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Salvini

Tutte le gomitate nel centrosinistra su Letizia Moratti

Le ultime novità politiche nel centrodestra e nel centrosinistra (in particolare sulla candidatura di Letizia Moratti alla presidenza della Regione Lombardia). La nota di Paola Sacchi

 

Braccio di ferro con le Ong nel Mediterraneo, mentre Giorgia Meloni è in Egitto a Sharm El-Sheikh alla conferenza internazionale sul clima Cop-27, dove afferma che “l’Italia farà la sua parte” e ha un incontro bilaterale con al Sisi, con cui affronta anche il caso Regeni e quello dello studente Patrick Zaki, “Forte attenzione” da parte dell’Italia per “il rispetto dei diritti umani” viene sottolineata in una nota dell’ufficio del premier. Ma sotto i riflettori c’è soprattutto il braccio di ferro davanti alle nostre coste, con le navi dei migranti e la loro destinazione (verso i Paesi di cui battono bandiera, secondo il decreto interministeriale), dopo l’assistenza umanitaria e lo sbarco dei più fragili.

Scende in campo anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio a ribadire la linea di “umanità e fermezza”, perché “la selezione non può essere fatta dagli scafisti”. Sulla stessa linea il ministro per il Sud e il Mare, Nello Musumeci. Matteo Salvini, che fa visita alla Guardia costiera, settore di sua competenza come ministro delle Infrastrutture e Trasporti, ricorda e ringrazia le parole di papa Francesco che domenica scorsa ha richiamato l’Europa intera al dovere dell’accoglienza senza lasciare più l’Italia da sola. Il leader leghista, ministro e vicepremier, ricorda che il traffico di vite umane va stroncato subito anche per le connessioni che potrebbero esserci con traffico “di armi e droga”.

Le opposizioni si ricompattano contro “la linea disumana”, a suo avviso, del governo. Ma dopo l’appello del Papa alla Ue per la redistribuzione e il riconoscimento che il governo agisce rispettando la linea umanitaria, si registra un disallineamento tra il Pd e il leader pentastellato Giuseppe Conte, che interviene contro il governo dopo i dem. Uno scarto che però fa subito scattare l’accusa per il ritardo da parte del vicesegretario Pd, Beppe Provenzano. È evidente che dopo anche la spaccatura della manifestazione di sabato a Roma per la “pace”, dominata di fatto da Conte, con Letta contestato per la sua linea a difesa dell’Ucraina e pro Nato, la sfida per l’egemonia a sinistra è in pieno svolgimento.

Ma a dividere le opposizioni ora c’è soprattutto la sfida in Lombardia ingaggiata dal “terzo polo” di Carlo Calenda e Matteo Renzi con la candidatura di Letizia Moratti che scompagina i giochi nello schieramento di centrosinistra ma in qualche modo crea riflessi pure su quello molto più compatto del centrodestra al governo. Il Pd traccia la strada delle primarie. Ma Beppe Sala avverte che il problema per il Pd è quello di fare una scelta “per vincere”, mentre per Calenda e Renzi si tratta più che di vincere di consolidare la loro posizione sullo stesso schema già seguito per il parlamento nazionale. Potrebbe essere lo stesso Sala la candidatura, ora che sembra tramontata quella di Carlo Cottarelli che non intenderebbe correre senza il “terzo polo”? Nel Pd lombardo alcuni vedrebbero il sindaco di Milano come la carta vincente. E al tempo stesso c’è anche il nodo delle Regionali nel Lazio dove Calenda spariglia lanciando l’ipotesi dell’assessore dem Alessio D’Amato ma senza i Cinque Stelle, cosa che il Pd non accetta.

Intanto, per la Lombardia Salvini annuncia che la candidatura sarà quella dell’attuale governatore leghista Attilio Fontana e ricorda a Moratti, che lui stesso aveva voluto come vicepresidente, che non è “più il caso di tirare in ballo il fascismo”. “E basta!”, scandisce Salvini. A “Rtl” ricorda anche le priorità della Lega che dovranno essere affrontate nella Finanziaria: dalla flat tax alla rottamazione delle cartelle esattoriali alla revisione del reddito di cittadinanza. Un modo per rimettere la Lega al centro su impegni che il premier aveva già fatto propri.

Ma è evidente che finché la situazione delle opposizioni è così segnata dalle spaccature il centrodestra potrà godere di un notevole vantaggio. Anche se un simile sfrangiamento del centrosinistra potrebbe avere come effetto fisiologico di rimbalzo quello di accentuare i distinguo nella maggioranza.

Per ora però l’unità a sinistra si registra solo contro la linea del governo nel braccio di ferro con le Ong nel Mediterraneo.

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