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Difesa

Tutte le prossime sfide dell’ecosistema Difesa italiana

Chi c'era e cosa si è detto al convegno "Guardare oltre. Sfide ed esperienze per immaginare futuri dell’eco-sistema Difesa" organizzato dalla Luiss Business School, Mbda e ABProject

 

Il futuro della Difesa è multi-dominio, l’innovazione tecnologica dovrà essere trasversale ma senza tralasciare il fattore umano.

È quanto emerso all’evento “Guardare oltre. Sfide ed esperienze per immaginare futuri dell’eco-sistema Difesa” organizzato dalla Luiss School of Government, Mbda e ABProject il 16 marzo.

L’obiettivo dell’iniziativa è “da un lato promuovere sempre più la cultura della Difesa e un sistema della Difesa sempre più integrato, nel quale ci sono le Forze Armate, la Difesa più in generale, e anche l’Industria; e dall’altro lato favorire le riflessioni sul modello di leadership di cui si ha bisogno in questo Sistema della Difesa integrato”, ha spiegato Manlio Cuccaro, Executive Group Director Technology and Performance di Mbda.

Tutti i dettagli.

L’IMPORTANZA DEL FATTORE UMANO…

“La guerra in Ucraina ha dimostrato ciò che pensavamo già da tempo”: parlare di tecnologie distruptive come AI e big data sarà all’ordine del giorno. “Ma non è soltanto la tecnologia la sfida principale per la difesa, c’è anche il fattore umano”, ha osservato Carmine Masiello, Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa.

“Nei conflitti asimmetrici, la tecnologia non è risolutiva. In Afghanistan ci ha aiutato la superiorità tecnologica rispetto all’avversario ma l’esperienza umana è fondamentale e richiede attenzione”, ha spiegato Masiello.

Proprio per questo bisogna procedere sul doppio binario, quello dell’innovazione tecnologica e quello del fattore umano.

…E DELL’INNOVAZIONE CONCETTUALE

“Non dobbiamo poi dimenticare l’innovazione concettuale, perché è necessario immaginare gli scenari futuri”, ha sottolineato il Sottocapo di SMD.

Per Masiello “un’altra sfida che ci attende è la generazione di leader che sappiano immaginare questi nuovi scenari”. “Dobbiamo rifuggire dallo schema gerarchico perché i gradi a volte sono filtri. Nell’organizzazione militare è complicato per un giovane tenente colonnello riuscire a far arrivare la sua idea. Ci sono tanti filtri e pochi sono disposti a mettersi in discussione. Pertanto va coltivata la capacità di far arrivare le idee dei giovani al vertice. Allo stesso tempo, serve la capacità del vertice di adeguarsi ai cambiamenti del mondo”, ha auspicato il Sottocapo di SMD.

Rispetto al mondo privato, i tempi di risposta dei vertici militari sono più lenti, fa notare Masiello aggiungendo che è “difficile intercettare i cambiamenti e spesso, una volta intercettati, i tempi sono così lunghi che fuori ci sono già nuove sfide”.

APPROCCIO MULTI-DOMINIO

Dopodiché, lo scenario che si pone davanti alle forze armate è multi-dominio poi con cyber e spazio ci sono due domini trasversali. “Questo andare verso il multi-dominio non basta ad affrontare gli scenari complessi” ha evidenziato Carmine Masiello.

Infatti, circa tre anni fa la Difesa ha creato l’Ufficio Generale Innovazione Difesa – UGID (ex Centro Innovazione Difesa – CID) che risponde all’esigenza di assicurare al Vertice militare un unico elemento di organizzazione che fornisca il supporto necessario a sviluppare un pensiero innovativo strategico, a fissare obiettivi, indirizzi e priorità per lo sviluppo tecnologico, la ricerca e la sperimentazione tecnico-scientifica di interesse della Difesa traguardando quello che sarà il carattere del confronto/conflitto del futuro attraverso un approccio alle operazioni militari che va oltre i domini tradizionali – terra, mare e cielo – integrando i nuovi domini Cyber e Spazio con conseguente estensione del campo di battaglia (approccio Multidominio), ha ricordato Gaetano Virgilio, Capo Ufficio Generale Innovazione Difesa.

LA SFIDA DELLE SUPPLY CHAIN PER L’INDUSTRIA

Dalle sfide per forze armate si passa poi a quelle delle industria degli armamenti.

Le principali criticità oggi per l’industria manifatturiera e nello specifico della difesa sono le supply chain e la carenza di materie prime, ha sostenuto Gianclaudio Torlizzi, consigliere del Ministro della Difesa.

“Già con la pandemia avevamo capito la criticità insita nell’aver delocalizzato troppo negli ultimi tempi. Il paese deve cercare di aprire canali di fornitura autonomi, anche senza aspettare una risposta comune europea” ha esortato Torlizzi. Restando all’interno della cornice europea, ogni paese dovrebbe gestire un po’ in autonomia per garantirsi le catene di approvvigionamento, ragionando nell’ottica della sovranità nazionale, ha aggiunto il consigliere e analista. Puntare dunque al rimpatrio delle produzioni, come stanno già facendo Spagna, Germania e Francia.

Tranne Leonardo, colosso nazionale della difesa e aerospazio, le imprese del settore non sono enormi e hanno problemi di capacità produttiva. È importante accelerare il processo di riconoscimento di fornitore ufficiale della Difesa, ha messo in luce Torlizzi.

Dall’altro lato, Enrico Savio, Chief Strategy and Market Intelligence di Leonardo, ha evidenziato che la sfida per il paese è definire una politica industriale. “Perché non possiamo fare tutto, ma dobbiamo fare delle scelte” ha puntualizzato Savio, di sicuro puntando sulla digitalizzazione dei processi.

SINERGIA INDUSTRIA E ISTITUZIONI NELL’EXPORT

Inoltre, è altresì fondamentale nell’export militare che il sistema forze armate e istituzioni collaborino all’unisono. È indispensabile la sinergia tra industria e Difesa, ha sottolineato Gabriele Gambarara Member Board Of Directors ceo Office Elettronica Spa.

IMPORTANZA DELLA CULTURA DELLA DIFESA

Infine, affinché questo ecosistemi funzioni è necessario che quanto prima l’opinione pubblica familiarizzi con la cultura della difesa dal momento che finora ha suscitato principalmente accanimento e ostilità. Concetto espresso da Gambarara e ribadito anche da Lorenzo Castellani, Lecturer Luiss School of Government: “Per la maggior parte dell’opinione pubblica la cultura della difesa è considerata cultura della guerra. Invece è necessaria per la cultura della pace perché solo con la difesa si pratica la deterrenza. Ancora, l’industria della difesa non è solo produzione armamenti ma fucina di innovazione tecnologica”.

In quest’ottica nasce “la Defence Leadeship Academy di Mbda, il risultato di un sentire che unisce azienda, Forze Armate e mondo accademico e che ha per obiettivi: contribuire al dialogo continuo e sistematico tra Difesa e Industria, tra Istituzioni pubbliche e società civile, in collaborazione con le istituzioni militari; dare un contributo nel formare  leader nel mondo della Difesa; concorrere a promuovere e diffondere nella società un’adeguata cultura della Difesa”, ha concluso Stefano Testa, Learning&Development, Head of Missile Systems University Mbda.

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