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Governo Fisco Natalità Giorgetti

Le pagelle di Bruxelles alla manovra del governo Meloni

Nelle (poche) misure criticate da Bruxelles alla manovra del governo Meloni non c’è ideologia, ma solo buonsenso nelle scelte. Il Taccuino di Guiglia

 

La prima manovra del governo Meloni è stata promossa all’esame di Bruxelles, ma contestata su alcune misure “non in linea” con le precise raccomandazioni che erano state fatte all’Italia contro l’evasione fiscale.

Se il punto forte è riconosciuto nell’impostazione generale del progetto di bilancio, che fa dire al ministro Giancarlo Giorgetti “siamo nella metà dei Paesi europei che stanno dalla parte giusta”, quello debole viene individuato nel previsto innalzamento all’uso dei contanti e alla contestuale e troppo alta soglia al Pos oltre la quale scattano le sanzioni, così come nella prospettata strategia pensionistica.

“Un giudizio complessivo positivo con alcuni rilievi critici”, riassume il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni.

Il verdetto dimostra che non c’è alcun pregiudizio da parte dell’Ue nei confronti del centrodestra e delle sue scelte, contrariamente a quanto la coalizione di governo paventava e, nel recente passato, rimproverava.

Nello stesso tempo la Commissione europea richiama l’esecutivo a rispettare gli obiettivi del Piano di ripresa, che è collegato alla legge di bilancio. Il pagamento digitale rappresenta uno dei ponti fra le due cose.

Dunque, non va bene la retromarcia che consente transazioni in contanti fino a 5 mila euro (dagli attuali 2 mila), che porta a 60 euro il limite per rifiutare pagamenti Pos e che cancella debiti fiscali sotto i 1.000 euro.

Nel governo, che sottolinea la propria soddisfazione per “il solido risultato” – come dice Giorgia Meloni – portato a casa, ora si discute su come affrontare i non irrilevanti rilievi. In fondo il tema dei contanti, che si agita credendo di accontentare questa o quella categoria di commercianti, in realtà contribuisce alla sicurezza e alla correttezza dell’economia di tutti. Ed è frutto dell’abitudine, pur radicata.

Ma le abitudini si cambiano, come testimoniano l’obbligo del casco in motorino e poi della cintura in auto o il divieto di fumo nei locali pubblici introdotti negli anni. Novità che all’epoca per molti furono indigeribili, però che col tempo sono state accettate da tutti gli italiani per il grande significato civico che comportavano: tutelare la vita delle persone.

Anche col digitale si propongono nuove abitudini: incentivare i cittadini al pagamento elettronico nell’interesse del buon fisco, cioè per noi tutti.

Non c’è ideologia, ma solo buonsenso nelle scelte a cui l’Ue ci richiama.

(Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi)

www.federicoguiglia.com

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