Israele afferma che, insieme al fratello, Subhi Ferwana è stato il maggiore finanziatore di Hamas, ma questa mattina lo ha eliminato in un attacco aereo a Gaza.
Ecco tutti i dettagli su Ferwana, la sua società di cambio valuta Hamsat e di come il gruppo terroristico utilizzi queste attività per sostenersi ed evitare i sistemi bancari internazionali.
L’ANNUNCIO
In un’operazione nella città di Rafah, nel sud di Gaza, un aereo da guerra dell’Idf, sotto la guida dello Shin Bet, l’Agenzia per la sicurezza di Israele, e della Direzione dell’intelligence militare, ha eliminato il finanziatore numero uno di Hamas.
A dare l’annuncio poche ore fa con un messaggio su X è proprio l’Idf:
Le Forze di difesa israeliane, l’Israel security agency (Isa o Shin Bet) e le altre forze di sicurezza promettono di continuare a impegnarsi per smantellare la rete di finanziamento del gruppo terroristico.
CHI ERA IL PRINCIPALE FINANZIATORE DI HAMAS
Come si legge nel post, Ferwana e il fratello hanno finanziato con decine di milioni di dollari le forze militari di Hamas, gli stipendi dei terroristi e le attività di guerra attraverso la loro società Hamsat.
L’Idf ha inoltre aggiunto che “Ferwana ha trasferito fondi all’ala militare di Hamas durante la guerra ed era consapevole che questi sarebbero stati vitali per continuare i combattimenti”.
DA QUESTI FINANZIATORI DIPENDE LA SOPRAVVIVENZA HAMAS
“La capacità di combattere dell’ala militare di Hamas dipende dai fondi che le vengono trasferiti attraverso i cambiavalute”, si legge nella dichiarazione dell’Idf riportata dal Jerusalem Post. “Senza di essi, la sua capacità è significativamente compromessa”.
Secondo le Forze di difesa israeliane, Hamas si serve di questi finanziatori e cambiavalute per ricevere i fondi che provengono da Stati, quali Iran e Qatar, e da varie fonti di raccolta fondi all’estero.
Non solo moneta digitale. I cambiavalute infatti, spiega Israel national news, sono un ottimo modo per effettuare i trasferimenti utilizzando il metodo del netting e del riciclaggio di denaro, eludendo così i sistemi bancari internazionali strettamente monitorati.
LE ACCUSE AL MOSSAD
Intanto, Udi Levy, ex capo del dipartimento del Mossad che si occupa di guerra economica e finanziamento del terrorismo, ha affermato che non è stato fatto abbastanza per impedire ad Hamas di ottenere denaro.
“Non vedo ispezioni approfondite dei camion che entrano a Gaza, né pressioni sull’Egitto o sulla Turchia per impedire che il denaro arrivi a Hamas”, ha dichiarato secondo quanto riferito dal Jerusalem Post. “Dobbiamo bloccare i fondi che vengono attualmente inviati ad Hamas, i quali ammontano a circa 100 milioni di dollari. Secondo le mie stime, circa il 30% di questo totale è già stato consegnato”.
L’ufficio del primo ministro difende il Mossad dalle accuse.