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Leonardo, Mbda, Fincantieri e il Trattato del Quirinale

L'articolo di Piero Batacchi per RID - Rivista Italiana Difesa.

 

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, hanno firmato oggi al Quirinale il “Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata”, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e delle delegazioni italiana e francese.

Al termine della cerimonia il Presidente Draghi e il Presidente Macron hanno rilasciato dichiarazioni congiunte alla stampa a Villa Madama. Il Trattato è molto importante ed è il primo di questa natura e portata sottoscritto dall’Italia con un altro “grande”.

Finora, infatti, tolta la storica partnership bilaterale con gli Usa in campo difesa e sicurezza, l’Italia non aveva nulla del genere, se non accordi di minore entità con UK e Germania.

La Francia, invece, ha trattati simili sia con la Germania sia con il Regno Unito.

Con Londra, nonostante la Brexit, Parigi ha una cooperazione strategica che riguarda, tra le altre cose, il pattugliamento deterrente con i sottomarini nucleari, ma pure la CJEF, Combined Joint Expeditionary Force, che è diventata pienamente operativa a fine novembre 2020.

Insomma, l’Italia fa un deciso passo in avanti e formalizza un Trattato che consentirà di “gestire” la partnership con la Francia entro un quadro chiaro e strategicamente definito permettendo anche di regolare quelle differenze che in passato hanno portato i 2 Paesi a competere.

Il Trattato abbraccia molti campi, dall’economia, all’agricoltura, passando, ovviamente, per la difesa e la sicurezza. Roma e Parigi del resto negli ultimi tempi si sono riavvicinate molto, soprattutto in Africa e nel Sahel, ma pure in Libia le differenze sono meno accentuate che nel passato.

La Francia è reduce poi dalla batosta dell’AUKUS ed ha tutto da guadagnare da una convergenza con Roma, da spendere poi sul fronte della “special relationship” con la Germania, alle prese con la laboriosa formazione del nuovo governo orfano di Angela Merkel.

Dal canto suo l’Italia ha bisogno di avere un partner forte anche nel continente bilanciando così la sua tradizionale vicinanza al Regno Unito.

Sullo sfondo ricordiamo poi il via alla fase finale del percorso di approvazione della Bussola Strategica con la nuova forza di intervento rapido europea da 5.000 uomini – la cui approvazione definitiva è prevista a marzo nell’ambito del semestre francese di presidenza dell’Unione.

I terreni di incontro, dunque, ci sono e sono molti.

In campo industriale, le joint spaziali tra Leonardo e Thales sono un esempio virtuoso, così come l’esperienza ATR e la cooperazione dentro il colosso MBDA, mentre la joint venture tra Fincantieri e Naval Group, NAVIRIS, sta muovendo i primi passi sulla spinta di grandi programmi come quello dell’ammodernamento dei cacciatorpediniere antiaerei ORIZZONTE e delle nuove fregate EPC (European Patrol Corvette).

Ma in agenda c’è adesso pure la questione OTO Melara/WASS, con tutti i risvolti che questa potrebbe avere sul piano di un’ulteriore aggregazione in chiave europea e sull’onda dei grandi investimenti che si annunciano nel settore terrestre: dal nuovo carro armato, al veicolo da combattimento per la fanteria, passando per lo sviluppo di un vero e proprio sistema dei sistemi terrestre europeo.

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