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Salvini

Meloni sventola le bandiere di sicurezza e giustizia

I primi provvedimenti del governo Meloni e i nomi di viceministri e sottosegretari. La nota di Paola Sacchi

 

Risolta anche la partita di viceministri e sottosegretari il cui Giuramento è atteso per domani, Giorgia Meloni si “aspetta compattezza e lealtà” da tutta la squadra di governo. Il premier viene accolta da applausi quando esce da Palazzo Chigi a piedi per recarsi nella sala polifunzionale di Palazzo Chigi, per la sua prima conferenza stampa, con i ministri Carlo Nordio (Giustizia), Matteo Piantedosi (Interno) e Orazio Schillaci (Salute). Il segno della discontinuità, nell’avvio dell’esecutivo, Meloni lo imprime sul fronte della sicurezza, tema bandiera, della “lotta alla mafia e al crimine”, in sintonia con la storia del suo impegno politico, “che iniziò dopo la strage di Via D’Amelio”. Legge e ordine, prima di tutto.

Quindi, si parte con la giustizia. Subito un decreto che contiene tre provvedimenti: conferma dell’ergastolo ostativo, rinvio dell’attuazione della riforma Cartabia a fine anno per attrezzare, come avevano chiesto le procure, la macchina giudiziaria, linea dura sui rave party: reato da 3 a 6 anni per occupazione di aree e edifici privati con più di 50 persone che arrecano danno all’ordine pubblico. Il provvedimento lo illustra Piantedosi, dopo aver sciolto in modo consensuale con i partecipanti il raduno di Modena. È una nuova misura che segna netta discontinuità con episodi dagli effetti devastanti come quello del rave di Valentano (Viterbo) due anni fa. Sottolinea il premier che l’Italia non deve essere più vista dall’estero, da dove molti dei partecipanti partono, come la facile meta per avvenimenti che non si tengono altrove. Per quanto riguarda l’ergastolo ostativo, si baserà sul provvedimento già approvato dalla Camera nella scorsa legislatura e non approvato dal Senato per la caduta del governo Draghi.

L’obiettivo è quello di assicurare la massima sicurezza coniugandola con il diritto ai benefici, ma solo se si dimostra che il detenuto ha davvero posto fine ai suoi legami con le organizzazioni criminali. Il provvedimento era già andato sotto la lente della Corte Costituzionale per il rispetto delle garanzie. Che il governo ha coniugato all’aspetto numero uno della sicurezza, nel segno della certezza della pena, suscitando anche dibattito sul fronte del garantismo. Ma a Nordio, come gli viene da sempre riconosciuto, questo non fa difetto. Meloni ricorda che “sono stati rispettati gli impegni presi con i cittadini e si dice “fiera che il primo provvedimento contenga una norma sulla lotta alla criminalità organizzata”. Sul piano sanitario, anticipo della fine dell’obbligo vaccinale per i medici, “così recupereremo 4000 unità negli ospedali”, facendo fronte a forti carenze d’organico. Resterà l’obbligo di mascherina in ospedale. Meloni dice basta sulla politica pandemica “con un approccio ideologico”.

Intanto, Il governo ha reso nota la lista di 8 viceministri e 31 sottosegretari. I viceministri sono Edmondo Cirielli (FdI) agli Esteri, Francesco Paolo Sisto (FI) alla Giustizia, Maurizio Leo (FdI) al Mef, Valentino Valentini (FI) al Mise, Vannia Gava (Lega) all’Ambiente, Galeazzo Bignami (FdI) ed Edoardo Rixi (Lega) al Ministero dei Trasporti e Infrastrutture, Maria Teresa Bellucci (FdI) al Lavoro. Soddisfatta la Lega che ottiene 11 tra vice e sottosegretari soprattutto in dicasteri economici, un po’ meno lo è FI che ne ha 8 ma puntava tra questi di avere tre vice, uno in più della Lega. Sono due i viceministri a testa per i due alleati di Meloni. Non va in porto la nomina del coordinatore della Calabria Giuseppe Mangialavori, auspicata anche da Licia Ronzulli, capogruppo al Senato. Di lui si parla in un’inchiesta ma non è neppure indagato.

E qui si sarebbero scontrate le due linee: quella più garantista azzurra e quella più rigida di FdI. Ma Berlusconi ottiene come viceministro alla Giustizia il penalista Sisto, azzurro della prima ora. Sarà affiancato in Via Arenula dal responsabile di FdI per la Giustizia, Andrea Del Mastro Delle Vedove. Il Cav ottiene anche il fedelissimo Valentino Valentini come vice al Mise. Per FI anche rappresentanza femminile e del Sud, come la calabrese Maria Tripodi, già capogruppo alla Difesa alla Camera, e la siciliana Matilde Siracusano. Tripodi sottosegretario agli Esteri, Siracusano sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per i Rapporti con il parlamento, lo stesso ruolo per la leghista Giuseppina Castiello. Il forzista Alberto Barachini sarà sottosegretario all’Editoria.

Meloni aveva chiesto maggiore presenza femminile. E così la Lega tra i viceministri, oltre a Rixi che lavorerà a fianco di Salvini alle Infrastrutture, ha Vannia Gava all’Ambiente e sicurezza energetica. Isabella Rauti (FdI) è sottosegretario alla Difesa. Molti nomi erano già nelle anticipazioni giornalistiche. La novità è quella di Vittorio Sgarbi sottosegretario alla Cultura. Un liberale doc in un governo a maggiore impronta conservatrice.

A capo della Comunicazione di Palazzo Chigi la storica portavoce di Meloni, Giovanna Ianniello, all’ufficio stampa Fabrizio Alfano, giornalista di lungo corso, che viene  dall’Agi, già portavoce di Gianfranco Fini, quando era presidente della Camera.

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