Come sempre accade in queste circostanze, l’incidente all’elicottero Bell 212 che trasportava il presidente iraniano Raisi è stato commentato sul web ma anche nei media ricorrendo a teorie fantasiose e cospiratorie, la più sintomatica delle quali è che il responsabile sarebbe una spia israeliana dall’improbabile nome di Eli Kopter.
Da dove nasce
A fare riferimento per primo al fantomatico agente segreto israeliano dal nome “Eli Kopter” era stato il canale Telegram “Al-Qassam Correspondent” affiliato ad Hamas che l’ha subito individuato come il pilota del velivolo precipitato.
Persino in Tv
Un’ipotesi ridicola che tuttavia ha guadagnato la ribalta addirittura durante la diretta dell’emittente in lingua francese i24 Français, quando l’analista politico Daniel Haik ha ripreso testualmente il post di Telegram pur precisando che “non è al momento chiaro se questo sia vero o meno, ma la voce sta circolando”.
Ma questa barzelletta ha fatto centro anche in Russia, dove ha contagiato addirittura uno dei volti televisivi più prominenti della cerchia dei propagandisti putiniani, Vladimir Solovyov, che ha ripreso, ritenendolo autorevole, il lancio del collega di i24 Français e spiegato dunque ai telespettatori del seguitissimo canale Russia-1 che era in ballo l’ipotesi di un complotto israeliano eseguito dal fantomatico Eli Copter.
Il laser spaziale
Ma poiché sui social il serbatoio della fantasia è senza limiti ecco sbucare su X un post destinato a sbancare con quasi 30 milioni di visualizzazioni.
A fare la parte del leone in questo caso è un’altra teoria balzana, secondo la quale l’elicottero sarebbe stato colpito dallo spazio con un’arma laser.
Lo riporta tra gli altri Deutsche Welle, che, oltre a precisare che un ordigno del genere non è mai stato inventato, concede la parola a un esperto come il docente di Scienze ingegneristiche dell’Aerospazio Iain Boyd per il quale, se anche esistesse, un simile congegno sarebbe talmente grande da rendere impossibile un occultamento del suo ruolo.
I soliti americani
Ma dopo aver tirato in ballo il Mossad, la rete ha finito inevitabilmente per puntare l’indice sui perfidi americani.
La voce di un loro coinvolgimento si era fatta talmente intensa da spingere il segretario alla Difesa Lloyd Austin a presentarsi a una conferenza stampa per negare qualsiasi ruolo del Pentagono e di ogni altra agenzia a stelle e strisce.
Raisi, un rivale scomodo
In Iran infine, ma non solo, ha tenuto banco l’ipotesi di un assassinio mirato originato all’interno e motivato dalla volontà di eliminare uno dei probabili successori di Ali Khamenei al ruolo di Guida Suprema.
Come ha riferito nella sua trasmissione speciale Firstpost, a ordire il tutto sarebbero stati in questo senso i seguaci di un altro papabile come il figlio dello stesso Khamenei Mojtaba.
Un’ipotesi rapidamente sgonfiatasi alla luce della già elevata impopolarità del presunto erede al trono.