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Germania Covid

Merkel non farà imbestialire Trump su Huawei nel 5G

La bozza della nuova legge tedesca sulla sicurezza informatica contiene una doppia verifica - tecnica e politica - sull'affidabilità dei produttori che taglierebbe le gambe a Huawei nel 5G, secondo gli analisti sentiti dal quotidiano economico Handelsblatt

La via tedesca per sganciarsi dall’abbraccio di Huawei assomiglia un po’ a quella italiana: non un bando al colosso cinese nella realizzazione dell’infrastruttura 5G, ma criteri talmente stretti da “limitare enormemente” l’utilizzo di componenti del colosso cinese. Le indiscrezioni rivelate una settimana fa dal quotidiano Die Welt vengono oggi confermate da quello economico Handelsblatt, e la bozza della nuova legge sulla sicurezza informatica, revisionata e affinata in questi giorni dai tecnici dei ministeri in vista del confronto nel governo a novembre, contiene quel richiamo a una doppia verifica – tecnica e politica – sull’affidabilità del produttore che taglierebbe le gambe a Huawei.

Secondo quanto riporta l’Handelsblatt, il processo di doppio livello prevede da un lato l’esame tecnico dei singoli componenti, dall’altro una valutazione politica sulla credibilità dell’azienda produttrice: “Berlino vuole evitare che la nuova rete mobile venga utilizzata per operazioni di sabotaggio”. L’escamotage permetterebbe a Berlino di allentare la tensione con gli Usa ed evitare di chiudere formalmente la porta ai cinesi ponendo loro di fronte uno schermo giustificato da esigenze di sicurezza nazionale.

I componenti critici dovranno infatti ottenere una certificazione da parte dell’Ufficio federale per la sicurezza della tecnologia dell’informazione, scrive ancora l’Handelsblatt. Parallelamente il governo chiederà una dichiarazione di affidabilità da parte del produttore, che verrà verificata attraverso informazioni provenienti dai servizi di sicurezza da tre ministeri, Interno, Esteri ed Economia, e probabilmente dalla stessa cancelleria. Solo qualora il prodotto ottenesse il disco verde in tutti questi passaggi, sarebbe possibile utilizzarlo. Una condizione praticamente impossibile, ritengono gli esperti. Il quotidiano finanziario dà la parola a Martin Schallbruch, esperto IT dell’European School of Management and Technology (Esmt) di Berlino: “Di fatto questa procedura configura l’esclusione di Huawei.  L’intero procedimento diventa così lungo e laborioso che gli operatori di rete potranno ottenere la sicurezza degli investimenti solo da altri fornitori”.

Il dibattito sul ruolo di Huawei nella realizzazione del 5G in Germania e le pressioni fortissime messe in campo dall’amministrazione statunitense sono naturalmente inscindibili dal tema della sorveglianza di Stato in Cina. La sfiducia di molti paesi e servizi di sicurezza occidentali è legata alla circostanza che organi dello Stato cinese, compresi i servizi, possano obbligare cittadini e imprese a condividere informazioni sensibili. Disposizioni in tal senso si ritrovano nella Legge nazionale sulla sicurezza carata da Pechino nel 2017, che prevede l’obbligo in via generale da parte di cittadini e organizzazioni a fornire supporto e assistenza alle autorità di pubblica sicurezza militari e alle agenzie di intelligence.

In un rapporto interno realizzato all’inizio del 2020, lo stesso ministero degli Esteri tedesco aveva sottolineato che, in riferimento alla costruzione della rete 5G, l’affidabilità delle imprese cinesi sulle questioni legate alla sicurezza fosse nulla. Conclusione cui era giunto anche il servizio di sicurezza tedesco Bnd, per il quale “l’infrastruttura tedesca non è adatta per un’azienda in cui non è possibile rimettere completa fiducia”. Anche per il Bnd è troppo elevato il rischio che la rete del 5G possa essere in futuro utilizzata dall’esterno per azioni di sabotaggio contro infrastrutture o aziende tedesche.

Troppe aree sensibili dipenderebbero dal funzionamento della rete 5G e dalla sua capacità di trasportare enormi quantità di dati, dalla gestione automatica di impianti industriali alla guida automatica delle auto, alla regolazione del traffico, solo per restare in alcuni degli ambiti. Ed è per questo, riporta l’Handelsblatt, che il governo tedesco ha voluto mettere sotto la lente d’ingrandimento la struttura imprenditoriale di Huawei, anche se va sottolineato come all’interno dello stesso esecutivo si siano contrapposte posizioni diverse e la stessa posizione della cancelliera si è modificata solo negli ultimi tempi e a seguito di forti pressioni dagli Usa. Le preoccupazioni, in primo luogo di Merkel e del ministro dell’Economia Peter Altmaier, sono legate ad altrettanto forti pressioni provenienti da Pechino: di recente, l’ambasciatore cinese a Berlino ha minacciato ritorsioni nei confronti delle aziende automobilistiche tedesche qualora Huawei dovesse essere esclusa dalla realizzazione della rete 5G. Intimidazioni cui il governo tedesco ha risposto con una blanda riaffermazione dei valori del libero mercato e di condanna del protezionismo.

In realtà i tavoli aperti per la cancelliera Merkel sono tanti, e tutti delicati. Quello con gli Usa comprende anche il dossier Nord Stream 2, e non è escluso che le vicende in qualche modo si intreccino. Per Berlino sarà anche decisivo capire con quale presidente Usa bisognerà trattare nei prossimi 4 anni e, sebbene non ci si faccia troppe illusioni sulla flessibilità dei democratici, non è un mistero che dalle parti della cancelleria si speri in una vittoria di Joe Biden.

Da parte cinese le reazioni raccolte dal quotidiano economico restano improntate a grande prudenza. “Non diamo giudizi su una bozza di legge che non è a nostra disposizione”, ha detto un portavoce di Huawei, ribadendo la linea difensiva già più volte annunciata: siamo un’azienda privata. Nel frattempo si aggroviglia il Grande gioco delle imprese internazionali attorno al 5G tedesco. E l’Handelsblatt conclude sottolineando come cattiva notizia per Huawei diventi una buona notizia per Nokia ed Ericsson, i due gruppi scandinavi in alternativa che possono certamente giocare con maggiore successo la carta dell’affidabilità sulla sicurezza.

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