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Germania

Tutte le previsioni tedesche sull’economia della Germania

Come andrà l’economia della Germania? Ecco le previsioni più aggiornate. L’articolo di Pierluigi Mennitti

Nel giorno d’avvio del secondo lockdown duro, l’Istituto Ifo di Monaco presenta la prima revisione sulle stime di crescita per i prossimi due anni che tuttavia, essendo stata completata venerdì scorso, non contiene ancora una valutazione della chiusura del commercio al dettaglio in vigore da oggi.

I numeri contengono dunque solo l’impatto del lockdown leggero, ma già così rilevano un sostenuto rallentamento. Per il 2021 la crescita frenerà rispetto alle stime precedenti, che passano dal + 5,1 al + 4,2%. Quasi un punto percentuale in meno, che è quello che già pochi giorni fa pronosticava l’analista di Commerzbank Jörg Krämer in una chiacchierata con l’Handelsblatt. Una parte della ripresa si sposterà dunque all’anno successivo, il 2022, per il quale le stime vengono portate dal + 1,7 della previsione precedente al + 2,5%. Per il primo anno della pandemia, il drammatico 2020, l’Ifo fissa la caduta del Pil al – 5,1% contro il – 5,2 stimato in precedenza.

Gli esperti di Monaco hanno poi avanzato una prima valutazione a parte dell’impatto del nuovo lockdown che ora coinvolge anche il commercio al dettaglio, almeno per la previsione sul 2020. L’ipotesi è che esso incida in maniera negativa per lo 0,2% nel quarto trimestre, portando la stima complessiva del Pil 2020 appena al di là del – 5,1% annunciato. Per l’Ifo l’impatto delle nuove chiusure sarà contenuto, nonostante per il commercio dicembre rappresenti il mese con gli incassi più alti per via delle festività natalizie, con il 10% del volume annuale. E questo per una serie di fattori: il blocco riguarda solo 18 giorni compresi i festivi, non coinvolge il settore alimentare e neppure quello del commercio online, che rappresenta una quota sempre più significativa del movimento complessivo. Anche il prolungamento del blocco ai primi 10 giorni di gennaio incide in maniera relativa sulle previsioni per il 2021, tanto più che si tratta del periodo più debole per le vendite nel commercio, dopo la sbornia natalizia. In termini assoluti, le stime sono di una perdita di 1,15 miliardi per il quarto trimestre 2020 e di 0,55 miliardi nel primo trimestre 2021. Resta da capire, ma questo i ricercatori non possono al momento saperlo, se il lockdown verrà prolungato oltre il termine annunciato del 10 gennaio e quanto questo aggraverebbe le previsioni attuali.

“I nuovi lockdown in Germania e negli altri paesi sposteranno in avanti i tempi della ripresa”, ha detto Timo Wollmershäuser, responsabile delle ricerche congiunturali, “e solo alla fine del 2021 la produzione nei settori del commercio e dei servizi raggiungerà i livelli pre Covid”. Il ritorno al segno negativo per l’ultimo trimestre 2020 e il probabile segno negativo nel primo trimestre 2021 potranno determinare una seconda recessione, seppure in termini contenuti. Impossibilitati a gettare sul piatto della bilancia le stime sulla chiusura degli esercizi di vendita al dettaglio, i ricercatori dell’Ifo hanno inglobato nelle nuove stime l’ipotesi che il lockdown leggero (quello che coinvolge ristoratori, albergatori, organizzatori di eventi) si prolunghi fino a tutto il mese di marzo. Molti sono i dati incerti inseriti in queste previsioni di fine anno, dal momento che le durate dei lockdown non sono davvero prevedibili, così come la dinamica e i tempi delle successive riaperture. Per questo Clemens Fuest, che dell’Ifo è il presidente, sottolinea un concetto con più forza del solito: le previsioni indicano sempre degli scenari che vanno adattati più volte nel corso dell’anno, nessuno può conoscere con precisione il futuro.

