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Cina Italia

Mascherine cinesi senza certificati, tutti i dettagli sull’inchiesta

Gli ultimi sviluppi dell'inchiesta sulle mascherine cinesi senza certificati, importate dalla European Network Tlc e cedute alla Protezione Civile del Lazio per 22 milioni di euro. Nomi, numeri e dettagli

 

Siamo sempre nei primi mesi della pandemia, nel 2020. Una società, in piena emergenza Covid, ha fatto arrivare, dalla Cina, una fornitura di mascherine e camici, ceduti alla Protezione Civile del Lazio per una cifra di quasi 22 milioni di euro. I dispositivi, però, mancano della certificazioni necessarie perché sono contraffatte.

È questo quanto emerso nell’ambito dell’indagine condotta dalla procura di Roma, che oggi ha portato all’operazione “Giù la maschera”, condotta dai finanzieri del Comando provinciale di Roma, con tre arresti ed un sequestro preventivo.

I FATTI

Partiamo dai fatti. La European Network Tlc nella prima fase dell’emergenza sanitaria (tra marzo e aprile 2020), ha fatto arrivare dalla Cina una fornitura di 5 milioni di mascherine Ffp2 e 430.000 camici, da destinare alla Regione Lazio per un prezzo complessivo di circa 22 milioni di euro.

Le mascherine, però, mancavano delle certificazioni necessarie, secondo l’accusa dei magistrati.

SOCIETA’ A CONOSCENZA DELLE MANCATE CERTIFICAZIONI

E di questo la European Network Tlc ne era a conoscenza, dal momento che, riporta Adnkronos, ha “dapprima fornito documenti rilasciati da enti non rientranti tra gli organismi deputati per rilasciare la specifica attestazione e, successivamente, per superare le criticità emerse durante le procedure di sdoganamento della merce proveniente dalla Cina, ha prodotto falsi certificati di conformità forniti da Romeo anche tramite una società inglese a lui riconducibile, ovvero non riferibili ai beni in realtà venduti”.

L’INDAGINE

Su segnalazione dell’agenzia regionale della Protezione Civile del Lazio alla procura di Roma, i finanzieri del Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, hanno avviato un’indagine ricostruendo tutta la vicenda.

GLI ARRESTI

Nell’ambito dell’inchiesta, secondo quanto riporta Adnkronos, i militari del comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito, nelle scorse ora, “l’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali con la quale il gip del Tribunale capitolino, su richiesta della procura di Roma, ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti di Andelko Aleksic, 41 anni, Vittorio Farina, 66 anni, già attivo nel settore della carta stampata, e Domenico Romeo, 51 anni, indagati, a vario titolo, per frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata nonché, Aleksic e Farina, anche per traffico di influenze illecite”.

IL SEQUESTRO PREVENTIVO

Non solo. È stato predisposto anche un sequestro preventivo, a carico dei tre arrestati e della società milanese European network Tlc Srl, pari al profitto dei reati contestati, ovvero 22 milioni di euro.

GIP: AZIENDE HANNO SFRUTTATO EMERGENZA

“Le condotte tenute sono gravi a maggior ragione se contestualizzate nel momento di emergenza sanitaria in cui sono avvenute. Sfruttando le opportunità fornite dalla legislazione emergenziale adottata, approfittando del momento di estrema difficoltà in cui versava il paese che stava affrontando una epidemia incontrollata, gli indagati (Romeo subentrata in un secondo momento) non hanno esitato a cercare di lucrare, acquisire facili guadagni favoriti dalla sostanziale impossibilità di controllo da parte del committente sulla qualità della merce che veniva fornita come dispositivo di protezione”, scrive il Gip Francesca Ciranna nell’ordinanza con cui ha disposto gli arresti.

LA VERSIONE DI ARCURI

Al momento Domenico Arcuri non è indagato nella vicenda e risulta oggetto del traffico d’influenze. “In relazione all’inchiesta sulle mascherine destinate alla Protezione civile del Lazio, nella quale da conversazioni tra gli indagati pubblicate oggi risulta citato l’ex Commissario all’Emergenza Covid, peraltro estraneo alle indagini e probabilmente ancora una volta oggetto di traffico di influenze illecite, riteniamo utile precisare che né la società European Network Tlc né le persone coinvolte nelle indagini, hanno ricevuto alcuna promessa, alcun affidamento o alcun incarico dall’ex Commissario o dalla Struttura commissariale. La società, come tante altre, aveva inviato diverse proposte a nessuna della quali è stato mai dato alcun seguito dalla Struttura stessa”, scrivono dall’Ufficio Stampa di Domenico Arcuri, ex Commissario all’emergenza straordinaria, sostituito da Mario Draghi con il Generale Figliuolo.

