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STMicroelectronics, ecco come Italia e Francia studiano una strategia extra Usa su Huawei

Come si muoverà STMicroelectronics, in cui hanno peso il Tesoro italiano e la Cdp francese, nella produzione di chip dopo le ultime mosse Usa anti Huawei che incideranno anche su StM

Ieri il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha ulteriormente rafforzato le restrizioni all’accesso di Huawei alla tecnologia americana, aggiungendo anche una quarantina di affiliate dell’azienda in 21 Paesi alla sua blacklist economica.

CHE COSA HA DETTO POMPEO

“Il Dipartimento di Stato sostiene con forza l’espansione odierna del Dipartimento del Commercio del suo Foreign Direct Product Rule, che impedirà a Huawei di aggirare la legge statunitense attraverso la produzione di chip alternativi e la fornitura di chip off-the-shelf (OTS) prodotti con strumenti acquisiti dagli Stati Uniti”, ha detto il segretario di Stato americano, Mike Pompeo.

LA NUOVA LISTA ANTI HUAWEI

Il Dipartimento del Commercio in una dichiarazione a parte ha affermato di aver aggiunto 38 nuove affiliate Huawei in 21 Paesi alla sua Entity List, “perché presentano un rischio significativo di agire per conto di Huawei contrariamente alla sicurezza nazionale o agli interessi di politica estera degli Stati Uniti”.

LE MIRE DI TRUMP

Le restrizioni sono l’ultima misura della campagna dell’amministrazione Trump per tenere a freno Huawei che secondo l’amministrazione Trump nelle comunicazioni militari e di Intelligence Nato può mettere lo zampino a favore del governo cinese (in Italia ci sono le basi di Sigonella e Aviano, oltre al Muos in Sicilia).

LE NUOVE MOSSE USA ANTI HUAWEI

Oltre a limitare l’accesso della società a chip contenenti tecnologia americana, gli Stati Uniti hanno impedito a Huawei di acquisire chip progettati nei propri laboratori e costruiti utilizzando apparecchiature o software statunitensi.

CHE COSA DICE EQUITA SU STMICROELECTRONICS

Con le nuove restrizioni ora Huawei dovrà ottenere una licenza prima di vendere microchip che siano prodotti utilizzando macchinari o software americani. “La nuova direttiva è più stringente di quella precedente che vietava solo la fornitura di chip disegnati da HiSilicon e prodotti da terzi, ad esempio Tsmc o STMicroelectronis, mentre ora viene vietata anche la fornitura di chip non custom made”, ha spiegato Equita.

LA DIRETTIVA USA

E’ da verificare se la nuova direttiva americana possa creare delle ritorsioni da parte del governo cinese su aziende americane, ad esempio Apple: “La notizia è negativa per tutti i fornitori di Huawei inclusa STM per cui la società cinese è un cliente top10 e riteniamo pesi poco meno del 5% del fatturato anche se è probabile che il minore fatturato verso Huawei possa essere rimpiazzato da nuove forniture ad altri OEM, i produttori di apparecchiature originali, cinesi come Xiaomi, Oppo e Vivo”, ha osservato la sim, riporta Mf/Milano Finanza.

LE MOSSE DI STMICROELECTRONICS

Nelle scorse settimane Start ha scritto: “Il bando di Trump non ferma Huawei e non intimorisce i governi di Italia e Francia nei rapporti con il colosso cinese. E lo fanno tramite StMicrolectronics, concedendo al gruppo la possibilità di una via di fuga (del tutto secondaria) in caso di inasprimento delle sanzioni a stelle e strisce”.

L’ACCORDO HUAWEI STMICROLECTRONICS

Huawei e l’azienda italo-francese STMicroelectronics hanno siglato nelle scorse settimane un accordo per progettare in partnership microprocessori destinati alle apparecchiature mobili e al settore auto, secondo quanto scrive il Financial Times, riportando le indiscrezioni della Nikkei Asian Review.

COSA FARANNO HUAWEI E STMICROLECTRONICS

Tra i primi impegni delle due aziende ci sarebbe quello di sviluppare chip per la linea Honor di smartphone realizzati da Huawei. Con l’accordo, le due aziende coopereranno nella realizzazione dei microprocessori per Tesla e Bmw, ed Huawei avrebbe la possibilità di accelerare sulla guida autonoma.

HUAWEI, IN AFFARI CON GOVERNO ITALIANO E FRANCESE

In pratica, l’accordo ha di fatto il via libera di Francia e Italia. StMicrolectronics, infatti, è controllata con una quota del 27,5% da ST Holding, la joint venture italo-francese partecipata al 50% dal ministero dell’Economia (Mef) italiano e dal veicolo Ft1Ci, detenuto per il 95% dalla società statale Bpi France (gruppo Caisse de Dépots) e per il 5% dall’Agenzia atomica francese.

LA VERSIONE DI HUAWEI

Huawei conferma le indiscrezioni sull’accordo? “Non conosco i particolari – rispose settimane fa a Start Magazine Luigi De Vecchis, presidente di Huawei Italia – ma è evidente che chiusa la porta delle aziende americane con le quali c’era un mutuo scambio di competenze, dovessimo correre ai ripari con altre aziende altrettanto competenti. La forza della nostra R&S era utile anche alle aziende americane che ora dovranno farne a meno e ne pagheranno le conseguenze sul lato degli interscambi della conoscenza”.

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