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Macron

Perché la Francia ha chiuso i rubinetti alla Repubblica Centrafricana

L'articolo di Giuseppe Gagliano

Il 7 giugno il ministero delle Forze armate ha reso noto che la Francia ha congelato i suoi aiuti di bilancio alla Repubblica Centrafricana e sospeso la sua cooperazione militare con questo Stato centroafricano ritenuto “complice” di una campagna antifrancese guidata dalla Russia.

Più nello specifico il ministero ha motivato questa decisione drastica affermando che: “In diverse occasioni, le autorità centrafricane hanno preso impegni che non hanno mantenuto, sia politicamente nei confronti dell’opposizione che di comportamento nei confronti della Francia, bersaglio di una massiccia campagna di disinformazione nella Repubblica Centrafricana nella quale i centrafricani sono nel migliore dei casi complici di questa campagna”. Concretamente questo significa che l’addestramento militare fornito alle forze armate centrafricana dalle truppe che sono presenti in Gabon verrà interrotto dietro indicazioni del ministero delle forze armate francesi.

Sotto il profilo militare infatti la Francia è intervenuta dal 2013 al 2016 nell’ambito dell’operazione “Sangaris” per porre fine alle violenze, ha consegnato alla Faca nel dicembre 2018, dopo aver ottenuto l’esenzione dall’embargo delle Nazioni Unite, oltre 1.400 fucili d’assalto. Pochi mesi prima, la Russia aveva fatto un ingresso di rilievo in questo ex “pre-quadrato” francese consegnando armi alla Faca all’inizio del 2018 e installandovi un grande contingente di “istruttori”. Un arrivo accompagnato da una virulenta campagna di disinformazione antifrancese.

Inoltre ,nel dicembre 2020, la Russia ha inviato centinaia di paramilitari in aiuto dell’esercito indigente del presidente Faustin-Archange Touadéra minacciato dalla ribellione. Molti testimoni e Ong assicurano che questi paramilitari sono combattenti del gruppo di sicurezza privato russo Wagner, cosa che Mosca nega.

La Francia sta ormai prendendo atto che l’Africa non rappresenta più una sua zona influenza poiché è contesa non soltanto dagli Stati Uniti ma anche dalla Cina e la presenza di queste potenze globali sta progressivamente riducendo gli spazi di manovra sia in ambito militare che soprattutto nell’ambito dello sfruttamento delle enormi risorse (alludiamo non solo quelle petrolifere ma anche all’oro e diamanti) presenti nella Repubblica Centrafricana.

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