La Meloni “aggressiva” del racconto della stampa americana sembra essere proprio per questo piaciuta a Donald Trump nel lungo incontro avuto nella sua residenza privata, con i tempi e le procedure più di una incursione, o di un blitz, che di una visita. Come, del resto, fu il primo approccio diretto a Parigi fra i due il mese scorso, anch’esso improvvisato dalla premier italiana sorprendendo sia il padrone di casa, il presidente francese Emmanuel Macron, sia il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Che l’aveva preceduta nei tempi e nel cerimoniale della riapertura della Cattedrale Notre Dame restaurata dopo l’incendio di cinque anni prima.
Lo stesso Trump, del resto, ha accolto festosamente, e ammirato la Meloni a Mar- a- Lago come la leader “d’assalto all’Europa”: lei, che in Italia era stata rappresentata dagli avversari come “isolata” rispetto al presidente francese e al cancelliere tedesco pur usciti entrambi malconci dalle elezioni continentali di giugno. Lei, che aveva osato dissentire dalla loro decisione di confermare alla presidenza della Commissione esecutiva dell’Unione Europea Ursula von ver Leyen ottenendo poi lo stesso il riconoscimento dovuto all’Italia con la nomina di Raffaele Fitto a commissario di peso, con un portafoglio fra i più gonfi, e vice presidente.
Ciò che la Meloni ha portato in Italia, di ritorno dalla sua missione lampo da Trump prima ancora dell’insediamento del presidente rieletto alla Casa Bianca, è un rapporto privilegiato con gli Stati Uniti della nuova amministrazione che si rivelerà utile non solo per la soluzione del problema che ha scavalcato per attualità, cioè per urgenza, tutti gli altri, cioè il caso della giornalista italiana Cecilia Sala arrestata in Iran. Che potrà ormai tornare libera solo se e quando gli iraniani riusciranno ad evitare l’estradizione negli Stati Uniti del loro “uomo dei droni”, arrestato in Italia su mandato di cattura d’oltre Oceano per reati di terrorismo, paradossalmente confermati proprio dalla difesa strenua che ha deciso di farne alla luce del sole il regime iraniano. Che pratica e alimenta il terrorismo in tutte le guerre alle quali partecipa direttamente o indirettamente: direttamente in Medio Oriente e indirettamente, per esempio, in Ucraina sostenendo l’aggressione russa in corso da quasi tre anni.
Nel ritorno in Italia dalla missione americana la Meloni ha trovato la sorpresa, felicemente riservatale dal presidente Sergio Mattarella improvvisando, pure lui, una visita di approvazione e di incoraggiamento nella Caivano risanata con una forte iniziativa del governo, e della premier in particolare, fra lo scetticismo e persino gli attacchi dei professionisti dell’anti-camorra. Che come i professionisti dell’antimafia e dell’antifascismo danno dei camorristi agli avversari o, semplicemente, indesiderati.