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Missione Aspides

Missioni Mar Rosso, tutte le differenze fra Aspides e Prosperity Guardian

Il Consiglio Ue Affari Esteri pro Aspides, la missione navale Ue per contrastare gli attacchi degli Houti nel Mar Rosso e proteggere le navi mercantili, in coordinamento con Prosperity Guardian ma di natura diversa... Fatti, tempi e approfondimenti

In arrivo la risposta Ue agli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso: la missione Aspides a protezione dei mercantili.

“Data la gravità della situazione attuale e i nostri interessi geostrategici, è importante che l’Ue dimostri la sua volontà e le sue capacità di agire come attore di sicurezza globale, anche nel settore marittimo”. Lo scrivono Italia, Francia e Germania in un documento che hanno presentato al Consiglio Affari Esteri questa mattina e nel quale tornano sulla missione navale Ue nel Mar Rosso data l’urgenza dettata dall’interruzione in una delle principali arterie commerciali del mondo.

Finora il blocco dei Ventisette non è riuscito ad allinearsi con gli Stati Uniti che guidano la missione Prosperity Guardian nel Mar Rosso. Nel corso di gennaio le marine americana e britannica hanno effettuato raid aerei contro obiettivi Houthi nello Yemen per scoraggiare ulteriori attacchi.

Quella Ue “sarà una missione difensiva ma armata. Faremo di tutto per difendere i nostri mercantili che esportano i nostri prodotti. Non possiamo obbligarli a fare il periplo dell’Africa”, ha dichiarato il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. Sempre Tajani ha sottolineato a margine del Consiglio affari Esteri a Bruxelles che è improbabile che la missione “preveda attacchi in territorio yemenita perché non è mai successo”, però “ci sarà una protezione militare molto forte, determinata”.

“Si tratta di capire quanti Paesi contribuiranno con navi da guerra e se saranno usati i mezzi già a disposizione di Agenor. È emerso anche l’auspicio che a ospitare il quartier generale possa essere l’Italia”, sottolinea il Corriere della Sera.

Tuttavia, dal vertice di oggi non si attende nessuna decisione formale sul tema: l’obiettivo di Bruxelles è approvare in via definitiva la missione nella riunione dei ministri degli Esteri del 19 febbraio.

Tutti i dettagli.

OGGI AL CAE SI DISCUTE LA NUOVA MISSIONE MILITARE UE NEL MAR ROSSO

Oggi il Consiglio Affari Esteri dell’Ue ha discusso il piano per Aspides, una missione militare “forte”, allargata e il più possibile partecipata.

“La missione sarà in linea con la Convenzione Onu sul diritti del mare e sarà difensiva”, si legge nel testo, che sottolinea “l’importanza di usare le strutture e le capacità già esistenti” della missione Emasoh/Agenor, nello stretto di Hormuz.

Dunque la missione sarà incaricata di difendere (anche con l’uso della forza), le navi mercantili nel Mar Rosso, sotto attacco dai raid degli Houthi, che stanno impattando sull’intero commercio internazionale.

IN BASE ALL’ARTICOLO 44 DEL TRATTATO SULL’UE

Come riporta il Corriere, si ipotizza un’operazione in base all’articolo 44 del Trattato, che prevede che il Consiglio possa affidare la realizzazione di una missione “a un gruppo di Stati membri che lo desiderano e dispongono delle capacità necessarie per tale missione”, in coordinamento con l’Alto rappresentante Ue.

IL PERIMETRO DELLA MISSIONE UE: ESTENSIONE DELLA COPERTURA AGENOR

Quindi l’iniziativa Ue si inserirebbe nella copertura della missione Agenor, nata su proposta francese nel 2020 per proteggere i flussi marittimi attraverso lo Stretto di Hormuz, che divide la Penisola arabica dalle coste dell’Iran, e poi estesa al Golfo Persico.

Come spiega il sito della Marina militare, l’operazione Agenor, “organizzata nell’ambito dell’iniziativa EMASOH (European-led Maritime Awareness Strait of Hormuz), trae la sua origine da una proposta francese avanzata nel gennaio 2020 in ambito Consiglio dell’Unione Europea. Lo scopo è quello di dispiegare un contingente militare, a connotazione prevalentemente marittima e costituito tra le nazioni europee, in un’area di operazione centrata sullo stretto di Hormuz ed estesa verso nord a tutto il Golfo Persico e verso sud alla zona di Oceano Indiano posta in corrispondenza delle coste omanite”.

L’OBIETTIVO DI AGENOR

L’obiettivo della missione Agenor — si legge ancora sul sito della Marina militare — è quello di salvaguardare la libertà di navigazione e la sicurezza delle navi in transito nell’area dello stretto, garantendo la compilazione della Maritime Situational Awareness (MSA) tesa a rilevare eventuali atti illegali e la gestione de-escalatoria delle dinamiche locali. In teatro, il contingente EMASOH si troverà a operare in presenza di altri dispositivi, a loro volta inseriti nell’ambito delle operazioni Atalanta, della Combined Maritime Force e dell’International Maritime Security Construct denominata Sentinel.

