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Tunisia

Perché il blog di Grillo aggredisce l’America di Biden e loda la Cina di Xi?

Le tesi del blog di Beppe Grillo commentate da Gianfranco Polillo

 

Il giorno stesso in cui Walter Biot, ufficiale della Marina militare, veniva arrestato con l’accusa infamante di tradimento, per aver passato ai russi segreti militari, Beppe Grillo, sul suo blog pubblicava un lunghissimo articolo di Fabio Massimo Parenti. Titolo: “Un maccartismo disastroso. USA ed UE hanno perso la ragione?”. Un intervento tutto proiettato in difesa di Russia e Cina e completamente ostile nei confronti della nuova Amministrazione americana e di chi in Europa ne vorrebbe assecondare il relativo disegno. Quella sorta di new containment, che ricalca la dottrina elaborata da Washington, alla fine degli anni Cinquanta, per scongiurare possibili effetti domino, dovuti all’avanzare delle truppe comuniste, specie alla periferia del loro impero. La formula adottata da Grillo (La storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa. (Karl Marx)) ne suona ulteriore conferma.

Impossibile, almeno per noi, capire la logica che ha guidato la scelta dell’Elevato. Una svista? Una becera provocazione? La mano protesa verso l’impero del male? La ricerca di una sponda straniera per fini inconffesabile? Indispensabile sarebbe un chiarimento che dovrebbe essere dato, nell’ordine, dallo stesso Grillo, quindi da Giuseppe Conte, prossimo capo del movimento. Poi da Luigi Di Maio, innanzitutto, come ministro degli Esteri (non basta aver convocato l’ambasciatore russo) quindi come past capo politico di quello stesso movimento. Ed infine da Enrico Letta, così rapido nel mettere in luce le presunte o reali debolezze di Matteo Salvini, ancora rubricato come sovranista, ma stranamente silente di fronte ad un affondo, come quello che appare sul blog del padre-padrone dei suoi principali alleati.

Ma quali sono stati gli argomenti usati dall’autore? Soprattutto chi è costui? Un curriculum di tutto rispetto. Foreign Associate Professor di Economia Politica Internazionale alla China Foreign Affairs University, Beijing. In Italia insegna all’Istituto Internazionale Lorenzo de’ Medici a Firenze, dopo aver prestato servizio in altre università straniere. Un sinologo, quindi. Come ce ne sono stati tanti in Italia, durante l’epoca della presidenza di Mao Tze Tung. Intellettuali prestati alla causa, pronti a far proseliti tra i giovani più fragili da un punto di vista politico e culturale. A volte destinati a consumare la loro esistenza nell’inferno del terrorismo.

Il testo pubblicato da Grillo contiene alcune inesattezze e tante nefandezze. A partire dal titolo: del tutto improprio il riferimento al maccartismo. Che negli USA degli anni ‘50 fu caccia alle streghe, condotta contro cittadini americani, accusati di essere comunisti o filo-comunisti. La contrapposizione nei confronti del blocco socialista (URRS, Cina e loro alleati) fu ben più dura, fino alla guerra aperta, nel tentativo di determinare quel roll back che era stato nell’auspicio dell’Amministrazione, fin dai tempi di Dwight Eisenhower.

Le accuse maggiori, nel blog, sono rivolte contro il duo Biden-Blinken, per la loro pretesa di essere portatori di “suprematismo valoriale” che, secondo l’autore, “mette in pericolo l’umanità”. Una pretesa che si fonda sul “mantra sulla violazione dei “diritti umani”, che, come tutti sanno, altro non è che una montatura della CIA, che manipola continuamente l’informazione. Anzi per essere più precisi un’informazione veicolata da “rapporti di ONG basati su informazioni e speculazioni non verificabili”. E poi c’è da chiedersi, aggiunge sempre il nostro, ma da che pulpito viene la predica? Sulla base delle informazioni del Consiglio di stato cinese (sic!) la realtà americana, tra fenomeni di razzismo, violenze della polizia e stragi di innocenti, è il Paese meno titolato per esprimere giudizi.

Date queste premesse, le conclusioni sono coerenti, al grido “non abbiamo bisogno di una nuova guerra fredda”. Che l’Europa si svegli e faccia di tutto per dissuadere l’Amministrazione americana. O almeno si dissoci da qualsiasi atteggiamento guerriero. In particolare il gasdotto North Stream 2, che porterà in Germania il gas russo, etichettato come “cattiva idea” da parte dello stesso Biden, dovrà essere completato. E l’Italia dovrà insistere per rimanere nella BRI (Belt and Road Initiative), la famosa Via della seta. Vendendo semmai qualche parte pregiata del suo territorio nazionale, per garantire ulteriori sbocchi alla produzione cinese. In modo da contribuire ad estenderne l’influenza in campo internazionale.

Ma dove l’autore, complice Grillo, raggiunge punte di assoluto lirismo è sui vaccini. Nessun accenno, ovviamente, all’origine della pandemia, né ai ritardi (ma si tratta solo di questo?) con cui è stato lanciato l’allarme, tanto meno ai rilievi dell’OMS, sulle difficoltà incontrate dai tecnici occidentali in visita nei luoghi in cui tutto era iniziato. Al contrario la Cina, sta vaccinando “senza fretta perché l’epidemia è sotto controllo (grazie a uno dei più avanzati sistemi di diagnosi e tracciamento). Nel frattempo, lo stesso paese sta producendo e distribuendo dosi di vaccini a più di 70 paesi, soprattutto in via di sviluppo e meno sviluppati, attraverso una combinazione di donazioni, contratti standard, prestiti di sostegno ecc., fornendo anche la licenza per riprodurre i propri vaccini, secondo il principio del vaccino “bene comune” e della solidarietà internazionale”.

Ed, invece, dall’altra parte dell’Atlantico, “abbiamo un paese, gli Stati Uniti, che sta vaccinando solo la propria popolazione, bloccando le esportazioni e la liberalizzazione delle licenze presso l’OMC, anche qui con l’appoggio dell’UE. Quindi: nessuna solidarietà, nessuna cooperazione internazionale, nessuna azione globale proprio quando più ce ne sarebbe bisogno”. Insomma, credendo che possa bastare, è il mondo a testa in giù. La Cina e la Russia, come modello da imitare. Gli Stati Uniti, orribile alleato e l’Europa, la bella addormentata che finora ha preferito, sbagliando, l’Occidente.

Quando Grillo ha deciso di pubblicare queste farneticazioni sul suo blog, forse, aveva il mal di testa. Come tutto ciò sia compatibile con la futura alleanza con il Pd, entrambi – lo stesso Grillo e Enrico Letta – dovrebbero spiegarlo ai propri militanti. Per quanto ci riguarda, invece, tutto ciò non ci meraviglia. Per molti versi si assiste ad un ritorno alle origini. Quella voglia di aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, per poi finire nelle grinfie dell’ultima nomenclatura comunista.

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