda per l’acquisto congiunto di munizioni per aiutare l’Ucraina e rifornire le scorte nazionali. Ma al di là delle intenzioni dei paesi Ue, ci sono degli ostacoli pratici lungo il percorso.

Secondo Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa, “il nodo delle munizioni d’artiglieria che l’Europa vorrebbe fornire a Kiev sembra cozzare con i limiti delle forze armate e dell’industria della Difesa occidentale e in particolare europea”.

“A Bruxelles si ritiene che il primo punto sia rapidamente conseguibile anche se probabilmente si tiene conto solo delle dichiarazioni dei politici, non di quelle dei vertici militari. Il quantitativo di munizioni d’artiglieria (o di altri tipo) disponibile presso i singoli eserciti è ovviamente segreto ma in diverse nazioni europee rivelazioni giornalistiche oltre a rapporti e interrogazioni parlamentari hanno evidenziato ampie carenze e autonomie di fuoco in un conflitto di intensità simile a quello in atto in Ucraina limitate a pochi giorni” , a evidenziato Gaiani.

Di recente anche Germano Dottori (consigliere scientifico di Limes) aveva evidenziato sul numero dello scorso ottobre di Limes che “Nella prospettiva di un urto di maggiori proporzioni, sarebbero però da rivalutare le scorte del munizionamento: in marzo, Credendino aveva fatto sapere che da giugno i missili anti-aerei imbarcati non sarebbero stati più operativi. Ci vorrà del tempo per sostituirli”.

VALUTAZIONE DELL’AUMENTO DI PRODUZIONE DI MUNIZIONI IN ITALIA

D’altronde già da tempo, il nostro paese sta valutando di aumentare la produzione di munizioni per far fronte alle richieste di Kiev. Come riportavano le agenzie a fine febbraio, l’Italia si prepara a disporre il nuovo Piano triennale tecnico-industriale della Difesa. Sul documento inciderà inevitabilmente il conflitto in Est Europa.

In Italia l’incremento della produzione è già in atto a causa dell’efficientamento delle linee e all’ampliamento di alcuni reparti per gli investimenti fatti. E un ulteriore aumento previsto dal nuovo piano triennale dal 2024, che sarà approntato nei prossimi mesi, investirebbe sicuramente diverse realtà collegate all’Agenzia Industrie Difesa. Come lo stabilimento militare di munizionamento terrestre a Baiano di Spoleto, che si occupa di munizionamento di medio o grosso calibro e anche di assemblaggio missilistico.

SCORTE LIMITATE

Tornando al piano di Bruxelles, il direttore di AnalisiDifesa rimarca che “pare illusorio ritenere che i vertici della Difesa dei paesi europei siano pronti a disfarsi oggi delle limitate scorte di munizioni da 155 mm per fornirle all’Ucraina con la remota speranza di poter riempire gli arsenali in un futuro non ben definito. Anzi, la Ue ritiene che ordini congiunti per tali munizioni potrebbero ottimisticamente cominciare a venire contrattualizzati all’industria a partire dalla fine di maggio”.

Kiev ha dichiarato di avere necessità di 350.000 proiettili al mese per far fronte all’assalto di Mosca e consentire alle proprie truppe di lanciare nuove controffensive nel corso dell’anno.  “Appare evidente che il milione di proiettili che l’industria europea potrebbe forse produrre in diversi anni agli ucraini basterebbe solo per 4 mesi se la guerra dovesse mantenere gli attuali ritmi” chiosa Gianandrea Gaiani.

CARENZA DI ESPLOSIVI

Inoltre, come rileva il Financial Times, finora la spinta dell’Europa a produrre armi per l’Ucraina è stata ostacolata da una carenza di esplosivi, che gli addetti ai lavori temono ritarderanno gli sforzi per aumentare la produzione di proiettili fino a tre anni. Secondo funzionari e produttori, le scarse forniture di polvere da sparo, esplosivi al plastico e tritolo hanno lasciato l’industria incapace di soddisfare rapidamente gli ordini previsti dall’Ue per l’Ucraina, indipendentemente da quanti soldi vengono investiti.

I vincoli della catena di approvvigionamento sottolineano come l’invasione russa dell’Ucraina abbia messo in cattiva luce le scorte di armi inadeguate dell’Europa e la debole capacità di produzione interna, malandate da decenni di sottoinvestimenti, rimarca il quotidiano londinese. Il problema fondamentale è che l’industria europea della difesa non è in buona forma per la produzione bellica su larga scala”, ha affermato un funzionario tedesco al Ft.

LA QUESTIONE MATERIE PRIME

“È molto difficile aumentare la produzione di munizioni di artiglieria, in particolare munizioni pesanti e di grosso calibro, in breve tempo”, ha dichiarato Jiří Hynek, presidente dell’Associazione dell’industria della difesa e della sicurezza della Repubblica ceca al Financial Times. “Una nuova fabbrica di artiglieria è molto semplice, ma come produrre più proiettili di artiglieria senza materie prime? I funzionari dell’industria della difesa affermano che l’Europa ha una fornitura limitata di esplosivi come polvere da sparo, tritolo e nitrocellulosa, necessari per produrre proiettili. “I colli di bottiglia per la nostra capacità sono principalmente le polveri [esplosive], che scarseggiano in tutta Europa”, ha affermato uno.

TROVARE NUOVI FONTI APPROVVIGIONAMENTO

Infine, anche nel nostro paese, Gianclaudio Torlizzi, consigliere del ministero della Difesa italiano, ha evidenziato nel corso del convegno “Guardare oltre. Sfide ed esperienze per immaginare futuri dell’eco-sistema Difesa” organizzato dalla Luiss School of Government, Mbda e ABProject che “le principali criticità oggi per l’industria della difesa sono le supply chain e la carenza di materie prime”.

“Già con la pandemia avevamo capito la criticità insita nell’aver delocalizzato troppo negli ultimi tempi. Il paese deve cercare di aprire canali di fornitura autonomi, anche senza aspettare una risposta comune europea” ha esortato Torlizzi. Restando all’interno della cornice europea, ogni paese dovrebbe gestire un po’ in autonomia per garantirsi le catene di approvvigionamento, ragionando nell’ottica della sovranità nazionale, ha concluso il consigliere e analista.

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