skip to Main Content

Difesa

Tutto su Walter Biot, il capitano di fregata arrestato per i segreti militari venduti alla Russia

Si chiama Walter Biot l’ufficiale della Marina arrestato. Tutti i dettagli con gli incarichi avuti al ministero della Difesa

 

Segreti Nato dall’Italia alla Russia.

Si chiama Walter Biot l’ufficiale della Marina arrestato per spionaggio militare.

Il capitano di fregata Biot è in servizio all’ufficio Politica Militare dello Stato maggiore della Difesa.

Il capitano di fregata arrestato ha anche fatto parte di commissioni esaminatrici del ministero della Difesa.

Biot è stato arrestato dai carabinieri del Ros dopo essere stato fermato insieme con un ufficiale delle forze armate russe, Dmitrij Ostroukhov: entrambi sono accusati di reati attinenti allo spionaggio e alla sicurezza dello Stato.

Classe ’66, in servizio allo Stato maggiore della Difesa, Biot è un capitano di fregata che ha fatto anche parte della commissione esaminatrice per aspiranti allievi marescialli.

In passato – ha sottolineato il Fatto Quotidiano – ha fatto parte dello staff del ministero, all’epoca in cui a guidarlo era Roberta Pinotti (Pd), durante il governo Renzi.

L’ufficio stampa del gruppo Pd al Senato precisa però che “il capitano di fregata Walter Biot, arrestato oggi per spionaggio militare, non ha mai fatto parte dello staff del ministro della Difesa Roberta Pinotti. Ha lavorato, su designazione delle Forze Armate, nella sezione internazionale della P.I. del dicastero della Difesa, un ufficio non di diretta collaborazione del ministro, dal dicembre del 2010 all’agosto del 2015. Si precisa che la responsabilità al dicastero della Difesa della senatrice Pinotti è iniziata a febbraio 2014 e si è conclusa a giugno 2018”.

Il nome di Biot compare nel dossier Who is who, che annoverava tutti i componenti del governo italiano, durante la presidenza del Consiglio Ue nel 2014: viene indicato come responsabile Pubblica informazione e Comunicazione e addetto alle relazioni Istituzionali del ministero della Difesa.

Biot è stato anche membro della Commissione esaminatrice del concorso per allievi marescialli della Marina militare.

Entrò al ministero quando al vertice politico della Difesa c’era Ignazio La Russa (2008-2011).

Oggi, al III Reparto, aveva compito di classificare i documenti.

Adesso Biot era in servizio allo Stato maggiore della Difesa, dove aveva il compito di decretare la segretezza dei documenti. Incarico che secondo le indagini ha violato in cambio di denaro.

I documenti ceduti da Biot al funzionario russo riguarderebbero i sistemi di telecomunicazione militare.

Alle carte classificate il capitano di fregata avrebbe avuto accesso in quanto era in servizio allo Stato maggiore della Difesa.

L’ufficiale della Marina “aveva il compito di decretare la sicurezza dei documenti dello Stato maggiore di Difesa Walter Biot, l’ufficiale della marina militare arrestato con l’accusa di spionaggio. Dal suo ufficio passavano tutti i documenti riservati e classificati, compresi quelli della Nato. Alla Russia Biot potrebbe dunque aver venduto carte sulla pianificazione delle missioni internazionali, compresi gli interventi in Iraq e Afghanistan”, ha scritto il Corriere della Sera.

Biot avrebbe fotografato documenti militari classificati dal monitor del computer e li avrebbe scaricati in una “pennetta” poi consegnata a un ufficiale delle forze armate russe. La sim, che è stata sequestrata, verrà ora analizzata dagli investigatori.

L’esame del materiale sequestrato nell’appartamento del militare avrebbe già dimostrato che, oltre a dossier italiani, avrebbe passato – scrive il Corriere della Sera – documenti top secret della Nato mettendo quindi a rischio non soltanto la sicurezza nazionale, ma anche quella di altri Paesi.

L’intervento dei Ros è avvenuto in occasione di un incontro clandestino tra i due, sorpresi in flagranza immediatamente dopo la cessione di documentazione classificata da parte dell’ufficiale italiano in cambio di 5mila euro (contenuti in scatole di medicine).

Il denaro è stato sequestrato al momento dello scambio dopo l’intervento del Ros avvenuto in un grande parcheggio della borgata Spinaceto, periferia ovest di Roma.

I due – secondo la ricostruzione dell’Ansa – si erano accordati anche su una cifra più bassa, circa quattromila euro, per la cessione di documenti avvenuta in passato. Nei confronti del militare italiano, attualmente detenuto, l’accusa è di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, spionaggio politico e militare, diffusione di notizie di cui è vietata la divulgazione.

“Con i suoi 55 anni, la faccia da travet, una moglie psicoterapeuta che il Covid ha lasciato senza lavoro, quattro figli e una vita privata complicata, il capitano di fregata Walter Biot, a suo modo, era un obiettivo perfetto per Mosca”, ha scritto Carlo Bonini di Repubblica.

La Farnesina rende noto che il Segretario generale del ministero degli Affari esteri, Elisabetta Belloni, ha convocato al ministero questa mattina – su istruzioni del Ministro Luigi Di Maio – l’Ambasciatore della Federazione Russa presso la Repubblica Italiana, Sergey Razov.

L’operazione, effettuata nell’ambito di una prolungata attività informativa condotta dall’Agenzia Informazioni Sicurezza Interna, con il supporto dello Stato Maggiore della Difesa, ha riguardato un Capitano di Fregata della Marina Militare e un ufficiale accreditato presso l’Ambasciata della Federazione russa, entrambi accusati di gravi reati attinenti allo spionaggio e alla sicurezza dello Stato.

È stata l’Aisi a innescare l’indagine: il servizio segreto ha ricevuto un input sui rapporti tra i due qualche mese fa da quel momento sono scattate le procedure per i controlli dei movimenti. L’ufficiale italiano avrebbe ceduto, tra i dossier riservati, anche documenti Nato, quindi inerenti la sicurezza di altri paesi oltre l’Italia.

Ha scritto Carlo Bonini di Repubblica: “L’Aisi sa tutto. Ricostruisce, tra il dicembre 2020 e martedì scorso, almeno altre tre avvenute consegne. E sa dove il prezzo del tradimento — cinquemila euro in contanti — è nascosto. In una seconda scatola. Anche questa, come quella del capitano, di medicine”.

“Spie russe in action (e beccate). Il governo Draghi non chiude gli occhi”, ha titolato Formiche di Paolo Messa l’articolo sulla notizia, con velate e indirette accuse verso il governo Conte 2. Anche se il capo del Dis, Gennaro Vecchione, molto vicino all’ex presidente del Consiglio, è stato molto riverito dalla rivista fondata da Messa (autore di un libro intervista al super trumpiano Steve Bannon e top manager del gruppo Leonardo): Dagospia notò che Vecchione fu ospite d’onore – molto riverito – in una festa organizzata dalla rivista edita dalla “macchina editoriale più apprezzata a Washington, dicono”, sottolineò Dagospia.

Back To Top