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Pkk, che cosa succede tra Usa e Turchia

L’articolo di Giuseppe Gagliano   Il Pkk ha eliminato 13 cittadini turchi detenuti nell’Iraq del Nord mentre era in corso l’operazione Pençe Kartal-2, posta in essere dalle Forze armate turche nell’Alta Mesopotamia. Prevedibile la reazione di Erdoğan che ha attribuito agli Stati Uniti la responsabilità – seppure indirettamente – della eliminazione sottolineando il supporto ampio…

 

Il Pkk ha eliminato 13 cittadini turchi detenuti nell’Iraq del Nord mentre era in corso l’operazione Pençe Kartal-2, posta in essere dalle Forze armate turche nell’Alta Mesopotamia.

Prevedibile la reazione di Erdoğan che ha attribuito agli Stati Uniti la responsabilità – seppure indirettamente – della eliminazione sottolineando il supporto ampio sia sotto il profilo economico che militare da parte USA al Pkk indicata proprio dagli stessi Stati Uniti come una organizzazione terroristica (Erdogan a sua volta si serve del terrorismo islamico in Siria e Libia) e che gli USA appoggiano in Siria proprio in funzione anti turca e anti russa.

Al di là delle accuse agli Usa – pienamente fondate – la postura offensiva turca (sia in questo contesto che nel Mediterraneo) dimostra come la volontà di proiezione di potenza turca non tema la reazione americana – lo dimostra il fatto che proprio Erdogan ha fatto convocare l’ambasciatore statunitense dal suo ministro degli Esteri – proiezione di potenza che intende attuarsi nel Siraq.

Ma ciò è dimostrato anche dal fatto che allo stato attuale la Turchia pone in essere quotidiane offensive contro gli obiettivi siriani del Pkk tra Tall Rif’at e Ayn Issa.

A differenza di altre nazioni – pensiamo per fare un esempio all’Italia – la Turchia come d’altra parte la Francia parlano da pari a pari con gli Stati Uniti senza assumere un atteggiamento supino e di accondiscendenza verso le richieste – legittime o meno -dell’alleato americano.

Erdogan ha pienamente fatta sua logica di potenza che anima la logica degli Stati – con buona pace dei diritti umani e del diritto internazionale – di cui Tucidide si fece portavoce a proposito della Guerra tra Atene e Sparta quando sottolineò – per usare le parole di Eva Cantarella – come la guerra globale tra Sparta e Atene (come viene a volte giustamente definita), fu la conseguenza di una lotta di potere tra due città che perseguivano un’identica politica espansionistica, per non dire imperialistica.

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