Matteo Salvini, preso d’assalto dalle opposizioni per i ritardi dei treni, espone alla Camera in una informativa urgente “un quadro preoccupante di incendi dolosi, esplosioni, guasti, rotture, problemi elettrici”. “Episodi – spiega il ministro delle Infrastrutture e Trasporti e Vicepremier – che si sono verificati con sconcertante regolarità e che – guarda un po’ la fortuna – dopo la pubbliche denunce non si sono più verificati tanto che la circolazione è tornata regolare con rarissime eccezioni causate dal maltempo”. E, dopo aver ringraziato “il mezzo miliardo di viaggiatori che solo nel 2024 hanno scelto i treni”, avverte che “un grande Paese come l’Italia non si fa e non si farà intimidire”. Ricorda, il ministro e leader della Lega, che “da anni la rete ferroviaria è oggetto di attacchi”. E questo “lo ribadì anche un premier (Matteo Renzi non nominato, ndr) che nel 2014 disse testualmente ‘è in atto una operazione di sabotaggio contro le strutture ferroviarie. È evidente'”. Ma, “come troppe cose dette da quel premier, anche in quel caso alle parole non seguirono i fatti”.
Salvini elenca poi nel dettaglio cifre e fatti inquietanti, che hanno indotto le Fs a fare un esposto per un’inchiesta giudiziaria. Ma, la legittima protesta e richiesta delle opposizioni di spiegare il motivo di ripetuti ritardi e disagi sembra assumere toni così pregiudiziali al punto che non c’è quella condanna unanime anche da parte della sinistra di gravi episodi che sarebbe necessaria di fronte al Paese in simili circostanze.
Pd, Cinque Stelle, Verdi e Sinistra e la renziana Iv si compattano contro Salvini, accusato persino di ricorrere a ipotesi di complotto. Elly Schlein, segretaria del Pd, interviene per prima accusando Salvini di non essersi scusato, di non aver fatto sufficiente opera di “prevenzione dei disagi” perché “l’unico spostamento che gli interessa è quello verso il ministero dell’Interno”. Accusa lanciata come una slogan da giorni al titolare del Mit. E, intanto, però, stigmatizza Maurizio Lupi, leader di “Noi Moderati”: “È grave che sugli attacchi alla linea ferroviaria non ci sia una unanime condanna. E tra chi oggi accusa ci sono proprio quelli che hanno ritardato i lavori dell’Alta Velocità”.
Salvini ricorda un episodio centrale accaduto il 28 novembre 2024: “Alle prime ore del mattino, nella sede legale di Italferr S.p.A. – Società del Gruppo FS – alcuni soggetti si sono indebitamente introdotti all’interno dell’area aziendale destinata a parcheggio scoperto, provocando l’incendio di 17 veicoli (aziendali e privati). A distanza di soli tre giorni, si verificava un ulteriore evento doloso che determinava l’incendio di due carcasse di autovetture, già in parte distrutte nella precedente occasione. In data 3 dicembre 2024, su alcuni blog gestiti da frange anarchico-insurrezionaliste, è stato rivendicato l’attacco incendiario alla sede di Italferr”. Prosegue: “Da lì in poi abbiamo assistito a una escalation preoccupante che non abbiamo mai voluto evidenziare per senso di responsabilità e in attesa di raccogliere informazioni più precise anche alla luce delle inchieste e delle denunce”.
Poi, alcuni degli episodi più significativi: “L’ 11 gennaio 2025, alle ore 07:11, il Freccia 9515 si è fermato tra Milano Centrale e Milano Lambrate a causa della disalimentazione della linea elettrica con rottura del filo e pantografo danneggiato. Successivamente, alle ore 07:49, l’Italo 8973, all’atto della partenza da Milano Centrale, ha comunicato il danneggiamento del pantografo. Per tale ragione è stata disposta la sospensione della circolazione tra le due stazioni e la problematica è stata risolta, a seguito dell’intervento dei tecnici di RFI, soltanto alle ore 15:00 dello stesso giorno”. Altri incidenti fino al 15 gennaio, quando il gruppo Fs presenta l’esposto alla Procura di Roma.
