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Come e dove lavorano le spie russe in Europa?

Che cosa emerge su spie russe in Europa da un'inchiesta di tre giornali pubblicata il 25 febbraio. L'approfondimento di Giuseppe Gagliano

Non esistono ormai dubbi sul fatto che operi una piccola unità speciale russa in Europa almeno dal 2015. Sarebbero agenti russi che appartengono a una piccola unità sotto il controllo del GRU cioè dell’intelligence militare russa.

La loro azione si estende da Sofia a Salisbury, dove l’ex doppio agente Sergei Skripal è stato avvelenato. Uno dei suoi presunti “assassini” svolgeva un importante incarico diplomatico presso l’Organizzazione mondiale del commercio.

Il suo nome è Egor Gordienko, assegnato per diversi anni alla delegazione russa presso l’Organizzazione mondiale del commercio a Ginevra, ed è uno dei tre russi accusati, a fine gennaio, dalla Bulgaria di aver tentato di assassinare un uomo d’affari bulgaro nel 2015. La sua vera identità è stata rivelata da un’indagine congiunta del sito investigativo Bellingcat, del sito russo The Inside e del quotidiano svizzero Tages Anzeiger, pubblicata il 25 febbraio.

Oggetto di un mandato di cattura internazionale, Egor Gordienko è il primo diplomatico russo ricercato dalla Interpol per tentato omicidio. Il nome di Egor Gordienko e quello di altri agenti russi sono nomi ricorrenti nelle indagine svolte dalla stampa internazionale indipendente. Inoltre pare che proprio Egor Gordienko sia collegato al tentativo di avvelenamento dell’ex agente russo Sergei Skripal sopravvissuto nel Regno Unito nel marzo 2018. Uno scandalo questo che aveva gettato un brivido nelle relazioni diplomatiche tra Londra e Mosca.

Il tentativo di assassinio nei confronti del direttore di una fabbrica di armi bulgara, Emilian Gebrev, rappresenta la più antica traccia della azione sul suolo europeo di questa unità speciale. La “missione” inizia nel febbraio 2015, quando Egor Gordienko, viaggiando sotto la falsa identità di Georgy Gorshkov, si reca a Sofia per testare il terreno e localizzare l’obiettivo, secondo gli investigatori bulgari intervistati da The Insider. Nell’aprile dello stesso anno, una squadra di tre membri di questa speciale unità del GRU entrerà in azione. Proveranno ad avvelenare Emilian Gebrev spruzzando veleno sulla portiera della sua auto.

Emilian Gebrev sfugge alla morte grazie ad un intervento di emergenza in un ospedale militare a Sofia. Nonostante questo fallimento, un mese dopo, lo stesso trio di assassini sta di nuovo cercando di eliminare questo imprenditore, come confermato dai tabulati telefonici e dai piani di volo consultati da Bellingcat. Ma questa volta, Emilian Gebrev riconosce rapidamente i primi segni di avvelenamento e viene curato senza che la sua vita sia messa realmente in pericolo.

Tuttavia, a quel tempo, nessun medico era in grado di identificare il veleno usato e nessuno sospettava che si trattasse di un’operazione orchestrata da spie russe. Fu solo nel tentativo di avvelenamento ai danni di Sergei Skripal nel marzo 2018 che Emilian Gebrev notò le somiglianze tra le sue disavventure e la vicenda di Skripal. Proprio grazie a queste affinità nel modus operandi ha ottenuto la riapertura del suo caso da parte delle autorità di polizia bulgare nel tentativo di svelare il mistero del suo stesso avvelenamento.

Parallelamente alle indagini ufficiali, una serie di articoli dedicati al suo caso su Der Spiegel o sul quotidiano britannico The Guardian hanno confermato le sue paure. Ad esempio, l’uomo filmato nel parcheggio dalla telecamera di sorveglianza nell’aprile 2015, viene identificato dal sito web Bellingcat con il nome di Denis Sergeev, un ufficiale del GRU, sospettato fra l’altro di essere stato il “terzo uomo” della squadra responsabile dell’assassinio di Sergeï Skripal.

Se la filiazione tra i due casi è confermata, nessuno sa, tuttavia, cosa ha indotto l’Unità speciale del GRU a volere eliminare Emilian Gebrev. Si presume che abbia consegnato armi in Georgia durante il conflitto del 2008 con la Russia, tuttavia ha rivelato a Bellingcat che era solo una piccola parte della sua attività.

Dopo il fallimento bulgaro, questa unità ha rivolto il suo interesse al Montenegro.

Nel 2016, due ufficiali del GRU sono sospettati di aver tentato di organizzare un colpo di stato in questo piccolo paese dei Balcani. L’anno seguente, le autorità montenegrine hanno incriminato questi due uomini, uno dei quali aveva anche viaggiato in Bulgaria con Egor Gordienko al momento dell’operazione contro il trafficante d’armi bulgaro.

Ma anche la Svizzera ha costituito uno scenario all’interno del quale l’unità speciale ha operato. È infatti qui che Egor Gordienko ha assunto un incarico diplomatico presso l’OMC questa volta con il suo vero nome nel 2017. Non compare ufficialmente nelle liste diplomatiche russe, ma Swiss Tages Anzeiger ha trovato tracce dell’uomo che ha partecipato a una competizione sportiva per conto della “missione diplomatica russa” in Svizzera.

L’OMC ha anche confermato a The Insider che un Egor Gordienko stava lavorando come “terzo segretario” della delegazione russa. Inoltre, durante la sua permanenza a Ginevra, è molto probabile che L’Unità speciale sia stata presente in Svizzera e e che abbia utilizzato proprio Ginevra come base per l’operazione contro Sergei Skripal. Dopo le prime rivelazioni mediatiche che hanno rivelato il suo coinvolgimento il diplomatico nell’ottobre del 2018 è andato a Mosca e non è più ritornato a Ginevra. A partire da questo momento Egor Gordienko sembra sia scomparso nonostante il fatto che l’autorità bulgare lo stiano ancora cercando.

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