Proprio nell’ambito dell’operazione Atalanta, a fine dicembre, la nave Fasan, già impegnata nell’operazione Mediterraneo sicuro dopo la crisi israelo-palestinese, è stata riposizionata in Mar Rosso, su disposizione del ministro della Difesa, Guido Crosetto.

E nei giorni scorsi, la fregata Federico Martinengo (nella foto) ha sostituito la fregata Virginio Fasan nell’ambito dell’attività nazionale di sorveglianza marittima nel Mar Rosso in prossimità dello stretto di Bab el Mandeb, ha riferito una nota della stato maggiore della Difesa.

COSA FARÀ LA MISSIONE ASPIDES

Quindi, uno dei punti cardine del Consiglio degli Affari Esteri odierno è stata la discussione circa l’espansione della missione Agenor, guidata dall’Ue, attualmente operativa nello Stretto di Hormuz per determinare il perimetro allargato della missione navale Ue per difendersi dagli Houthi. Aspides potrebbe quindi comprendere la sorveglianza di un ampio tratto di mare che va dal Mar Rosso, passa per il golfo di Aden, e arriva proprio allo stretto di Hormuz.

Perché, come già evidenziato da più fonti diplomatiche europee e dal ministro Tajani stesso, sarà “una missione a natura difensiva” che avrà il compito di proteggere i mercantili. Dunque con un mandato differente rispetto all’operazione Prosperity Guardian lanciata dagli Stati Uniti.

LA DIFFERENZA CON PROSPERITY GUARDIAN A GUIDA USA

La missione Prosperity Guardian è guidata dalla portaerei statunitense Dwight D Eisenhower, che dispone di aerei F/A-18 che possono essere utilizzati per colpire obiettivi nello Yemen, oltre a tre cacciatorpediniere, con l’HMS Diamond che agisce a fianco per proteggersi dagli obiettivi aerei, spiega il Guardian.

Più fonti sottolineano comunque che con Prosperity Guardian l’Ue avrà una qualche forma di coordinamento: la missione Aspides coordinerebbe le pattuglie con l’operazione guidata dagli Stati Uniti.

IL RUOLO DELL’ITALIA

Infine, si è profilata l’idea che il quartiere generale della missione Aspides possa essere l’Italia.

“In prima linea ci saranno l’Italia, che potrebbe ospitare il Comando della missione e inviare un paio di navi (diciamo che il meccanismo della Legge Garofani sulle missioni non favorisce la reattività e i margini di manovra, anche di finanziamento, dell’Italia), la Francia e la Germania”, ha osservato oggi Pietro Batacchi, direttore di Rid – Rivista Italiana Difesa.

IL COMMENTO DEL DIRETTORE DI RID

“Bisognerà capire cosa si intende per “proteggere le navi mercantili”: se intercettare i missili e i droni diretti verso di esse o se condurre anche attacchi preventivi contro i siti di lancio in Yemen. L’ipotesi più probabile sembra al momento la prima. Aspides si coordinerà con Prosperity Guardian e con l’attività nell’area delle forze anglo-americane che da giorni ormai colpiscono obbiettivi in Yemen legati all’infrastruttura militare degli Houthi”, ha aggiunto  Batacchi precisando: “Proprio gli attacchi anglo-americani non sono stati capaci al momento di ristabilire il necessario deterrente e di dissuadere gli Houthi dal compiere ulteriore attacchi, tanto è vero che si parla di un’estensione dello scopo e dell’entità dell’azione anglo-americana e gli stessi Houthi hanno iniziato a minare le aree costiere per prevenire eventuali azioni anfibie”.

IL COMMENTO DELL’ESPERTO ANTITERRORISMO

“L’Europa è già impegnata nell’Oceano Indiano in una missione per tutelare la navigazione commerciale, ma le differenze tra Eu Navfor Somalia – operazione Atalanta e l’operazione Aspides sarà marcata”. Ne è convinto Carlo Biffani, esperto di antiterrorismo e autore di L’inferno e il diluvio, instant book sul conflitto in Medio Oriente, sentito dall’Agi.

“Di certo sarà una missione con caratteristiche diverse da quella alla quale pure partecipammo, per contrastare la minaccia dei pirati – prosegue Biffani – gli Houti non attaccano con barchini dotati di motori fuoribordo e fucili d’assalto e rappresentano ben altro tipo di minaccia. Le differenze in termini di assetti si basano soprattutto sull’approntamento di un dispositivo che possa adeguatamente rispondere al tema del contenimento e del contrasto a un tipo di minaccia che è completamente diversa da quella che fu affrontata a partire dal 2008”.

“In questo caso si tratta di ‘aprire un ombrello’ che garantisca la possibilità di neutralizzare in tempo reale il lancio di missili contro obiettivi navali”, ha evidenziato Biffani. Con quali mezzi? “Si può ipotizzare che sia contemplato lo schieramento di navi portaerei e di altri assetti in grado di fornire sistemi di difesa sfruttando la Terza Dimensione ovvero quella dei cieli, di ascolto e di controllo radar ad ampissimo raggio. Si tratterà a mio avviso di un ingaggio molto strutturato con una componente importante in termini di interazione fra i paesi che vi parteciperanno ed una struttura di comando complessa”.

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