In tutto questo Salvini ricorda che ci sono “più di 1.200 cantieri su tutta la rete, con una differenza marcata rispetto al passato”. Spiega: “Circa 700 sono per nuove opere e i restanti (più di 500) per attività di manutenzione della rete. Questi lavori sono indispensabili per raggiungere gli obiettivi del PNRR – che ha scadenze precise e non rimandabili – e rendere la rete ferroviaria più moderna, efficiente e sicura. I cantieri attivi erano 983 nel 2020, 1.001 nel 2021, 1.016 nel 2022 e 1.000 nel 2023”.
Ammontano a oltre 10 miliardi di euro gli investimenti di Rete Ferroviaria Italiana nel 2024, “un risultato che supera la previsione di budget di 9 miliardi”. Salvini sottolinea poi che “rispetto al 2022 gli investimenti in nuove opere sono raddoppiati (da 2,8 a 5,6 miliardi di euro). Già un primo incremento è stato riscontrato nel 2023, con 3,9 miliardi di nuove opere. Nel 2020 il valore di investimenti in nuove opere era di appena 1,5 miliardi”. Per cui, si dice “orgoglioso di aver sbloccato opere ferme da decenni, come l’intervento per cancellare il vero e proprio imbuto di Firenze dal valore di 2,7 miliardi. Un intervento che ha fatto registrare commenti positivi da amministratori di diverso colore politico”. Annuncia: “Nel 2025 saranno consegnati 100 nuovi treni regionali, con un investimento economico di 850 milioni di euro. Nel periodo 2019-2024 sono stati consegnati 540 treni di nuova generazione che, sommati ai 335 già acquistati in precedenza, porta a 875 il numero dei nuovi treni in circolazione. A questi si aggiungono 46 nuovi treni Frecciarossa 1000 che arriveranno a partire dalla seconda metà del 2025”.
Quanto ai ritardi, “non intendo lasciar cadere il tema e non ci può consolare sapere, per esempio, che in Germania più del 35% dei treni viaggia con ritardo”. E, in ogni caso, “nel 2024, dati ufficiali, i treni di alta velocità hanno avuto una puntualità di quasi il 75%”. “Se il nocciolo della polemica è questo – prosegue Salvini – mi permetto di segnalare che negli ultimi anni i risultati peggiori si riferiscono al 2018 quando i ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti erano stati prima del Pd e poi dei 5stelle (68,8% di puntualità) e al 2020, ministro Pd e 70% di puntualità nonostante i pochi cantieri e i pochissimi convogli alla luce del Covid che aveva rallentato tutte le attività”. Ma nonostante questo record così negativo, contrattacca il titolare del Mit, “non ricordo campagne feroci contro quei ministri né inchieste giornalistiche. Anche perché né il 2018 né il 2020 furono anni interessati da cantieri, rilevante traffico di treni e – lasciatemelo dire con chiarezza – scioperi!”.
I dati registrano un’impennata delle proteste: “Nel 2024 il settore dei trasporti ha registrato 626 scioperi. Più di uno al giorno. E anche per questo, in più di una occasione, sono intervenuto con lo strumento della precettazione”. Poi, un monito che suona rivolto in particolare alla Cgil di Maurizio Landini: “La tutela dei viaggiatori è e sarà sempre una priorità: se ne faccia una ragione chi invoca rivolte sociali e chi ha già proclamato l’ennesimo sciopero il prossimo weekend”.
Una promessa e l’invito al dialogo: “Come dimostra il processo Open Arms, ho le spalle larghe e non mi fermo se penso di essere nel giusto e sto lavorando per il bene dell’Italia e degli italiani. Ringrazio tutti voi per l’ascolto, visto che anche fra le opposizioni c’è chi lavora costruttivamente per un Paese migliore”.
Salvini a chi gli chiede le dimissioni, cercando di fargli stavolta una sorta di processo politico-ferroviario, replica che ci sono anche molti amministratori di centrosinistra che lo incontrano perché le opere pubbliche necessarie “non hanno colore politico”. È l’invito rivolto alla parte più costruttiva di una sinistra in affanno, rimasta anche orfana, dopo il no della Consulta, dell’arma del referendum sull’Autonomia che avrebbe voluto giocare contro la maggioranza di governo.