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Donald Trump Elon Musk

Ecco come Trump agevolerà l’esportazione di droni Usa

L’Amministrazione Trump ha ufficialmente avviato una revisione della politica di esportazione di Unmanned Aerial Vehicles (UAV o droni), risalente al 2015, che potrebbe concretizzarsi nell’aprile prossimo, generando forti aspettative di aumento delle vendite e di posti di lavoro nel settore grazie all’introduzione di agevolazioni all’esportazione di sistemi fabbricati negli Stati Uniti. Ora, a causa delle…

L’Amministrazione Trump ha ufficialmente avviato una revisione della politica di esportazione di Unmanned Aerial Vehicles (UAV o droni), risalente al 2015, che potrebbe concretizzarsi nell’aprile prossimo, generando forti aspettative di aumento delle vendite e di posti di lavoro nel settore grazie all’introduzione di agevolazioni all’esportazione di sistemi fabbricati negli Stati Uniti.

Ora, a causa delle attuali restrizioni, i produttori statunitensi di UAV si trovano in una posizione di svantaggio nei confronti di altri Paesi esportatori, in particolare Cina e Israele, dove non si è soggetti ad autorizzazione. In particolare, dal 2016, queste proteste si sono acuite allorquando Unmanned Aerial Systems (UAS) di fabbricazione cinese hanno iniziato a comparire sulle piste di alleati strategici come Emirati Arabi Uniti, Giordania ed Egitto.

La modifica sostanziale operata dall’amministrazione Trump riguarda un rilassamento nella c.d. “presunzione di rifiuto” (presumption of denial) per le vendite di UAS.

L’attuale Regime di Controllo della Tecnologia Missilistica (MTCR, Missile Technology Control Regime) prevede una “presunzione di rifiuto” per le esportazioni di missili e la consegna di veicoli in grado di trasportare carichi di 500 chilogrammi per oltre 300 chilometri, che rientrano nella rubrica “categoria 1”.

Tale restrizione è stata storicamente applicata ai droni, ma le cifre dell’industria spingono affinché l’MTCR sia riformato, adducendo che le restrizioni progettate per i missili Cruise non dovrebbero applicarsi agli UAS. Effettuare modifiche all’MTCR richiede, pero’, il consenso degli altri 34 stati dell’accordo. Molto più semplice, dunque, limitarsi a modificare la politica di esportazione degli Stati Uniti.

L’opzione che l’amministrazione Trump sta considerando riguarda lo spostamento in “categoria 2” di ogni veicolo aereo che voli a una velocità inferiore a 650 km/h, lasciando la transazione soggetta ad approvazione caso per caso. I droni più piccoli che soddisfano le nuove linee guida per le esportazioni dovrebbero essere molto più economici dei modelli di fascia alta come Predator e Reaper, entrambi prodotti da General Atomics, il cui costo oscilla intorno ai 17 milioni di dollari.

Vi è anche la possibilità che si affermi esplicitamente la volontà degli Stati Uniti di superare la “presunzione di rifiuto” per i Paesi Alleati e per qualsiasi membro dell’MTCR. Al riguardo, Paesi membri della NATO, Arabia Saudita e altri partner del Golfo, nonché Singapore, e Australia hanno già mostrato interesse nello sfruttare questa aperture commerciale.

L’allentamento delle regole di esportazione di UAS potrebbe agevolare società come Textron e Kratos Defense & Security Solutions Inc., ma anche Boeing, Northrop Grumman, General Atomics e Lockheed Martin, molte delle quali stanno già prendendo in considerazione l’espansione delle loro linee di prodotti.

Fabio Vanorio

DISCLAIMER: Tutte le opinioni espresse sono da ricondurre all’autore e non riflettono alcuna posizione ufficiale riconducibile né al Governo italiano, né al Ministero degli Affari Esteri e per la Cooperazione Internazionale. Laddove il tema è inerente a relazioni internazionali, il testo è stato autorizzato per la pubblicazione dal Ministero degli Affari Esteri e per la Cooperazione Internazionale.

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