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Bayrou

Tutti i nomi e i problemi del nuovo governo Bayrou in Francia

Anche dopo la nomina dei 34 ministri del governo, la strada per Bayrou appare comunque in salita: il 66% dei francesi ha un’opinione negativa nei suoi confronti.

Compiuta ormai la scelta del nuovo primo ministro, il presidente francese Macron ha provveduto ieri a compiere il resto nominando l’intero esecutivo che sarà guidato da François Bayrou, quarto leader di fila chiamato a ricoprire questo incarico nel breve giro di un anno. Ecco su quali nomi ha puntato Macron per completare l’operazione Bayrou e le difficili sfide che lo attendono nel 2025.

Due ex premier

Come scrive Euronews, la lista dei 34 ministri del governo Bayrou è stata svelata ieri dal segretario dell’Eliseo Alexis Kohler.

Spicca anzitutto la presenza di due ex primi ministri, Élisabeth Borne, che ricoprirà l’incarico di ministro dell’Educazione, e Manuel Valls, nominato ministro dei Territori d’Oltremare.

La lunga lista degli ex

Un dato che salta agli occhi nella composizione del nuovo governo, e che viene puntualmente rilevato da Politico, è lo stesso che, secondo la testata, rischia di renderlo indigesto: la forte somiglianza con gli esecutivi precedenti data da tante e illustri riconferme.

Restano al loro posto, rispettivamente come titolari della Difesa e degli Esteri, un macronista di ferro come Sébastien Lecornu presente in tutti i governi dell’era Macron, e Jean-Noël Barrot.

Ma conservano la posizione anche il ministro dell’Interno Bruno Retailleau e la ministra della Cultura Rachida Dati.

Il ministro degli Interni di Barnier, Gérald Darmanin, viene spostato dagli Interni alla Giustizia.

Il nuovo ministro delle Finanze

La nomina più scottante, nel senso del grave compito che lo attende al varco, è quella del nuovo ministro delle Finanze.

La scelta è ricaduta sul banchiere della Banca Statale Caisse des Dépôts (CDC), Eric Lombard, cui spetterà ora l’onere di varare un budget che ne farà un osservato speciale dentro e fuori il Paese.

Il nodo del deficit

In particolare, osserva Reuters, le mosse di Lombard saranno studiate attentamente dai mercati che sono da tempo in fibrillazione a causa del montante deficit.

Come riportato da Bloomberg, ieri Lombard, durante la cerimonia di insediamento al ministero,  ha dichiarato che “dobbiamo ridurre il deficit senza uccidere la crescita”.

“È questo l’equilibrio cui dobbiamo puntare”, ha aggiunto il ministro, nel momento stesso in cui il suo capo Bayrou rendeva noto alla stampa che l’obiettivo che si prefigge il governo è di portare il deficit vicino al 5%.

Come osserva ancora Bloomberg, Bayrou non è entrato nel dettaglio circa le scelte che saranno fatte per raggiungere quel target. Ma è molto probabile che sapremo qualcosa di più nel suo discorso programmato per il 14 gennaio all’Assemblea Nazionale, dopo la prima riunione del Consiglio dei Ministri che si terrà il 3 gennaio.

Scetticismo

La strada di Bayrou appare tutta in salita, come testimoniato dal sondaggio condotto da IFOP per Le Journal du Dimanche da cui emerge che il 66% dei francesi ha un’opinione negativa nei suoi confronti.

Nemmeno l’effimero tentativo di Barnier, che dopo la nomina aveva raccolto un livello di soddisfazione pari al 55%, era segnato da tanta sfiducia.

Addirittura, fa notare la testata EU Today, confrontando le precedenti edizioni del sondaggio IFOP, nessun primo ministro dai lontani tempi di Michel Debré nel 1959 aveva cominciato il proprio mandato con una popolarità così tenue.

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