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Istituto Cybersicurezza

Servizi segreti, tutti i perché delle nomine di Benassi, De Donno, Della Volpe e Massagli

Dopo Benassi sottosegretario con delega ai Servizi, Conte ha firmato i decreti di nomina dei due vicedirettori all’Aise (Della Volpe e Massagli) e un vice all’Aisi (De Donno). Fatti, nomi e commenti

Dopo poco meno di un anno, i vertici delle agenzie di intelligence tornano a ranghi completi.

LE NOMINE DI DELLA VOLPE, MASSAGLI E DE DONNO

Infatti, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – sentiti i rispettivi direttori e il Copasir – ha firmato i decreti di nomina dei due vicedirettori all’Aise (il generale della GDF Luigi della Volpe, già caporeparto dell’agenzia, e l’ammiraglio Carlo Massagli, consigliere militare a Palazzo Chigi) e un vice all’Aisi (il generale dei carabinieri Carlo De Donno, collega di corso del nuovo comandante dell’Arma – Teo Luzi – e caporeparto del servizio interno).

GLI AVVICENDAMENTI ALL’AISE E ALL’AISI

Questi avvicendamenti si sono resi necessari dopo che all’Aise la prima casella di vice era stata liberata il 16 maggio 2020 da Giovanni Caravelli, promosso da numero due a numero uno mentre a luglio il generale Giuseppe Caputo (tra i più giovani vicedirettori della storia dell’Agenzia) aveva lasciato per approdare nel settore privato, ai vertici del gruppo San Donato; mentre il primo dicembre si era congedato dall’Aisi Valerio Blengini.

IL GIRO DI NOMINE

Il giro di nomine, atteso appunto da mesi, si è sbloccato con l’indicazione della nuova autorità delegata: un passaggio importante per il quale il Presidente Conte si era pubblicamente impegnato in Parlamento, nel momento in cui questo era diventato uno dei principali motivi del contendere dell’attuale crisi politica.

LA SCELTA DI BENASSI

La scelta è ricaduta su una figura di alto profilo come l’ambasciatore Pietro Benassi, già consigliere diplomatico di Palazzo Chigi; una scelta ispirata alla stessa logica che aveva portato Massolo dalla Farnesina al Dis, ribadendo una contiguità culturale e operativa tra le due realtà. Come ha sottolineato il Sole 24 ore, Benassi «trova un set di dossier caldi sul suo tavolo, dal 5G al golden power, la Libia, le acquisizioni ostili dall’Estero e i rischi di instabilità legati alla crisi economica».

COSA SI DICE SU MILITARI E DIPLOMATICI

Come fa notare l’analista Antonio de Martini: «Naturalmente i diplomatici mostreranno soddisfazione per la scelta e cercheranno di minimizzare l’invasione di campo attuata ai danni di militari, anche se si tratta di un incarico politico e non tecnico. Certo la prossima volta che i diplomatici protesteranno per una nomina da ambasciatore di un estraneo (vedi il caso Calenda), non avranno più la credibilità necessaria».

LE PROSSIME MOSSE SU BENASSI

Ci sono alcune ulteriori valutazioni da fare sul quadro che si sta delineando. La nomina di Benassi – già capo di gabinetto di Emma Bonino, ambasciatore a Berlino e da ultimo consigliere diplomatico di Conte – verrà perfezionata dal Presidente del Repubblica dopo una designazione collettiva da parte del Consiglio dei Ministri. Conte, pur apparentemente indebolito, risponde con la mossa del cavallo: nomina tre figure chiave e – nel momento in cui due provengono dalla presidenza del Consiglio – ha ora a disposizione due ulteriori caselle (consigliere diplomatico e consigliere militare). Mentre si allarga quel «centro instabile» descritto dal politologo Giovanni Orsina, si rafforza la «verticale del potere» evocata dall’analista Germano Dottori.

Vedremo come queste dimensioni verranno cristallizzate nel quadro istituzionale del Paese.

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