Lei, a quasi un anno dalla sua prematura scomparsa avvenuta il 23 maggio scorso, c’è sempre. Il suo canto libero è la “musica” che fa da sottofondo a un pomeriggio trascorso a ricordarla come una prosecuzione di quelle serate a casa sua ricche di stimolanti confronti, in cui si faceva a gara per stare seduti vicini alla padrona di casa, con i suoi lucidi giudizi e anche l’inconfondibile, allegra, ironica risata. La presentazione ieri a Roma, a Palazzo Santa Chiara, del libro E se avessi ragione tu? – La vita, la politica, il giornalismo, i segreti di Maria Giovanna Maglie (Piemme) di Francesca Immacolata Chaouqui, è stata per chi ha avuto la fortuna di conoscere MGM come la prosecuzione di quelle serate e quei pomeriggi, in cui appresi da lei con tanti mesi di anticipo che avrebbe vinto Trump. Con un moderatore d’eccezione come Francesco Storace, ex ministro, ex governatore del Lazio, amico di Maglie, editorialista di Libero quotidiano, conduttore con Vladimir Luxuria di “Il rosso e il nero ” per Rai Radio1, la voce di Matteo Salvini, leader della Lega, vicepremier, ministro di Infrastrutture-Trasporti si è unita e confrontata con quella di Cesare Rashel figlio di Renato, Massimo Gallo, presentatore dell’evento, Roy De Vita, primario di chirurgia plastica all’istituto nazionale dei tumori Regina Elena di Roma.
“Per me lei c’è sempre. Non è mai morta”, dice Chaouqui, commossa. È lei l’ultima grande, vera amica di Maglie, che le fu accanto al momento della prematura morte e si alternò al suo capezzale con il compagno di Maria Giovanna, Carlo Spallino Centonze, e il fratello della giornalista e saggista, Carlo Maglie. Chaouqui, ex esponente di “Cosea”, primo commissario under 35 donna in Vaticano, coinvolta in “Vatileaks2”, conobbe Maglie in in momento difficile per lei che andò persino in carcere. Maria Giovanna le dette subito ascolto e da ricercatrice della verità, da giornalista di razza, di grande intelligenza autonoma, che non si faceva abbindolare dal sentito dire e da quei luoghi comuni che “almeno una volta restavano nei bar” e ora, invece, “te li ritrovi sui social” (come Chaouqui scrive di una conversazione tra Maria Giovanna e Carlo), crede in Francesca e la difende. La condanna poi di chi chiese il carcere per Chaouqui, che conobbe per un giorno quell’esperienza, fece il seguito ed è suggello di quella grande, intensa amicizia tra due donne libere, autonome.
Salvini, che a Maria Giovanna ha dedicato il suo nuovo libro Controvento, insieme con Bossi, Maroni e Berlusconi, la ricorda come “una donna libera”, alla quale “chiesi io di parlare nel 2019 alla grande manifestazione del centrodestra a Piazza S. Giovanni, a Roma”. Una donna libera alla quale per il “capitano” leghista va anche il merito di avergli fatto conoscere meglio, seppur indirettamente, Oriana Fallaci, “con cui Maria Giovanna trascorse interi pomeriggi a New York e alla quale dedicò un libro”. Salvini ha conosciuto Fallaci attraverso i suoi libri e i racconti di Maglie, ma da ragazzo in consiglio comunale a Milano fu proprio lui a essere determinante per far avere a “Oriana” l’Ambrogino d’oro.
Storace intervista “Matteo” anche sull’attualità politica e tira fuori a Salvini il motivo per cui a Maglie ha dedicato il libro e proprio con lei aveva iniziato a scriverlo. Salvini ricorda di essere l’unico ministro del mondo occidentale a processo (Open Arms) “per aver tenuto fede al suo programma elettorale: difesa dei confini nazionali”. Annuncia che non andrà il 16 maggio prossimo all’ultima udienza nell’aula dell’Ucciardone a Palermo, quella da dove da ragazzo vedeva i grandi processi di mafia (ricorda nel suo libro), continuerà la campagna elettorale. Ribadisce di aver “fiducia nella magistratura”.
Ma nel libro di Chaouqui c’è il duro giudizio di Maglie sui tanti, troppi innocenti andati a processo dal ’92 in poi. E lo stesso Salvini (“L’amico prediletto di Maria Giovanna, la quale sul piano politico aveva predetto che Meloni sarebbe diventata per la sua “tenacia” la prima donna presidente del Consiglio, ndr) ricorda che Maria Giovanna “è presente in ogni pagina di Controvento. Nel suo libro il leader leghista non a caso attacca anche “errori, ombre, morti” che Tangentopoli “ha lasciato per strada”.
Parole significative, di cui la sottoscritta ha scritto anche per Il Dubbio, nei giorni del processo mediatico-giudiziario al governatore ligure, Giovanni Toti.