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Londra

Uk, ecco come sarà la politica economica di Sunak

La politica economica del neo premier britannico Rishi Sunak, che piace ai mercati, è tutta improntata alla prudenza e alla responsabilità fiscale. Tutti i dettagli. L'articolo di Daniele Meloni

 

Ritorno al fiscal conservatism e a politiche di bilancio improntate alla prudenza e alla responsabilità. Questa sembra essere la bussola del nuovo Premier britannico Rishi Sunak, assurto a nuovo demiurgo delle finanze UK dopo l’infausto periodo del duo Truss-Kwarteng e dopo il loro ancora più infausto mini-budget del 23 settembre.

L’arrivo di Sunak a Downing Street un effetto l’ha subito ottenuto: nel suo primo giorno pieno in carica da Primo Ministro i mercati hanno mostrato una buona reazione alla notizia. La sterlina è salita a 1,15 sul dollaro, mentre il rendimento del Gilt – il titolo di stato UK – è tornato ai livelli pre-Truss. Sunak ha annunciato anche il bando del fracking in UK, per adempiere alle promesse del programma elettorale Tory e per soddisfare quanti, nel partito, temevano l’effetto delle perforazioni nelle loro constituency. Ribaltata, dunque, anche l’ultima politica di Liz Truss, che aveva causato tanti problemi al gruppo parlamentare Tory nel voto dello scorso mercoledì ai Comuni.

Il Cancelliere dello Scacchiere, Jeremy Hunt, riconfermato dal neo-Premier anche per tranquillizzare i mercati finanziari, ha posticipato così la dichiarazione fiscale di medio-lungo termine – che avrebbe dovuto presentare ai Comuni lunedì – al 17 novembre, giorno in cui si recherà in aula per presentare un vero e proprio Autumn Statement, una legge finanziaria in cui il titolare del Tesoro dovrà trovare 40 miliardi di sterline per ripianare le finanze britanniche.

Hunt, che ha spazzato via quasi tutti i tagli alle tasse di Truss – e ha dichiarato in aula che “anche i Tories sanno alzare le imposte quando serve” – ha già avvertito ministeri e dipartimenti: ci sarà da fare una pesante spending review. Ieri il Telegraph riportava l’indiscrezione che Whitehall dovrà accettare tagli fino al 15% dei budget ministeriali, anche se il recente andamento dell’economia sui mercati potrebbe salvare dalla scure di Hunt 15 miliardi sui 40 da recuperare previsti.

Il governo si è affrettato a comunicare che la decisione di ritardare la dichiarazione fiscale è stata presa in accordo con il Tesoro, l’Ufficio per la Responsabilità di Bilancio (OBR), il nuovo Council of Economic Advisors e la Bank of England. Quest’ultima ha in programma una riunione della sua Commissione per la Politica Monetaria il prossimo 3 novembre, il cui esito sarà guardato da vicino dal governo e dai mercati perché potrebbe significare un nuovo rialzo dei tassi d’interesse, ora al 2,25%.

Infine, tema particolarmente sensibile in casa Tory, c’è la “tripla garanzia” sulle pensioni, istituita da Cameron, congelata durante la pandemia dalla coppia Johnson-Sunak, ripristinata da Truss-Kwarteng, messa in dubbio da Hunt, riconfermata da Truss nel suo ultimo intervento alla Camera e, infine, rimessa in dubbio da Sunak. Alcuni Tory credono che verrà mantenuta, anche perché l’elettorato del partito guarda alla constituency dei pensionati come alla sua maggiore risorsa elettorale. Il triple lock porterebbe all’adeguamento delle pensioni all’inflazione corrente, e vedrebbe, quindi, un aumento del 10,1% delle buste paga mensili di coloro che si sono ritirati dal lavoro.

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