Ma le esperienze passate possono aiutare a definire meglio gli scenari. E, sulla base di quanto avvenuto dopo la prima ondata della pandemia, Wollmershäuser trasmette l’unica ma importante ventata di ottimismo: da aprile in poi ipotizziamo una ripresa robusta, forte, come quella avvenuta nei mesi estivi. Anche questa crisi contiene molti aspetti diversi rispetto a quelle precedenti, ha aggiunto Wollmershäuser, e a giugno siamo stati sorpresi dall’impetuosità della ripresa. Ragionavamo sulle ipotesi di una ripresa a U, dopo uno shock così forte, abbiamo assistito a una vera ripresa a V. E infatti, tutte le stime pessimistiche elaborate in primavera nel pieno della prima ondata sono poi state riviste al rialzo nei mesi successivi.

Per gli esperti dell’Ifo, a fare la differenza rispetto alle crisi precedenti sono state le misure varate con tempestività dal governo, i sostegni ai redditi delle persone colpite e soprattutto le misure anti-disoccupazione sull’orario ridotto, che hanno permesso ai lavoratori di adattarsi alla situazione con flessibilità salvaguardando la liquidità delle famiglie. La difficoltà a spendere, e in particolare la decisione di molti tedeschi di rinunciare alle vacanze estive, ha accresciuto i risparmi sui conti bancari. La previsione dell’Ifo è che in gran parte tali risparmi resteranno sui conti e solo in minima parte verranno utilizzati per recuperare spese non effettuate, una volta conclusa la crisi.

Discorso a doppia faccia per l’occupazione. Aumentano i senza lavoro, che passano dal record minimo di 2,3 milioni del 2019 a 2,7 milioni quest’anno, con la quota che sale dal 5 al 5,9%. Nel 2021 la situazione rimarrà stabile, con un miglioramento nel 2022 che riporterà il numero dei disoccupati a 2,5 milioni, pari al 5,5%. I numeri non sono peggiori grazie alle misure governative sull’orario ridotto, che hanno permesso alle aziende di non licenziare. Ma per i prossimi mesi gli economisti dell’Ifo prevedono una forte ondata di insolvenze, finora bloccate dalla sospensione dell’obbligo di proporre istanza di fallimento, più volte prorogata nel corso dell’anno. Si tratta di imprese in larga parte operanti in settori già privi di prospettive, i cui lavoratori non troveranno a medio termine nuove possibilità di impiego. Ecco perché, mentre per i settori colpiti dalle chiusure l’Ifo prevede un ritorno alla situazione pre-crisi a fine 2021, un ritorno ai livelli occupazionali precedenti è assai improbabile.

Le previsioni sulle esportazioni: da – 9,7% nel 2020 si passerà a + 8,8% nel 2021 e a + 6,1% nel 2022. Per le importazioni le stime sono di – 8,7% per l’anno in corso, + 6,8 per quello prossimo e + 7,1% nel 2022. Nelle stime Ifo il tanto criticato surplus tedesco delle partite correnti passerà da 235,2 miliardi nel 2020 a 281,1 miliardi nel 2022. Il buco nelle casse dello Stato si ridurrà da 160,5 miliardi di euro quest’anno a 133,0 miliardi nel prossimo anno e a 84,3 miliardi nel 2022.

A dati sostanzialmente analoghi, sia per le stime sulla crescita che per il mercato del lavoro, sono giunti gli esperti dell’Istituto di macroeconomia della Hans-Böckler-Stiftung, la fondazione vicina ai sindacati. I nuovi lockdown provocheranno una stagnazione nei mesi invernali, mentre dalla primavera si assisterà a una ripresa forte, come quella dopo la prima ondata. I numeri cambiano di poco rispetto a quelli dell’Ifo: il Pil passa dal – 5% di quest’anno al + 4,9% del 2021, il tasso di disoccupazione dal 5,9% del 2020 al 5,7% del 2021. Ma il livello di occupazione pre Covid resterà un miraggio.

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