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Centrodestra

Cosa (non) si è detto della visita di Salvini al cimitero americano di Firenze

La nota di Paola Sacchi

 

Tra gli esami che non finiscono mai per Giorgia Meloni da parte di una sinistra alle prese con un continuo gioco al rilancio, nonostante il premier abbia usato parole nette sulla “nostra incompatibilità da 30 anni con qualsiasi nostalgia del fascismo” e abbia chiuso il suo scritto con l’invito a portare ora “democrazia e libertà in Ucraina”, è passata praticamente sotto silenzio la significativa visita del vicepremier Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e Trasporti, leader della Lega al cimitero americano di Firenze.

Una visita “in forma privata”, annunciata solo alla sua conclusione dallo staff di Salvini, che sul 25 aprile ha preferito tenere toni bassi, mentre infuriavano le polemiche. Salvini ha postato solo a cose fatte sui social le immagini della sua visita, dove era accompagnato dal capo della Diplomazia Usa in Italia. Che poi in un tweet dell’Ambasciata americana ha ringraziato il vicepremier e leader leghista.

Tutto normale. O meglio, tutto normale in un Paese normale, dove Salvini non sarebbe stato bersaglio per mesi di una campagna martellante della sinistra politica e mediatica con l’accusa di “filoputinismo”. Sarebbe stato tutto normale se la visita non fosse stata quasi ignorata dai “giornaloni”. Una dimenticanza che oggettivamente stride con quella maglietta pro-Putin di vari anni fa sulla Piazza Rossa sbattuta eternamente in faccia al leader leghista. E questo nonostante le mani a Putin negli anni passati le abbiano strette tutti i principali esponenti politici italiani e Salvini, pur accentuando la necessità dello sforzo diplomatico, abbia subito sottolineato che il presidente russo era l’aggressore e l’Ucraina l’aggredita, e la sua Lega abbia sempre votato a favore, con tutto il centrodestra compatto, per il sostegno anche con le armi all’Ucraina.

Il vicepremier, che a Firenze ha deposto una corona di fiori e si è raccolto in silenzio per omaggiare i caduti ventenni Usa, ha scritto nel suo post: “’La libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere’, diceva Oriana Fallaci. In questa mattina del 25 aprile ho reso omaggio ai caduti per la Libertà che riposano nel cimitero Americano di Firenze, alla presenza del capo della Diplomazia degli Stati Uniti in Italia Shawn P. Crowley. Si tratta di 4.399 soldati statunitensi uccisi durante la seconda guerra mondiale, con una età media di appena vent’anni. A migliaia hanno combattuto, compresi giovani arrivati da tutto il mondo. A tutti loro e agli Alleati che hanno dato un apporto decisivo alla Liberazione dal nazifascismo va la nostra eterna riconoscenza”.

A stretto giro di posta sui social il ringraziamento dell’ambasciata Usa, con lo stesso Crowley: “Grazie Ministro Matteo Salvini per aver onorato il sacrificio di tanti giovani americani. Oggi come allora, Stati Uniti e Italia fianco a fianco nella difesa della libertà e dei valori democratici”.

È un fatto che anche l’altro ieri, a meno di errori di cui ci scusiamo sin da subito, siano stati principalmente gli esponenti di centrodestra a omaggiare gli Alleati angloamericani per il loro sacrificio, “senza il quale quello dei partigiani avrebbe rischiato di essere vano”, disse Silvio Berlusconi nel discorso del 2009 a Onna, dove elogiò innanzitutto l’unità per la Liberazione di “tanti giovani: comunisti, cattolici, socialisti, liberali”. Ma fece anche una distinzione, come ha fatto Meloni nella lettera a “Il Corriere della sera”: “Il valore per tutti fu l’antifascismo, ma non per tutti l’antitotalitarismo”.

Meloni, che ricorda il discorso di Onna sull’elogio per una data di “libertà”, afferma che non tutti furono “per una democrazia liberale”. L’altro ieri tra i cimiteri militari degli Alleati a Firenze, Anzio, Nettuno c’erano Salvini, il presidente dei senatori di FdI Lucio Malan, il sottosegretario agli Esteri, di Forza Italia, Maria Tripodi, la quale ha ricordato che ogni 25 aprile la meta dei giovani azzurri è il cimitero militare Usa di Nettuno. E questo mentre al corteo di Milano erano oggetto di attacchi (seppur molto circoscritti, di pochi) i vessilli americani portati dall’Istituto Liberale. A proposito di “ambiguità” che la sinistra continua a rimproverare a Meloni e al suo governo. Intanto, proprio oggi è stata archiviata l’inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega nel cosiddetto caso Metropol.

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