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Arpino Vannacci

Perché difendo la libertà di pensiero del generale Vannacci. L’opinione di Mario Arpino

Che cosa pensa Mario Arpino, già Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e della Difesa, del libro "Il mondo al contrario" scritto dal generale Roberto Vannacci

Venerdì 18 agosto, appena letti sulle rassegne i ritagli di stampa sul libro del generale Roberto Vannacci, ho avvertito odore di bruciato e sono andato a cercare il curriculum vitae del generale. Ineccepibile, anzi, straordinario: racconta la storia di un soldato generoso, valoroso e lineare nel comportamento. Due nomi, una garanzia: Folgore e 9° Col Moschin… Mi sono lasciato prendere da un impulso immediato, ho preso carta e penna (anzi, schermo e tastiera) e ho scritto quanto segue all’Istituto geografico di Firenze. Era il primo pomeriggio, e non circolava ancora la notizia del probabile avvicendamento al Comando.

“Caro generale Vannacci, anche se non ci siamo conosciuti nel corso degli anni di servizio, mi permetta di esprimerle tutta la mia ammirazione per la sua figura di uomo e di soldato. Al di là delle penose polemiche che hanno accompagnato l’uscita di ‘Il mondo al contrario’ (il coraggio di dire la verità – o di ammetterla – evidentemente non è molto diffuso). Le voglio assicurare che siamo ancora in tanti, direi un’ampia maggioranza, a credere in quei valori che oggi da poche chiassose minoranze vengono rifiutati e derisi. Condivido parola per parola, riga per riga, ciò che lei ha detto e scritto. Farò del mio meglio per darne la massima diffusione. È da questa parte, non da altre, che verranno la salvezza e l’affermazione della nostra cara Italia. Una stretta di mano stretta e forte, da soldato a soldato”.

In quel momento non avevo ancora letto il libro riga per riga, ma solo stralci e una copia elettronica. Solo il giorno dopo mi sono arrivate due copie cartacee, che, come promesso, farò circolare a iniziare da figli e nipoti.

Poi, mi è venuto un dubbio atroce: si è parlato di autorizzazione e di sanzioni. Io ho lasciato il servizio attivo 23 anni fa, non è che nel frattempo è cambiato qualcosa? Ho voluto verificare. Il nuovo codice dell’Ordinamento della Difesa in effetti è datato 2010 e comprende ben 2272 articoli. La “Libertà di manifestazione del pensiero” per i militari è contemplata dall’articolo 1472, in vigore dal 27 marzo 2012, che così recita:

“1. I militari possono liberamente pubblicare i loro scritti, tenere pubbliche conferenze e comunque manifestare pubblicamente il proprio pensiero, salvo che si tratti di argomenti a carattere riservato di interesse militare o di servizio, per i quali deve essere ottenuta l’autorizzazione.
2. Essi possono, inoltre, trattenere presso di sé, nei luoghi di servizio, qualsiasi libro, giornale o altra pubblicazione periodica.
3. Nei casi previsti dal presente articolo resta fermo il divieto di propaganda politica”.

Ebbene, nel libro del generale Vannacci non c’è traccia di argomenti riservati di interesse militare o di propaganda politica. Ma allora, dove sta il problema? Se si tratta di esigenze di “politicamente corretto” nell’esprimere le proprie idee, questo lasciamolo ad altri. A noi militari interessano solo verità e correttezza nella comunicazione. Qualità che in questo libro certo non mancano.

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