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L’ORDINANZA DEL GIP FRANCESCA CIRANNA (Pubblicata ad AdnKronos)

“Le condotte tenute sono gravi a maggior ragione se contestualizzate nel momento di emergenza sanitaria in cui sono avvenute. Sfruttando le opportunità fornite dalla legislazione emergenziale adottata, approfittando del momento di estrema difficoltà in cui versava il paese che stava affrontando una epidemia incontrollata, gli indagati (Romeo subentrata in un secondo momento) non hanno esitato a cercare di lucrare, acquisire facili guadagni favoriti dalla sostanziale impossibilità di controllo da parte del committente sulla qualità della merce che veniva fornita come dispositivo di protezione”. E’ quanto scrive il gip Francesca Ciranna nell’ordinanza con cui ha disposto tre misure cautelari nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Roma per la fornitura di mascherine e camici destinati alla protezione civile del Lazio.

“Gli indagati hanno agito con grande spregiudicatezza – scrive ancora il gip – Romeo ha fornito (e sembrerebbe tuttora fornire) certificati di conformità falsi, Aleksic ha dimostrato di essere consapevole della falsità dei certificati; Farina è il “faccendiere” colui che ha tenuto i contatti con soggetti vicino alla struttura commissariale, al fine di ottenere agevolmente la conclusione di fornitura vantaggiose per la società”.

”Sussiste il concreto pericolo di reiterazione del reato. L’emergenza sanitaria è ancora in corso e dalle intercettazioni effettuate emerge che è ancora in atto una intensa attività di procacciamento di nuovi contratti di fornitura’, scrive ancora il gip.

”Il 24 giugno la Ent srl ha effettuato un bonifico di 58.784 sul conto corrente intestato ai coniugi Romano Francesco Saverio e (…) segnalato come operazione sospetta dalla Polizia Tributaria in quanto privo di causale”, scrive il gip.

“L’indagine scaturisce dalla segnalazione del 9 aprile 2020 del dirigente della Protezione civile regionale Carmelo Tulumello. La Protezione Civile del Lazio, in ragione dell’emergenza sanitaria, aveva provveduto ad affidare contratti di fornitura per dpi di diversa tipologia; nell’ambito di tale attività affidava alla società European Network tcl srl una fornitura di cinque milioni di mascherine Ffp2 marcate Ce”, riporta ancora l’ordinanza. “In esecuzione di tale contratto, la società effettuava la fornitura attraverso plurime consegne a partire dal 31 marzo 2020 al 7 aprile 2020”.

In relazione alla fornitura arrivata il 7 aprile 2020 – si legge nell’ordinanza – l’Agenzia delle Dogane comunicava che c’erano difficoltà nell’eseguire la procedura di sdoganamento, stante la presunta irregolarità dei certificati Ce e del marchio presente sulle confezioni. Nella relazione di servizio del 9 aprile 2020, infatti, il capo dell’ufficio Dogane segnalava alla protezione civile che la società European network tcl aveva richiesto lo sdoganamento della merce con marchio Ce, come indicato nella bolla, allegando certificazione rilasciata dalla società Ecm Srl.

Da un successivo controllo, le Dogane avevano accertato che la Ecm non è un organismo accreditato e, quindi le mascherine con marchio Ce non sembravano corrispondere agli standard previsti. Dunque veniva respinta la richiesta di sdoganamento.

INTERCETTAZIONI (Pubblicate ad AdnKronos)

“Domenico mi ha promesso che se gli arriva la lettera, autorizza quell’acquisto”. E’ quanto si legge in una intercettazione contenuta nell’ordinanza del gip Ciranna. Secondo quanto si legge nel provvedimento, ”in occasione di un ulteriore viaggio a Roma, Farina Vittorio è riuscito ad incontrare il commissario straordinario Arcuri Domenico, come sembra emergere dai puntuali aggiornamenti effettuati da Farina ad Aleksic”.

In una conversazione intercettata Vittorio Farina ”ha giurato di aver parlato con Domenico Arcuri per inserire la Ent tlc Srl quale fornitore sussidiario” ad altre due imprese “per l’approvvigionamento di mascherine destinate alla riapertura delle scuole sul territorio nazionale”, scrive ancora il gip nell’ordinanza.

”Tu lasciami lavorare, c’ho ampia delega da te, te faccio diventare… mooolto molto benestante, forse potresti anche essere considerato ricco”, quanto afferma Vittorio Farina in una conversazione intercettata con Andelko Aleksic, secondo quanto si legge nell’ordinanza.

E ancora: parlando dei camici, Andelko Aleksic riferisce di essere interessato al certificato e aggiunge ”tanto so tutti falsi sti certificati”, si legge nell’intercettazione riportata nell’ordinanza.

”Tu che sei grande amico di Arcuri, lanciati nel business delle scrivanie, hai sentito questa storia delle scrivanie?”, dice una persona rivolgendosi a Vittorio Farina in una conversazione intercettata e contenuta nell’ordinanza. Nella stessa conversazione Farina risponde: ”Sì, ma come faccio, troppo”. E l’altro: ”Tre milioni di scrivanie, a prezzo medio 50 euro”.

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