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Movimento

Che cosa celano le modifiche orwelliane al programma M5S svelate dal Foglio

Il corsivo di Mario Seminerio, curatore del blog Phastidio.net, sulle modifiche del programma M5S votato dalla base pentastellata svelate dal quotidiano Il Foglio Dietro lo scoop di Luciano Capone, che ha scoperto pesanti modifiche (editing, per chi sa l’inglese e lavora nella comunicazione politica in un paese di gonzi senza speranza) tra i punti programmatici votati sulla piattaforma…

Dietro lo scoop di Luciano Capone, che ha scoperto pesanti modifiche (editing, per chi sa l’inglese e lavora nella comunicazione politica in un paese di gonzi senza speranza) tra i punti programmatici votati sulla piattaforma Rousseau del M5S e la versione online il 7 marzo, non c’è solo un verosimile maldestro tentativo di ammorbidire i toni e mostrarsi rassicuranti, istituzionali e governativi. C’è soprattutto l’inesorabile azione della realtà, la stessa che sta impedendo la formazione di un governo.

La comparazione effettuata da Capone si basa sul servizio online Internet Wayback Machine, assai prezioso per verificare le attitudini orwelliane di chiunque pubblichi sul web ma che è anche un servizio a maglie larghe in quanto effettua scansioni e copie di siti ad intervalli irregolari e non molto frequenti.

Resta quindi utilizzabile una delle due trincee difensive grilline, cioè che il documento finale fosse in realtà online da prima del 7 marzo (ed anche del 4, soprattutto).

Assai meno robusta è la seconda giustificazione, quella secondo cui il testo originario sarebbe stato editato per renderlo, come dire, meno barricadero nei toni. E nella sostanza? Pure, eccome. Basta leggere per rendersene conto.

Ma non mi soffermerei neppure su questa vicenda, visto che la tesi difensiva grillina trova già adesione ed obbedienza cieca, pronta, assoluta, tra i liquami della Rete ed anche tra qualche opinionista-direttore.

Certo, si potrebbe obiettare che, in un paese minimamente civile o dotato di una qualche forma di principio di responsabilità, quanto accaduto metterebbe immediatamente in guai serissimi gli autori dell’editing, in termini di sanzione morale collettiva.

Ma queste sono considerazioni futili: l’Italia è troppo mediterranea e troppo cattolica per perdersi con sciocchezze del genere. Basta ascoltare gli editorialisti più sensibili al grillismo, come Antonio Padellaro (ma non solo lui), mentre si sperticano in lodi del “cambiamento” pentastellato, da movimento rivoluzionario e confuso, filorusso, terzomondista, no-euro a forza centrista che si genuflette davanti alla Nato e si, insomma, vorrebbe cambiare la Ue ma non esageriamo, a noi basta solo un bicchierino di deficit in più per tenerci tranquilli.

Se per i pentastellati il cosiddetto editing è solo riformulazione degli stessi concetti con termini più asciutti ed istituzionali, diremmo che siamo di fronte all’ennesima evidenza del fallimento epocale del sistema educativo di questo paese.

(estratto di un commento più ampio pubblicato sul blog Phastidio.net; qui la versione integrale)

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